Cantieri aperti nella città deserta: la sfida di New York

New York City è alle prese con il blocco di tutte le attività. Cantieri ancora aperti.

Lo spirito di New York City sopravvive anche nelle piccole storie. Sylvia’s, uno dei più noti ristoranti di cucina afroamericana di Harlem, punto di riferimento per Barack Obama e Bill Clinton, ha invitato tutti i suoi clienti a condividere un’iniziativa: ordinare cibo online, fotografare la pietanza sulla tavola della propria casa e postarla su instagram.

Tutto questo in nome dello slogan “Harlem Strong”.

In poche ore l’iniziativa è divenuta un simbolo per una città che può chiudere anche tutte le sue attività commerciali, ma troverà sempre il modo per evitare di fermarsi. “You’ll never stop New York City”, si leggeva sulle magliette dei Fireman nei giorni successivi all’11 settembre del 2001.

Diciannove anni dopo la Grande Mela sembra destinata a fermarsi davvero. L’emergenza sanitaria del Covid-19 negli Stati Uniti sta colpendo la sua città simbolo più che altrove, con il numero più alto di contagi e una difficoltà oggettiva a contenere la diffusione del virus. Ma la crisi, che l’amministrazione cittadina sta gestendo insieme al governatore dello Stato di New York e al governo federale degli Stati Uniti, non ha finora bloccato tutte le attività produttive. Soprattutto quelle che sono al lavoro per costruire la città del futuro.

I cantieri di New York City ancora aperti

L’ordine del governatore dello stato di New York è stato chiaro: “New York State on PAUSE”. Un ordine perentorio, che ha obbligato alla chiusura tutte le attività non essenziali.

Tra i tecnici che possono ancora esercitare la loro professione ci sono gli elettricisti, gli idraulici, ma anche chi è impegnato nelle attività di costruzione e nei grandi cantieri che punteggiano larga parte del territorio della Grande Mela.

Secondo l’amministratore delegato dell’Associated General Contractors dello Stato di New York, Mike Elmendorf – citato dalla rivista statunitense ConstructionDive – tutti i cantieri possono rimanere aperti. In un messaggio inviato agli associati, Elmendorf ha spiegato che le imprese di costruzione non hanno bisogno di un permesso speciale per continuare i lavori.

Sulla questione è intervenuto nei giorni scorsi anche il sindaco di New York, Bill de Blasio. Il primo cittadino ha aperto un dibattito all’interno del settore delle costruzioni, per capire se anche i cantieri dei condomini di lusso, tantissimi a Manhattan, possono considerarsi attività essenziali.

E così, anche all’interno del City Council di New York City, si è aperto il dibattito tra i cantieri essenziali e quelli non essenziali. L’aggravarsi delle condizioni sanitarie in città ha convinto lo stato di New York a restringere le tipologie dei cantieri ritenuti “essenziali” e quindi ancora aperti in questi giorni. Tuttavia – come riportato dal “New York Times” e da altri organi di stampa – la situazione nella città è in continua evoluzione e la distinzione a New York tra cantieri aperti e cantieri chiusi è ancora in una fase molto fluida. In  una sola giornata dall’emissione delle nuove misure più restrittive, il Buildings Department ha ricevuto oltre 900 richieste di autorizzazione a tenere aperti i cantieri.

Cantieri edili di New York: la corsa verso l’alto non si ferma

Il tema sollevato dal sindaco Bill de Blasio è centrale per lo sviluppo e l’economia della Grande Mela, che negli ultimi anni – e ancora oggi – è al centro di un incredibile sviluppo urbanistico, soprattutto dal punto di vista residenziale.

Secondo l’ultimo report stilato dal New York Building Congress saranno spesi nel settore delle costruzioni in città 65,9 miliardi di dollari nel 2020 e 62,1 miliardi nel 2021.

Una corsa alle grandi costruzioni, in particolare alle residenze di lusso come i nuovi grattacieli che dominano Central Park, che ogni anno dà lavoro a 160mila persone.

Proprio il New York Building Congress, che si è tenuto nell’ottobre scorso, si è chiuso con la diffusa consapevolezza che la Grande Mela stia sperimentando in questo periodo il più considerevole boom del settore dall’inizio del XXI secolo.

«L’industria delle costruzioni – ha dichiarato in quell’occasione Carlo A. Scissura, presidente e Ceo del New York Building Congress – sostiene l’economia di New York e assicura che tutti i settori, dalla sanità all’educazione fino ai trasporti, possano prosperare».

