La corsa delle rinnovabili

Entro il 2020 le rinnovabili raggiungeranno il 26% dell’energia prodotta nel mondo

Nei prossimi cinque anni saranno le rinnovabili ad alimentare la crescita di energia elettrica nel mondo. Analizzando l’arco di tempo che va da oggi al 2020, l’International Energy Agency (IEA) non ha dubbi: l’energia prodotta in più dalle fonti alternative sarà pari a 700 gigawatt, due volte di più rispetto al totale della potenza installata in Giappone.
La previsione è scritta nero su bianco all’interno del Medium Term Renewable Energy Market Report 2015, presentato il 2 ottobre scorso dall’Iea in occasione dell’incontro dei ministri dell’energia del G20 che si è tenuto a Instanbul.

I dati del Rapporto hanno fatto da sfondo al Meeting internazionale dove il tema delle rinnovabili è rimasto centrale all’intero dibattito politico. E infatti, secondo i numeri del Report, entro il 2020 la quota di rinnovabili nella produzione globale di energia raggiungerà il 26%, rispetto al 22% del 2013, e sarà superiore alla domanda di energia che oggi esprimono insieme Cina, India e Brasile.
«Le rinnovabili rappresentano ormai un volano molto importante per la crescita mondiale» ha commentato Fatih Birol, direttore esecutivo della IEA annunciato il Report.
Ma il motore di questa crescita non sarà nelle economie più avanzate, ma tra i Paesi in via di sviluppo che nel 2020 saranno responsabili dei due terzi dell’aumento della produzione energetica da fonti rinnovabili. Da qui a cinque anni la Cina da sola produrrà il 40% di questa fetta e concentrerà sul suo territorio il 30% dei nuovi investimenti.
Sono numeri significativi che, letti con la lente di ingrandimento delle scelte industriali e dei programmi politici, raccontano di effetti importanti in termini di riduzione dell’inquinamento, soddisfazione dei bisogni energetici, inclusione sociale di milioni di persone.

In tema di energie rinnovabili, il Gruppo Salini Impregilo è leader mondiale nelle infrastrutture del settore acqua ed è attualmente impegnato su 12 grandi progetti idroelettrici, distribuiti tra 11 Paesi in quattro continenti. Una volta portati a termine, la capacità installata complessiva sarà di 12.660 MW e l’energia elettrica prodotta ogni anno di 39.000 GWh.

Numeri che raccontano una rivoluzione reale: il totale dell’energia elettrica installata dagli impianti idroelettrici del Gruppo Salini Impregilo sarà infatti in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 58 milioni di persone (una popolazione uguale a quelle di Danimarca, Finlandia, Irlanda, Norvegia, Svezia, Belgio e Olanda sommate insieme), distribuite nelle aree raggiunte dalle opere in costruzione. Inoltre il ricorso a impianti idroelettrici consentirà di evitare, ogni anno, l’emissione di 5 milioni di tonnellate di gas serra nell’atmosfera, pari alle emissioni annue di un milione di automobili, o ancora equivalenti alle emissioni che nell’arco di dodici mesi sono in grado di assorbire 200 milioni di alberi.

«Le energie rinnovabili – prosegue Birol – sono destinate a dominare la produzione energetica nei prossimi anni, e grazie agli effetti benefici nel settore idrico, solare ed eolico, possono avere un ruolo chiave nel supportare la crescita economica di alcune zone del Pianeta come l’Africa Sub-Sahariana».

E infatti il centro di questa potente spinta verso un uso maggiore delle rinnovabili rimangono le economie in via di sviluppo. Nel corso della South African Renewable Energy Conferenze tenuta il 5 ottobre scorso a Cape Town in Sudafrica, il direttore generale della International Renewable Energy Agency (Irena), Adnan Z Amin, ha ribadito come sia proprio l’Africa uno dei continenti più interessati alla rivoluzione energetica del futuro. Secondo le analisi dell’Irena, l’energia rinnovabile prodotta in Africa nei prossimi quindici anni potrebbe arrivare a quadruplicarsi e i consumi dei cittadini e delle imprese potrebbero crescere da qui al 2030 a ritmi annui che variano tra il 5 e il 22%.

«Siamo convinti che le maggiori opportunità di business per le energie rinnovabili siano proprio in Africa – ha spiegato Adnan Z Amin – anche se c’è ancora molto da lavorare sulle scelte della politica, sulla riduzione dei rischi per i finanziamenti privati e sulla maggiore attrattività dei mercati per gli investitori».

La questione è mondiale ma indubbiamente assume un valore maggiore nei mercati meno avanzati, dal punto di vista energetico, e quindi potenzialmente più propensi a crescere nei prossimi anni. Del resto, il tema dell’energia e del suo utilizzo è sempre più collegato a quello dello sviluppo sostenibile. Il raggiungimento di molti obiettivi indicati con i Sustainabile Development Goals (i progetti delle Nazioni Unite per uno sviluppo del mondo sostenibile) dipende infatti in misura elevata dal ricorso alle energie rinnovabili. Una centralità che sarà confermata a dicembre nella conferenza Onu di Parigi dalla quale dovrebbe uscire un nuovo accordo mondiale per i cambiamenti climatici.

In quest’ottica, mettere a disposizione della collettività un motore di crescita che non sia necessariamente inquinante ma che prenda forza da risorse naturali come l’acqua, il sole o il vento rappresenta la sfida di uno sviluppo che punta al progresso delle popolazioni  e allo stesso tempo una preziosa opportunità di business.