Ha da poco compiuto 150 anni. La storia del canale di Suez è una vera epopea, e non poteva essere altrimenti: quest’opera faraonica unisce tre continenti, Africa, Asia ed Europa, consentendo la navigazione diretta tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Indiano. Senza di esso, le vie del commercio disponibili da e verso l’Asia erano solo due, nessuna delle quali particolarmente facile da affrontare: da una parte la circumnavigazione dell’Africa, dall’altra l’opzione di scaricare tutte le merci, attraversare la terraferma e reimbarcarle dall’altra parte.
L’importanza del canale di Suez è innegabile ancora oggi (seppure il drammatico scioglimento della banchisa artica stia aprendo nuove vie navigabili verso Est) a dimostrare quanto il trasporto marittimo sia ancora fondamentale. Qui, in questo canale artificiale che taglia la terra ferma, transita il 14% del trasporto mondiale: si parla di oltre 16mila navi all’anno, con tonnellaggi totali che si aggirano intorno agli 800 milioni di tonnellate di merci ogni 12 mesi.
Non stupisce che buona parte della storia del Novecento graviti intorno a questa opera colossale: ricevendo il creatore del canale di Suez Ferdinand de Lesseps presso l’Académie française il 23 aprile 1885, Ernest Renan disse: «Lei ha indicato il luogo delle grandi battaglie del futuro». E non si sbagliava.
Prima della costruzione del canale di Suez
Se è vero che l’effettiva costruzione del canale di Suez avviene nella seconda metà dell’Ottocento, è vero anche che la sua storia inizia ben prima. Già i faraoni, infatti, accarezzavano l’idea di poter collegare i due mari. Il primo a scavare effettivamente il suolo egiziano fu il faraone Sesostris III (vissuto tra il 1878 e il 1762 a.C.): i lavori per la costruzione di questo primo sottile canale, a quanto pare, finirono ben mille anni dopo, portati a termine da Dario I di Persia. Quel passaggio non ebbe però vita facile, e dopo essere stato distrutto a più riprese, venne chiuso del tutto nel 755 dal califfo Al-Mansur per ragioni politiche.
I primi a pensare alla costruzione del Canale di Suez in senso moderno furono i Veneziani, alla ricerca di una nuova via verso Oriente per battere i portoghesi, che nel 1498 avevano doppiato il capo di Buona Speranza con Vasco de Gama. Il piano veneziano andò in fumo anche se gli italiani ebbero comunque un ruolo importante nella storia del Canale che collega Mediterraneo e Mar Rosso.
Sul finire del Settecento ci fu anche un tentativo di Napoleone, che cercando la sponda dello Zar Paolo I tentò di avviare i lavori per la costruzione del Canale; il futuro imperatore dei francesi venne però bloccato dall’insuccesso della spedizione egiziana, bloccata dagli inglesi.
La costruzione del canale di Suez
A sbloccare la situazione e a dare la spinta finale per la costruzione del Canale di Suez furono infine i sansimonisti, movimento socialista francese che riuscì a ottenere il consenso del governatore egiziano Muhammad Ali, il quale acconsentì a patto che il Canale rimanesse egiziano e, in ogni caso, aperto a tutte le nazioni.
Negli anni erano stati avanzati diversi progetti, come per esempio quello dell’ingegnere Prosper Enfantin, nel 1830, il quale però prevedeva di poter aprire il passaggio alle sole navi a vapore, le quali rappresentavano una quota decisamente esigua delle imbarcazioni dell’epoca. Il progetto definitivo fu quello dell’ingegnere trentino Luigi Negrelli, che ultimò i disegni nel 1854.
I lavori, coordinati dal diplomatico francese Ferdinand de Lesseps (lo stesso progettista del primo Canale di Panama, raddoppiato nel 2016 dal Gruppo Webuild), iniziarono il 25 aprile 1859, e durarono circa 10 anni. La forza lavoro su cui si poggiò il cantiere fu enorme: si parla infatti di circa un milione e mezzo di egiziani, costretti ai lavori forzati. È difficile calcolare le vittime tra i lavoratori, anche a causa di una epidemia di colera che uccise oltre 120mila operai. 10 anni di lavori, 21mila azionisti francesi e un continuo ammodernamento del cantiere con macchine a vapore e altri dispositivi assolutamente innovativi per l’epoca: la prima nave attraversò il Canale nel febbraio del 1867, e l’inaugurazione ufficiale avrà luogo il 17 novembre del 1869. La festa per il battesimo del nuovo passaggio fu grandiosa, con oltre 2.000 invitati, tra i quali – come ospite d’onore – l’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III.
All’apertura, il canale di Suez misurava 164 chilometri di lunghezza, era profondo 8 metri e largo 53, permettendo il transito a navi con pescaggio massimo di 6,7 metri.
Il canale di Suez protagonista della storia moderna
Come predetto da Renan, il Canale di Suez avrebbe avuto un ruolo centrale nella storia. Il Canale era infatti per il 44% in mano all’Egitto, e per le restanti quote in mano ad azionisti francesi. A causa del forte debito contratto per la costruzione, l’Egitto fu ben presto costretto a concedere la proprio a quota al Regno Unito, con le truppe britanniche a prendere il controllo del passaggio a partire dalla rivolta del militare egiziano Ahmad Orabi, nel 1882.
Le vere crisi intorno al canale di Suez iniziarono però nel secondo Novecento, con il crescere dell’insofferenza dell’Egitto nei confronti dei britannici. L’occasione per rimpadronirsi del canale arrivò nel 1948, durante il conflitto arabo-israeliano, al termine del quale gli egiziani decisero prima di impedire il passaggio delle navi israeliane, e quindi di ripudiare il trattato anglo-egiziano.
Nel 1956 Nasser diede un ulteriore colpo di mano, con la nazionalizzazione della compagnia che gestiva il canale di Suez: questo causò l’intervento militare da parte di Gran Bretagna, Francia e Israele, che portò il passaggio del canale nelle mani dell’Onu, nel tentativo di calmare le acque. Questo non impedì però nuove prolungate chiusure del canale di Suez, in occasione degli scontri tra il mondo arabo e Israele, nel 1967 e nel 1975.
Il raddoppio del canale di Suez
In epoca recente il canale di Suez è stato oggetto di lavori molto importanti: il 6 agosto del 2015 è stato aperto il raddoppio di una parte del canale, con l’apertura di una seconda corsia lunga 35 chilometri, per consentire il passaggio contemporaneo di navi che procedono in direzioni opposte. Attualmente il canale di Suez – che rappresenta il 20% del budget dell’Egitto – è lungo complessivamente 193 chilometri, è largo tra i 200 e i 225 metri ed è profondo 24 metri. Il tempo totale di percorrenza è di 15 ore: le barche si muovono a circa un miglio marino di distanza di sicurezza, procedendo a una velocità di 9 nodi.