A New York City si fermano le attività non essenziali, ma i cantieri restano aperti. L’Associated General Contractors dello Stato di New York ha comunicato alle aziende associate che non serve un permesso speciale per continuare i lavori

Il World Trade Center, un cantiere sempre in movimento

Sono almeno dieci i progetti faraonici di real estate che stanno cambiando la fisionomia di New York City, e in particolare di Manhattan.

Il più ambizioso è sicuramente la ricostruzione del World Trade Center che, dal crollo delle Torri Gemelle, non è ancora conclusa. Nonostante siano terminati alcuni edifici, come il One WTC (il grattacielo più alto della Grande Mela) e il 3 WTC, così come l’hub di trasporto progettato da Calatrava (dove corrono diverse linee della metropolitana), e il memoriale dell’11 settembre, sono ancora diverse le opere in corso. Tra queste l’edificio 2 del WTC così come il WTC Performing Art Center, ormai noto come Perelman, che è tuttora in costruzione.

Ma insieme ai grandi cantieri dei progetti di real estate, anche altri progetti non sono stati finora bloccati. Progetti che, invece, si sviluppano nel sottosuolo.

Mobilità sostenibile per la New York del futuro

Mentre la città si svuota in superficie i cantieri nel sottosuolo continuano a lavorare e a tracciare i percorsi che saranno attraversati dalle nuove linee della metropolitana.

È il progetto “Rebuilding New York’s Transportation System”, un piano da 51,5 miliardi di dollari che saranno investiti tra il 2020 e il 2024 proprio per migliorare la mobilità urbana. Rispetto alla dotazione complessiva, 40 miliardi saranno infatti investiti nello sviluppo della metropolitana e delle reti di trasporto su gomma in superficie. Ad oggi – secondo i dati della Metropolitan Transportation Authority – 2 miliardi di persone utilizzano ogni anno il network di trasporto pubblico della Grande Mela. Questo proprio grazie alla capillarità della rete, che permette al 97% dei newyorkesi di vivere a poco più di 300 metri da una fermata di autobus, e al 71% di non essere più lontano di 700 metri da una fermata di subway.

Il programma prevede proprio di incrementare la funzionalità delle metro, modernizzando la rete, rendendo più efficiente il trasporto, e revisionando i 672 chilometri di binari che la compongono.

Molte di queste sono opere già avviate che – almeno fino ad oggi – non hanno subito scossoni per colpa della crisi. L’obiettivo è quello di continuare a puntare sulla mobilità sostenibile attraverso una serie di opere infrastrutturali che permetteranno a un numero sempre maggiore di cittadini di accedere ai mezzi pubblici.

Entro il 2040, calcola la MTA, 16,7 milioni di persone utilizzeranno giornalmente i servizi pubblici di trasporto e ogni giorno ci saranno 557mila persone in più che si muoveranno ogni giorno tra un quartiere e l’altro di New York.

Il New York Building Congress ha calcolato che nel settore delle costruzioni in città saranno spesi 65,9 miliardi di dollari nel 2020. Il progetto “Rebuilding New York’s Transportation System” prevede un investimento di 51,5 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2024

You’ll never stop New York City

A parte i grandi cantieri e le opere infrastrutturali, anche New York City, la città che non si ferma mai, si è dovuta fermare di fronte al Covid-19. Almeno in parte. Il 23 marzo scorso il governatore dello Stato, Andrew Cuomo, ha ordinato il blocco di tutte le attività non essenziali. Ristoranti, bar, locali non possono accogliere clienti, ma possono assicurare consegne a casa. Tutte l’industria dell’intrattenimento, dai teatri di Broadway a cinema fino agli eventi sportivo, è ferma, e sono migliaia i lavoratori interessati dalla decisione del governatore.

Nella città 465mila persone lavorano nel settore dell’ospitalità; 353mila persone nel retail; 473mila nella finanza. Tutti settori che potrebbero subire un contraccolpo per via del lockdown cittadino.

Il contraccolpo economico

Il coronavirus costerà miliardi di dollari allo stato. Secondo il City Comptroller, Scott Stringer, nel corso dell’anno fiscale che inizia il 1° luglio le entrate della città registreranno un deficit tra gli 1,3 e gli 1,5 miliardi di dollari, che salirà oltre i 4,5 miliardi nell’anno successivo.

Una parte di questa contrazione sarà legata alla possibilità, annunciata dal sindaco, di ritardare i pagamenti delle tasse di proprietà (property tax), una forma di tassazione che nel 2019 ha assicurato alle casse cittadine introiti per 28 miliardi di dollari.

A questi vanno aggiunte le perdite legate alle attività commerciali, al turismo e a gran parte dei servizi, che sono il vero motore della Grande Mela. Un contraccolpo ancora difficile da calcolare, dal quale però molti si aspettano che New York City saprà rialzarsi, proprio come ha fatto già tante volte in passato.