La scommessa del Tagikistan

Il paese centro-asiatico ha deciso di investire nel suo potenziale energetico

Il Tagikistan ha un enorme potenziale in termini di produzione idroelettrica. Negli ultimi anni il Paese, che ospita la diga Nurek, una delle più alte del mondo, ha cercato di attrarre investimenti internazionali in questo settore considerato strategico. Tra le varie opere attualmente in corso, sono da segnalare la centrale idroelettrica Sangtuda-1, costruita dalla compagnia russa RAO UES, che ha iniziato a produrre energia il 18 gennaio del 2008, mentre Cina e India stanno partecipando alla costruzione di Sangduta-2 e Zerafshan.

A queste si aggiunge l’ambizioso progetto della diga di Rogun, che più di tutti gli altri cambierà la politica energetica del Paese e contribuirà allo sviluppo dell’economia locale, perché rispondere alla domanda di energia del Tagikistan è una voce importante dell’agenda politica per ridurre la povertà e creare un ambiente ricettivo per il business privato.

Durante l’inverno, circa il 70% della popolazione soffre di cali energetici, che sono aumentati in modo considerevole dal 2009, quando il network energetico del Tagikistan è stato separato dal Central Asia Power System e gli scambi energetici con i Paesi dell’Asia Centrale si sono fermati. Il valore degli shortage energetici durante l’inverno è stato calcolato in 2.000 GWh, pari a circa il 20% della domanda energetica invernale.

Il trend macroeconomico

La crescita dell’economia del Tagikistan ha rallentato nel 2015 rispetto all’anno precedente, come effetto di una ricaduta legata al deterioramento delle condizioni macroeconomiche dell’intera regione (la recessione della Russia e il rallentamento della crescita cinese) e della debolezza della domanda globale, unita ai bassi prezzi registrati anche nell’esportazione delle commodities più importanti.

I vincoli posti dalla legislazione sulle migrazioni nella Federazione Russa e il forte deprezzamento del rublo russo dal gennaio 2015 hanno contribuito al calo delle rimesse dall’estero, con un effetto negativo sulla domanda domestica, che a cascata ha influito negativamente sulla crescita nel settore dei servizi, che nel passato hanno dato il contributo maggiore allo sviluppo economico del Paese.

Dushanbe
Dushanbe

Il rallentamento della crescita nei servizi è stato in parte compensato dall’accelerazione nella crescita nel settore delle costruzioni, con l’aumento del numero di progetti finanziati principalmente da stranieri privati e da investimenti pubblici.

Gli investimenti pubblici valgono l’80% del totale degli investimenti, e il 12% del Pil, mentre quelli privati si fermano al 20% (il 3% del Pil), inferiori rispetto alla media degli altri Paesi dell’Europa e dell’Asia Centrale. Gli ostacoli principali citati da imprenditori, sia locali che stranieri, sono l’inadeguatezza delle infrastrutture, l’insufficienza energetica, la debolezza nel sistema normativo e giudiziario, specialmente per quanto riguarda i diritti di proprietà, la tassazione.

Le risorse naturali

Il Tagikistan è considerato una delle economie meno ricche dell’ex-Unione Sovietica. Per il sostentamento dei bisogni fondamentali, il Paese dipende soprattutto dagli aiuti esterni che arrivano dalla Russia e dall’Uzbekistan. Tuttavia il suo territorio è ricco di risorse minerarie come l’argento, l’antimonio e l’oro, e sono presenti anche altri metalli commerciabili come zinco, mercurio, fluorite e stronzio, anche se il materiale maggiormente esportato è l’alluminio.

Le riserve più grandi di oro e argento si trovano nella provincia di Soghd . I combustibili fossili sono   limitati al carbone.
Il settore industriale è focalizzato soprattutto sulla produzione di prodotti chimici e  di alluminio. In particolare, l’alluminio è lavorato nello stabilimento produttivo di Tursunzoda, vicino alla capitale Dushanbe. L’industria tessibile è alimentata dal cotone prodotto localmente. Il cotone è sicuramente uno dei maggiori produttori di reddito per le esportazioni, ma la privatizzazione delle industrie del cotone non è stata ancora completata.

Nel Paese sono inoltre presenti alcune aziende che lavorano il cibo, anche se il settore agricolo soffre ancora oggi i retaggi delle pianificazioni risalenti all’era sovietica.  Alcune colture, come quelle relative a vegetali,   frutta,  cereali, riso e patate, sono tuttora in fase di sviluppo.