Hong Kong scommette sulla mobilità: 25 miliardi per le nuove opere infrastrutturali

Hong Kong è alle prese con una recessione che rischia di mettere in crisi la sua economia. Per contrastarla il governo rilancia gli investimenti nelle infrastrutture strategiche e approva misure di stimolo ai consumi.

Hong Kong, i suoi grattacieli, l’isola sovrastata dal Victoria Peak dove sono concentrate le sedi di alcune delle più grandi banche asiatiche, il mercato notturno di Temple Street, i grandi viali dello shopping e i marciapiedi affollati, segno di una città che cresce a vista d’occhio. Gli abitanti sono oggi 7,5 milioni, ma nel giro di cinque anni se ne aggiungeranno altri 300mila.

La popolazione aumenta, i bisogni cambiano, gli scontri politici degli ultimi mesi hanno alterato la quotidianità per migliaia di persone, ma la vita della grande città non si è arrestata.

Uno scenario in movimento che ha obbligato il governo a fare i conti con una situazione economica instabile, puntando sul sostegno diretto ai consumi e sulla costruzione di grandi opere per rilanciare lo sviluppo.

La crisi internazionale e lo stimolo all’economia

Da un lato le proteste di piazza dei mesi scorsi; dall’altro la crisi internazionale del Coronavirus che a Hong Kong si è fatta sentire più che altrove. Due fenomeni che hanno avuto un impatto significativo sull’economia della città.

«L’economia di Hong Kong – ha spiegato alla CNN Paul Chan, il Financial Secretary della Hong Kong Administrative Region, – affronta quest’anno sfide enormi. E le prospettive non sono delle migliori».

Nel terzo trimestre del 2019 l’economia della città è entrata in recessione e secondo le analisi economiche nel marzo del 2021 il deficit raggiungerà il 4,8% del Pil, il dato peggiore degli ultimi 15 anni. Questo non ha fermato il governo di Hong Kong, deciso a continuare a trasferire risorse nell’economia per far ripartire i consumi. Da qui la decisione di lanciare un pacchetto di misure di stimolo ai consumi, alle quali si aggiungono una serie di sconti fiscali sulle attività produttive.

È stato lo stesso Financial Secretary Paul Chan ad annunciare lo stanziamento di 15,4 miliardi di dollari Usa da distribuire tra tutti i cittadini residenti in città. In media si parla di 1.280 dollari per chiunque abbia superato i 18 anni di età, per un totale di circa 7 milioni di persone.

Quattro grandi opere per modernizzare la mobilità di Hong Kong nei prossimi anni. Obiettivo delle nuove opere è integrare la città con l’area del Pearl River Delta

Una strada obbligata per dare una risposta forte alla minaccia del Coronavirus, ma non l’unica perché – accanto al sostegno diretto ai consumi – il governo ha confermato l’intenzione di proseguire sulla strada degli investimenti nelle grandi opere infrastrutturali, sostenendo con un investimento di circa 25 miliardi di dollari Usa la costruzione di quattro nuove opere considerate strategiche per modernizzare la città, ma anche per stimolarne lo sviluppo in questa fase così delicata.

Infrastrutture contro il congestionamento

Il primo e più costoso tra i progetti di mobilità sostenibile lanciati negli ultimi mesi è stato parzialmente aperto il 14 febbraio scorso. Si tratta della linea ferroviaria Sha Tin-Central, che corre tra Tai Wai e Kai Tak, passando attraverso i quartieri di Hin Keng e Diamond Hill.

L’opera, per la quale è stato stanziato un investimento di 99,1 miliardi di dollari di Hong Kong (12,7 miliardi di dollari Usa), prevede la costruzione di 10 stazioni ferroviarie cittadine, la cui realizzazione è stata divisa in due. Una prima tratta, aperta nei giorni scorsi, e una seconda che invece è stata rimandata e che – secondo gli annunci ufficiali – non dovrebbe essere conclusa prima del 2022.

