L’amico segreto di Panama

REGALI AI COLLEGHI, ADDOBBI E FESTE IN CASA: TUTTE LE TRADIZIONI VENGONO RISPETTATE

l amigo secreto può essere chiunque. Arrivi in ufficio e trovi un regalo sulla tua scrivania, ma non sai da chi arriva. Solo quando si avvicina Natale, alla fine del gioco, il suo nome viene finalmente svelato».

Biagio Fiorino, da un anno e mezzo impegnato nella direzione amministrazione e bilancio sul cantiere del Nuovo Canale di Panama, una delle più complesse e ambiziose opere infrastrutturali al mondo, racconta così l’attesa delle feste natalizie. «Insieme a tutti i colleghi facciamo questo gioco. Ognuno estrae a sorte il suo amico segreto al quale deve comprare un regalo senza però che lui sappia da chi lo ha ricevuto. L’identità di chi ha fatto il regalo viene svelata solo alla fine». 

«L’atmosfera è molto divertente – racconta Fiorino – questa mattina ad esempio ho dovuto fare un regalo da 3 dollari a un collega. Per fare un esempio, se adesso vado in bagno, magari torno e trovo un pensiero sulla mia scrivania».

A Panama, nel cantiere che sta ampliando il Canale e che permetterà il passaggio di grandi navi capaci di trasportare 13mila container per un giro d’affari che dal 2025 potrà arrivare a 6 miliardi di dollari l’anno, si vivono così gli ultimi giorni che anticipano la festa. «Rispettiamo le tradizioni locali – spiega Fiorino – poi mettiamo gli addobbi in ufficio e prima di andare in ferie organizziamo una festicciola tutti insieme».

Sua moglie, Sikiu, è venezuelana e, come ogni anno, preparerà piatti tipici venezuelani come il pan de jamon (un pane speciale guarnito con prosciutto, pancetta e uva passa) accompagnati con alimenti della tradizione venezuelana, panameña e italiana. La loro è una famiglia moderna e multietnica. «Io e mia moglie abbiamo avuto una prima figlia nel 2013 nata in Venezuela – racconta Fiorino – e a novembre di quest’anno è nata la seconda a Panama».

Insieme festeggeranno, unendosi ai colleghi che rimangono a Panama e, ognuno per le proprie tradizioni, porteranno il cibo dei loro Paesi. «Prima di salutarci organizziamo sempre un buffet, in genere intorno al 22, 23 del mese. Mettiamo sulla stessa tavola cibi differenti, dai fagioli rossi alla salsiccia, dal riso alla frutta e verdura».

Altri invece sono già partiti per trascorrere le feste nella propria casa di origine. Ha fatto così, dopo quattro Natali passati in cantiere, Eugenio Marini, un italiano che vive da 20 anni in Tailandia e da 16 è sposato con Chalita, una donna tailandese.
«Sono arrivato a Panama il 1° aprile del 2011 – racconta – e ho passato quattro Natali in cantiere, due con mia moglie e due senza. Generalmente trascorrevamo le feste con i colleghi, ci trovavamo a casa di qualcuno e si festeggiava».

Eugenio Marini, che a Panama si occupa della gestione dei magazzini del cantiere, sia sul lato Atlantico che Pacifico, quest’anno ha deciso di passare le feste in Tailandia, dove vive a circa 300 chilometri da Bangkok. «Anche se questo è un Paese a maggioranza buddista, io e mia moglie festeggiamo il Natale come tradizione vuole. E lo facciamo spesso trascorrendolo con gli amici stranieri che vivono vicino a noi. Sembrerà incredibile, ma per quest’anno, ho già comprato il panettone».