Il nuovo faro culturale della Grecia

Il centro culturale rappresenta a livello mondiale un esempio di design pionieristico e di eccellenza ingegneristica, ma anche un simbolo di sostenibilità ambientale

Sorto nell’area che un tempo ospitava il vecchio ippodromo di Atene, un nuovo centro culturale sta cominciando a brillare. Sebbene non sia stato ancora aperto al pubblico, lo splendore della visione che ha ispirato il progetto è già evidente.
Le costruzioni di vetro e cemento erette tra gru e impalcature al centro di un enorme parco, hanno già ospitato numerosi eventi per il piacere di migliaia di spettatori, rivelando così l’ambizione del Centro di diventare il faro culturale e artistico dell’intera Grecia.

Ideato dalla Fondazione Stavros Niarchos, una delle principali organizzazioni filantropiche al mondo, il Centro sarà dal prossimo anno la casa dell’Opera Nazionale Greca e della Biblioteca Nazionale. Il primo grande evento che ha confermato il suo ruolo, “Dance of the cranes”, risale al 2014 quando furono messe in movimento 10 gru che seguivano la melodia di “The Planets” di Gustav Holst, eseguita dall’orchestra dell’Opera.
Sebbene abbia coperto l’intero costo di realizzazione del progetto pari a 596 milioni di euro, la Fondazione probabilmente donerà il Centro Culturale Stavros Niarchos allo Stato greco.
Il Centro è stato realizzato da un architetto e da un grande gruppo, entrambi italiani: Renzo Piano e Salini Impregilo. All’interno della joint venture è anche partner la compagnia greca Terna.

Centro Culturale Stavros Niarchos

Centro Culturale della Fondazione Stavros Niarchos

Salini Impregilo è tornata a collaborare con Renzo Piano a questo progetto dopo aver lavorato insieme alla realizzazione dell’Auditorium Parco della Musica, il cuore delle performing arts a Roma. La sensibilità con cui Piano e il Gruppo Salini Impregilo hanno raccolto la visione della Fondazione conferma che il Centro non sarà solo un esempio di design pionieristico e di eccellenza ingegneristica, ma anche un simbolo di sostenibilità ambientale.
L’obiettivo è infatti che il Centro Culturale Stavros Niarchos riceva la Platinum Leadership in Energy and Enviromental Design, il rating più elevato previsto dalla certificazione LEED, sicuramente uno dei programmi di certificazione “verde” più prestigiosi al mondo nel settore delle costruzioni. Se il Centro la ottenesse, sarebbe il primo edificio pubblico in Grecia e uno dei primi progetti di così ampia scala nell’intera Europa.
Assegnata dal non-profit Us Green Building Council, la certificazione LEED prevede una serie di rating che comprendono il design, le costruzioni, l’efficienza e la manutenzione di edifici verdi, di singole case e di interi quartieri. L’obiettivo è spingere costruttori e operatori di vario genere ad essere più responsabili verso l’ambiente e ad utilizzare le risorse in modo efficiente.

Situato a pochi chilometri dalla zona sud di Atene, il Centro è una delle molte attività della Fondazione per favorire la rinascita della Grecia dopo le sofferenze vissute negli anni della crisi. In ogni caso, questo progetto in particolare, nasce ben prima dell’esplosione della crisi economica. «La visione – si legge sul sito della Fondazione – è mettere a disposizione… nuove fondazioni istituzionali. Educazione, cultura e sostenibilità, i tre pilastri intorno ai quali è progettato il Centro, sono requisiti essenziali per sviluppare al meglio il potenziale della città e della sua gente».
Il parco panoramico dove sono cresciuti 1.500 alberi e 200.000 arbusti sarà una delle aree verdi più grandi della città, donando un vero e proprio polmone naturale a Kallithea, uno dei quartieri più densamente popolati di Atene.
Theodore Maravelias, chief technical officer del Centro, ha messo molta enfasi su questo punto all’interno di una delle ultime interviste rilasciate a una rivista.
«Assomiglia di più a un grande parco che ospita un complesso di edifici in uno dei suoi angoli», ha commentato.

Centro Culturale della Fondazione Stavros Niarchos

I 21 ettari dello Stavros Niarchos Park erano un vecchio circuito per la corsa dei cavalli divenuto un parcheggio per automobili in occasione delle Olimpiadi del 2004.

Quando Salini Impregilo ha iniziato i lavori, l’area era ormai in disuso. Ricorrendo alle tecniche più

avanzate per erigere muri di terra meccanicamente stabilizzati, i costruttori hanno realizzato il versante sud del parco verso il mare, sollevandolo di 32 metri in modo che diventasse il tetto di un complesso di edifici dentro i quali ospitare l’Opera Nazionale Greca e la Biblioteca Nazionale.
Una rete di sentieri pavimentata con una miscela naturale di laterizi attraversa il parco. Accanto al parco corre un canale, progettato per rinforzare il legame della città con il mare. Inoltre il canale, lungo 400 metri, largo 30 e profondo 1,5, agisce come un bacino per evitare gli allagamenti in caso di piogge pesanti.  Un sistema di estrazione dell’acqua di mare e un impianto di desalinizzazione forniscono acqua al canale e al sistema di irrigazione del parco.

In cima al tetto dell’Opera House, alla fine del parco a 40 metri di altezza, sorge un baldacchino che assomiglia a un’enorme ala sospesa.  È questo il punto di riferimento del progetto: un capolavoro architettonico, ingegneristico e di tecniche costruttive.
Realizzato da due lastre di ferrocemento, spesse tre centimetri ciascuna, il baldacchino ha una superficie di 10mila metri quadrati e il suo peso di 4mila tonnellate è supportato da 30 colonne di acciaio sottili. In testa a queste è presente un sistema di molle e ammortizzatori che permette al baldacchino di muoversi sotto l’effetto della dilatazione termica, del vento e delle scosse sismiche. Tra il baldacchino e il tetto sarà inserito il cosiddetto Lighthouse con muri di vetro che offriranno una vista del mare e della città a 360 gradi.

Centro Culturale della Fondazione Stavros Niarchos

«Il progetto farà rinascere il vecchio legame del quartiere con il mare», si legge nel sito del Renzo Piano Building Workshop. «Come uno dei primi porti sorti sulla baia di Faliro, Kallithea ha sempre avuto una profonda relazione con il mare».
Il baldacchino verrà ricoperto con 5.678 pannelli fotovoltaici, sufficienti per generare 2 megawatts/ora di energia e rendere gli edifici quasi energeticamente indipendenti durante le ore di apertura.
Inoltre, il baldacchino e il tetto ricoprono la sala dell’Opera, che sarà dotata di due auditorium: uno con 1.400 posti a sedere per l’opera e il balletto; e il secondo con 450 posti a sedere per le performance sperimentali. La Biblioteca adiacente ospiterà 700.000 volumi.
Entrambi gli edifici condivideranno lo spazio pubblico comune, la Agorà, dove saranno ospitati anche eventi pubblici. Il pavimento di questo spazio sarà ricoperto con marmi di Dioniso, lo stesso materiale utilizzato per la costruzione del Partenone.