La rete sotto le città

Nel mondo ci sono 214 metropolitane, 791 linee e 11.924 stazioni

Operai scozzesi, manovali irlandesi, minatori del Galles. Inizia dagli uomini una delle storie ingegneristiche più appassionanti di sempre: la costruzione della metropolitana di Londra. Il loro onorario dipendeva dall’avanzamento della galleria, un lavoro da braccia forti e pale resistenti che gli permetteva di camminare sottoterra ad una velocità media di 11 metri a settimana. Tanto bastò nel 1863 per arrivare all’apertura del primo tratto della metropolitana di Londra, 5,6 chilometri che coprivano la distanza tra la stazione di Paddington e quella di Farringdon Street.
Oltre centocinquanta anni dopo Londra vanta una delle reti metropolitane più grandi al mondo, con circa 270 stazioni e 400 chilometri di linee. Il suo esempio è stato presto seguito da tante altre grandi città. Parigi, che inaugurò la sua prima linea il 19 luglio del 1900 in occasione dell’Esposizione universale; e naturalmente New York, dove la Subway è stata trasformata anche dal cinema in un simbolo cult della vita frenetica della Grande Mela. I suoi numeri sono da capogiro perché la linea metropolitana è capace di trasportare una media di 5 milioni di passeggeri al giorno e negli anni recenti di raggiungere record di 1,5 miliardi di passeggeri all’anno.

Come Londra, Parigi, New York, anche Tokyo, Mosca, Seul e moltissime altre grandi città hanno elaborato sistemi metropolitani complessi, offrendo una risposta efficiente ai temi della mobilità urbana e del congestionamento dovuto al traffico cittadino.
Unite una all’altra, queste infrastrutture compongono una rete grande e capillare che corre sotto alle metropoli; una rete costituita da 214 metropolitane, 791 linee e 11.924 stazioni, che non possono essere fotografate senza perderne l’inarrestabile movimento. Oltre agli esempi storici, Riyadh e Doha in Medio Oriente, ma anche tante altre città in America Latina, in Asia e in Africa stanno costruendo la loro rete metropolitana. Moderna, efficiente e capillare. Proprio come l’aveva immaginata Sir Marc Brunel, l’ingegnere che inventò “the shield”, la prima tecnica per sostenere gli operai nel loro lavoro di perforazione del sottosuolo, che contribuì alla realizzazione della metro di Londra.

L’impatto economico

Infografica

Gli enormi vantaggi garantiti dai sistemi di trasporto sotterraneo in termini di decongestionamento del traffico e maggiore rapidità dei movimenti urbani non esauriscono la vasta gamma dei benefici di questo genere di infrastruttura. Un’affermazione che trova una conferma statistica nello studio “The Mobility Opportunity” realizzato dalla società di consulenza londinese Credo Business Consulting LLP e commissionato da Siemens AG.
Il Rapporto analizza le 35 città al mondo dotate dei più moderni sistemi di trasporto metropolitano e rivela che, se queste garantissero tutti gli investimenti richiesti per rispettare gli standard cosiddetti “best in class”, a partire dal 2030 potrebbero trarne un beneficio economico annuale pari a circa 238 miliardi di dollari. In particolare – spiega lo studio – la ricchezza prodotta da Tokyo aumenterebbe di 15,4 miliardi di dollari l’anno; Mosca di 14,1 miliardi; Londra di 11,9 miliardi; Parigi di 10,6 miliardi e New York di 9,8.
Se invece si considerano tutte le città del mondo con oltre 750mila abitanti, questo beneficio potrebbe arrivare a 800 miliardi di dollari, pari all’1% del Pil mondiale.
Analizzando i migliori sistemi di trasporto urbano, il rapporto indica al primo posto Copenhagen, dove Salini Impregilo sta costruendo Cityringen, l’anello metropolitano che girerà intorno alla città.

