Riyadh: Natale con i vicini

PERSONE DI TANTE NAZIONALITÀ DIFFERENTI PRENDONO PARTE ALLA CENA RISPETTANDO LE TRADIZIONI DI OGNI CREDO RELIGIOSO

Consapevoli delle norme del Paese che li ospita, Valerio Zangoli e la sua famiglia festeggiano le vacanze cristiane come il Natale nel modo più inclusivo e rispettoso possibile. A Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita, dove il Gruppo italiano è impegnato nella costruzione di un enorme network metropolitano da 20 miliardi di dollari, il programma di Zangoli prevede di celebrare il Natale insieme agli altri colleghi dentro gli alloggi allestiti nel cantiere.

La fortuna vuole quest’anno che il Natale cada di venerdì, il giorno di riposo per tutti i musulmani. Questo significa che Valerio Zangoli, uno dei business development manager del cantiere, potrà trascorrere l’intera giornata con la famiglia e con gli amici.

Sebbene molti colleghi faranno ritorno a casa per le feste, lui continuerà a lavorare per tutto il periodo, anche se la presenza della famiglia a Riyadh lo aiuterà a sentire di più l’atmosfera natalizia.

Anche Elias Daher, un construction manager del Consorzio di cui è parte Salini Impregilo, è al lavoro in questi giorni. Dal momento che sarà solo nel giorno di Natale, il manager italiano di origine libanese ha pianificato di festeggiare il Natale al ristorante insieme ai colleghi che rimarranno a lavorare in cantiere. E visto che la festa cadrà di venerdì ha intenzione di chiedere ai colleghi musulmani di unirsi a lui. Elias Daher è al lavoro sulla tratta dell’opera affidata al Consorzio: si tratta della linea più lunga che correrà per circa 41 chilometri e costerà 5,94 miliardi di dollari.

Nei cantieri distribuiti per la città lavorano persone di tante nazionalità diverse, un ambiente multiculturale gestito da Salini Impregilo e dai suoi partner. L’intimità che si sviluppa tra i lavoratori in molti casi si estende anche alle loro vite private. Così come già fatto in passato, Zangoli invita i suoi amici di altre nazionalità che lavorano nel cantiere a prendere parte al pranzo di Natale.

«È un po’ come il Giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti» spiega ricordando l’esperienza trascorsa negli Usa dove la festività autunnale veniva condivisa da tutti e le case degli americani venivano aperte anche agli stranieri.

Il Natale è ovviamente differente, ma Zangoli ama ricreare quello spirito di inclusione con tutte le persone di credo e culture differenti.

«È lo spirito di condividere qualcosa insieme» commenta.

Sua moglie, Nisansala, racconta che insieme ai loro tre figli celebreranno il giorno di Natale preparando con i vicini un grande pranzo allestito all’ombra di una palma dentro il compound dove vivono i cittadini stranieri. Considerate le caratteristiche del compound, tutti gli abitanti sono diventati amici e hanno formato una piccola ma solida comunità. Nisansala racconta che ogni famiglia porterà un piatto rappresentativo della propria tradizione culinaria. «Ci sarà pasta, riso, carne, banane.  E il risultato sarà una fusione di tradizioni e cibi differenti».

Riyadh: Natale con i vicini

Sebbene provenga dallo Sri Lanka, Nisansala preparerà gnocchi o tagliatelle, due tipici piatti italiani. «L’unica cosa che mio marito ordina per Natale – racconta – è la pasta fatta in casa». Alla loro tavola siederanno persone provenienti da Paesi differenti: Spagna, Grecia, Venezuela, Libano, Pakistan, India. «A noi piace festeggiare così perché ci permette di stare tutti insieme – racconta la moglie di Zangoli – ed è un’esperienza veramente multiculturale».

«Inoltre – aggiunge – anche una famiglia saudita che vive nel compound si aggiungerà alla tavola».

Né carne di maiale né alcol saranno serviti a tavola per rispetto delle norme locali e questo senso di inclusione e di partecipazione è anche il riflesso del tipo di lavoro condotto nel cantiere. Mohammed Aljuaid, un ingegnere saudita specializzato nel controllo di qualità, dichiara di essere molto soddisfatto di come l’azienda sia sensibile ai desideri e alle richieste dei lavoratori. Se i lavoratori di un Paese o di una religione devono osservare una celebrazione, l’azienda rivede i programmi di lavoro o tenta di andare comunque incontro alle necessità delle persone.

«Se ad esempio l’India si prepara a festeggiare la sua festa nazionale – racconta – vengono esposte le bandiere del Paese».

Nel caso di Aljuaid, ad esempio, gli viene permesso ogni giorno di prendersi il tempo necessario per la preghiera.

«E questo – ammette – mi fa sentire che la mia azienda si prende cura di me».