La visione di Gibe

Salini Impregilo è in Etiopia dal 1957

Salini Impregilo è in Etiopia dal 1957. La sua presenza non è quindi legata ad un singolo progetto, ma si ispira ad una strategia industriale di lungo periodo che va di concerto con le politiche di sviluppo sostenute dal Paese.
In questi decenni l’Etiopia è cresciuta economicamente (il Pil del Paese mantiene da ormai un decennio una media annuale del +10%) e ha sviluppato moderne politiche energetiche che hanno contribuito a rendere solida questa crescita.

In questo processo, lo sfruttamento della risorsa idrica a fini energetici rimane un asset strategico e Salini Impregilo ha dato negli anni il suo contributo affinché diventasse una delle leve di sviluppo per il Paese. Oggi l’85% dell’energia generata in Etiopia viene da impianti idroelettrici e una somma equivalente al 30% del Pil è stata investita negli ultimi anni proprio per sostenere progetti idroelettrici. 

Uno dei più ambiziosi e di lungo periodo è collegato allo sfruttamento del potenziale idrico dei due fiumi Gilgel e Omo. I primi progetti risalgono agli anni ’80 e fin dalle origini hanno visto il coinvolgimento di Salini Impregilo come partner strategico nella costruzione di tre importanti impianti idroelettrici. I lavori della prima diga Gilgel Gibe I sul fiume Gilgel sono iniziati nel 1986 terminando, dopo una lunga interruzione durante gli anni ’90, nel 2004.
La diga di Gilgel Gibe I è però solo il primo passo di un percorso molto più ambizioso che prevede la costruzione di altri due impianti idroelettrici (oltre alla ideazione di un quarto – Koysha – sul quale Salini Impregilo sta cominciando a lavorare), di dimensioni più grandi e con un impatto ben più consistente. Nel 2005 iniziano infatti i lavori del secondo progetto, quello per la costruzione di Gibe II sul fiume Omo, che vengono terminati nel 2010.
L’operatività degli impianti è così strettamente collegata che nel 2006, mentre procedono i lavori di Gibe II, i tecnici di Salini Impregilo iniziano i lavori per la terza diga: Gibe III.

Gibe III

Mentre il cantiere di Gibe III si sviluppa sul fiume Omo, i primi due impianti cominciano a dare importanti risultati. Gibe II, ad esempio, garantisce una fornitura di acqua potabile per una popolazione di 200.000 persone. Inoltre, Gibe I e Gibe II, insieme a Beles (un altro impianto idroelettrico realizzato da Salini Impregilo) forniscono insieme il 50% del fabbisogno energetico etiope.

L’ultimo capitolo di questo ambizioso piano industriale si chiude nel 2016, quando vengono terminati i lavori di costruzione di Gibe III, 300 km a sud-ovest della capitale Addis Abeba. L’impianto, che già oggi sta generando energia, si compone di una diga alta 250 metri (la diga in cemento rullato compattato più alta del mondo) e di una centrale all’aperto che ospita 10 turbine Francis con una potenza installata di 1.870 MW.

Gibe III rappresenta un’eccellenza assoluta in termini ingegneristici: per fare un esempio, tra l’11 e il 12 dicembre del 2014 è stato raggiunto il record mondiale per la posa di RCC (calcestruzzo rullato compattato) con un valore di 18.519 metri cubi in 24 ore, mentre nel giugno del 2015 si è celebrato il record dei 6 milioni di metri cubi di RCC già posati, oltre al miliardo di metri cubi di acqua raccolti nell’invaso formato dalla diga (il volume attuale dell’invaso è di 9,7 miliardi di metri cubi, mentre una volta riempito interamente raggiungerà  i 15 miliardi).
Anche sul fronte della forza lavoro impegnata, Gibe III rappresenta uno dei più grandi cantieri del continente africano. Alla sua costruzione hanno preso parte in media 5.000 persone, con picchi di 7.500 unità.

Andando oltre i numeri dell’opera, l’impatto della diga è fondamentale per l’economia etiope e infatti la sua piena operatività aumenta dell’85% la produzione energetica del Paese. Una mole consistente di energia prodotta che, oltre a soddisfare il fabbisogno interno, accrescerà l’export energetico. Il 50% dell’energia prodotta da Gibe III sarà infatti venduto all’estero, contribuendo a trasformare l’Etiopia in un hub regionale del settore, e partecipando così in modo determinante a quel lungimirante piano di sviluppo industriale iniziato molti anni fa.