Accanto agli investimenti sul trasporto ferroviario, il governo di Hong Kong sta sostenendo la modernizzazione della rete cittadina anche promuovendo la realizzazione di opere dedicate alla mobilità su gomma. Da qui la realizzazione del Tseung Kwan O-Lam Tim tunnel, un tunnel a due carreggiate lungo 3,8 chilometri che collegherà la Cross Bay Link nella zona est della città con il Lam Tin Interchange a ovest. Il nuovo tunnel, che costerà 15 miliardi di dollari di Hong Kong (1,9 miliardi di dollari Usa) e sarà terminato nel 2021, rappresenta un’alternativa al TKO, il tunnel già esistente che rappresenta una delle arterie di scorrimento più affollate della città.

Accanto al tunnel, sempre per ridurre il congestionamento, è tuttora in via di costruzione anche una nuova autostrada cittadina, la Central Kowloon Route, che sarà completata solo nel 2025 e per la quale sono stati ad oggi stanziati 42,4 miliardi di dollari di Hong Kong (5,4 miliardi di dollari Usa). L’arteria attraverserà la città per una lunghezza complessiva di 4,7 chilometri collegando West Kowloon con East Kowloon.

Tra le grandi opere da poco realizzate anche l’alta velocità che collega Hong Kong con Guangzhou

Progetti infrastrutturali transfrontalieri: una nuova frontiera con Macao

Per uno snodo commerciale come Hong Kong le frontiere e i collegamenti con il resto della Cina sono strategici. Non stupisce allora che il governo abbia deciso di investire 33,7 miliardi di dollari di Hong Kong (4,3 miliardi di dollari Usa) nella costruzione del Liantang/Heung Yuen Way Boundary Control Point, una nuova via di collegamento sulla frontiera tra Guangdong, Hong Kong e Macao, che interviene sulla frontiera cittadina per rendere più efficiente il trasporto tanto di persone quanto di mezzi e di merci. Secondo il progetto, la nuova infrastruttura dovrà permettere il passaggio giornaliero di 17.850 veicoli e 30.000 passeggeri, alimentando i collegamenti tra Hong Kong e la Greater Bay Area, una delle più importanti aree di sviluppo della Cina.

Come riporta il sito del “Government of the Hong Kong Special Administrative Region”, l’apertura del nuovo collegamento ha richiesto la realizzazione di una serie di opere tra cui un intervento sul corso dello Shenzhen River, la costruzione di una arteria stradale, così come il riposizionamento del Chuk Yuen Village, un villaggio che sorge proprio nelle vicinanze del nuovo passaggio doganale.

L’impatto delle grandi opere sull’industria delle costruzioni

Le grandi opere lanciate in questi anni ad Hong Kong hanno un impatto significativo sul rilancio dell’industria delle costruzioni. Secondo un report firmato da Fitch, le previsioni indicano per il 2020 un’espansione del settore delle costruzioni del 3,2%, risultato raggiungibile grazie ai grandi progetti, ma anche alle tante opere di dimensioni più contenute.
Tutto questo mentre la Hong Kong Special Administrative Region ha annunciato di voler proseguire sulla strada degli investimenti nelle infrastrutture e ha confermato l’intenzione di stanziare nel prossimo decennio 127 miliardi di dollari Usa nel settore, con l’intento di sostenere la crescita e la competitività della città. Una scelta che non è nuova, ma si inserisce in una tradizione di eccellenza in tema infrastrutturale che, proprio negli ultimi anni, ha visto la conclusione e l’ammodernamento di alcune opere strategiche per la città.

Fitch prevede per il 2020 un aumento del giro d’affari delle costruzioni pari al 3,2%

A testimoniare questa propensione per le grandi opere basta guardare la rete metropolitana cittadina, che è arrivata a trasportare 4,9 milioni di passeggeri al giorno, l’Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge, uno dei ponti più lunghi del mondo, che collega Hong Kong con alcune delle città strategiche del Pearl River Delta. E ancora l’Express Rail Link, la linea ferroviaria ad alta velocità che in soli 50 minuti conduce i passeggeri dalla città a Guangzhou passando per Shenzhen.
Tutte grandi opere che offrono un ulteriore stimolo alla città per affrontare le sfide di oggi proseguendo sulla strada dello sviluppo e della modernità.