I costi delle metropolitane

I benefici derivanti dagli investimenti nell’infrastruttura si legano ovviamente al costo del trasporto urbano per i cittadini che – in termini di tempo sprecato, di utilizzo di automobili e di molti altri fattori – è più elevato dove il servizio metropolitano è assente o  scarso. E infatti, mentre in una città come Copenhagen il costo del trasporto vale il 9% del Pil pro capite, lo stesso arriva al 28% in una città come Lagos. Facendo un altro esempio, senza nuovi investimenti nella linea metropolitana, il costo del trasporto per i cittadini newyorkesi balzerà nei prossimi anni dal 15 al 18% del Pil pro capite. In questo senso, il caso di Parigi spiega bene l’equilibrio costi/investimenti. La capitale francese ha in programma la realizzazione di una nuova linea metropolitana lunga 200 chilometri che costerà circa 27 miliardi di dollari. Un progetto colossale, che però da solo permetterà di abbassare di un punto percentuale il peso del costo dei trasporti sui cittadini, dal 14% al 13% del Pil pro capite. In dieci anni di attività della linea, l’investimento totale si sarà ripagato in termini di benefici economici, mentre il valore addizionale generato per i 30 anni di vita del progetto toccherà i 55 miliardi di dollari.

Metro come opere d’arte

Il ruolo e l’importanza delle metropolitane nella vita dei cittadini non si esaurisce solo in un’equazione tra costi e benefici. Dalle prime esperienze dell’800 fino ad oggi, il loro impatto sulla società è tale da trasformare questa infrastruttura in un simbolo dello sviluppo e del benessere delle città che la ospitano. Questa tendenza viene estremizzata in alcuni casi, dove le stazioni delle metropolitane sono così curate da risultare simili a vere e proprie opere d’arte. È questa la sensazione che si prova attraversando la stazione Toledo di Napoli, inaugurata nel 2012 e costruita a 50 metri dalla superficie stradale, dove – grazie all’opera “Light Panels” del designer Robert Wilson – sembra di galleggiare tra luce e acqua.

Sempre la luce domina la “Dome of Light” della Formosa Boulevard di Taiwan, la suggestiva installazione realizzata dall’artista italiano Narcissus Quagliata e formata da 4.500 pannelli di vetro. Più classica ma non meno affascinante è la metropolitana di Mosca con stazioni come Komsomolskaya, inaugurata nel 1952 su un disegno di Dmitry Chechulin, con imponenti lampadari, decori in stile barocco e bellissimi mosaici. Bellezza, ma anche lusso, come quello che ispira il progetto della nuova metropolitana di Riyadh, dove la modernità dei convogli si intreccia al gusto e all’eleganza araba delle stazioni.
Architetti, progettisti, designer, artisti hanno dato tutti il loro contributo ad un’opera che va oltre l’utilità della semplice infrastruttura, ma diventa uno strumento per raccontare il passato e interpretare il futuro.

Guardando al futuro

Il domani delle grandi linee metropolitane del mondo è tutto nella tecnologia. Da un lato i nuovi sistemi di guida driverless (vedi servizio “Metro senza pilota” n.d.r.), dall’altro l’aumento della portata di passeggeri, il maggiore comfort dei treni e la velocità nei collegamenti. Esempi di questa evoluzione sono il Cityringen di Copenhagen, operativa nel 2019 e capace da sola di trasportare 72 milioni di passeggeri in un anno; le sei nuove linee di Riyadh che attraverseranno la città per 176 chilometri con un costo di 20 miliardi di dollari; e ancora una volta Londra. La città che ha scritto la prima pagina della storia dell’underground vuole oggi mettere la sua firma anche sull’ultima e lo fa con “New Tube for London”, un progetto che prevede la realizzazione di treni avveniristici che dovranno entrare in funzione dal 2022 e richiederanno un investimento di 20 miliardi di euro. Le nuove macchine permetteranno di innalzare del 25% la capacità di trasporto dei passeggeri e saranno dotate di connessioni Wi-Fi, display informativi, impianti di illuminazione a led, e un sistema gestito interamente da remoto.
È questa la frontiera delle nuove linee metropolitane, infrastrutture uniche e invisibili in superficie, ma così preziose da lasciare un segno indelebile sugli stili e la qualità della vita delle città.