Il Guggenheim di Bilbao: il museo che diventa opera d’arte

L’edificio di Frank Gehry è un capolavoro dell’architettura moderna, un museo che è esso stesso un’opera d’arte

Un museo che ha fatto rinascere, a livello internazionale, un’intera città. Sono queste le parole più appropriate per introdurre l’inconfondibile Guggenheim di Bilbao, un edificio che ha saputo concentrare l’attenzione dei visitatori di tutto il mondo su questa cittadina portuale della Spagna settentrionale. Qui, tra le montagne dei Paesi Baschi, sorge infatti la più nota opera dell’architetto canadese Frank Gehry, conosciuta come icona assoluta e per certi versi incontrastata dell’architettura moderna. Concepito per essere un contenitore di opere in quanto museo, il Guggenheim Museum di Bilbao è diventato esso stesso un’ammirata opera d’arte, costruita lì, lungo le acque del fiume Nerviòn e su quelle di un laghetto artificiale, in un’ex area industriale. Il museo ha ospitato e ospita un’ampia e ricca gamma di opere artistiche, realizzate soprattutto nel Ventesimo secolo, con una ristretta selezione di opere classiche. Come suggerisce il nome, Guggenheim Museum di Bilbao è parte della rete di musei della Fondazione Solomon R. Guggenheim, che attualmente conta delle sedi aperte a New York, a Venezia, a Bilbao, ad Abu Dhabi e a Helsinki, laddove invece i musei di Berlino e di Las Vegas sono stati chiusi, rispettivamente nel 2013 e nel 2008.

Frank Gehry, l’architetto del Guggenheim di Bilbao

Prima di parlare del Guggenheim Museum di Bilbao vale la pena soffermarsi sull’architetto che ha concepito un simile disegno. Frank Gehry, universalmente riconosciuto come uno dei maestri del decostruttivismo moderno, ha saputo dimostrare all’umanità un altro modo di concepire e di ideare gli edifici. Non più, quindi, forme geometriche riconosciute o sagome pure, quanto invece linee inusuali e fantasiose, semplicemente inaudite.

Ma a stupire, nell’opera complessiva di Frank Gehry, non sono solamente le forme. L’architetto canadese è conosciuto anche per l’utilizzo dei più diversi materiali, spesso inusuali, come il titanio, la lamiere ondulata e altre leghe metalliche. Quello che cerca Frank Gehry, come più volte dichiarato, è la frattura, se non addirittura il caos.

I progetti firmati dall’architetto, ormai ultranovantenne, sono tantissimi. Proprio in questi anni sono in costruzione, per esempio, due grandi grattacieli argentati a Toronto, e quindi nella sua città natale, nonché l’audace torre contorta della Fondazione Luma ad Arles, nella Francia meridionale. Le opere di Frank Gehry hanno sempre spiazzato il pubblico: del resto lo stesso architetto ha affermato “Se sai cosa farai prima di farlo, non farlo”. Gehry ha vinto il premio Pritzker – conosciuto come il Nobel per l’architettura – nel 1989, e quindi ben prima di progettare il Guggenheim di Bilbao.


La struttura del Guggenheim di Bilbao

Frank Gehry ha sempre avuto un approccio scultoreo all’architettura, e il Guggenheim di Bilbao ne è la massima dimostrazione. Una struttura come questa, va sottolineato, non sarebbe stata in nessun modo concepibile in un’epoca precedente, e quindi prima dell’entrata in gioco dei moderni programmi per la progettazione digitale. Nella sua storia il museo di Bilbao ha ospitato quasi 200 mostre, ma non c’è dubbio nell’affermare che a incuriosire i visitatori, ancor più delle esposizioni, siano proprio le mirabolanti forme delle facciate esterne del museo.

Il museo, la cui sagoma potrebbe ricordare quella della nave, conferma la sua natura acquatica anche per la sua struttura in lastre di titanio, facilmente assimilabili alle squame dei pesci. Inaugurato nell’ottobre del 1997, il museo si estende per 32.500 metri quadrati.

La struttura è rivestita, come anticipato, dalle caratteristiche lastre in titanio, pensate per durare più di 100 anni. Si parla in totale di 42.875 lastre in titanio, che non cercano certo di ridurre l’impatto sul paesaggio circostante, e che però riescono a creare una singolare armonia. Le lastre hanno affrontato un lungo viaggio prima di arrivare a Bilbao. Queste 60 tonnellate di metallo sono state estratte in Russia, per essere poi fuse in Francia. Da lì il titanio è stato trasferito a Pittsburgh, per essere laminato, per poi essere decapato nel Regno Unito. Il penultimo passaggio è invece stato italiano, a Milano, dove le lastre sono state preassemblate. Al termine di questo viaggio si è giunti alle sottilissime lastre di titanio che si possono ammirare sulla struttura del museo.

Oltre al titanio, ci sono altri due importanti materiali a completare le contorte facciate esterne, ovvero delle lastre di pietra calcarea, estratta a Granada, attentamente lucidate prima della posa, nonché le lastre di doppio cristallo termico. Il risultato è una enorme scultura dalle linee curvilinee e ritorte che, vista dall’alto, assume le sembianze di un irresistibile fiore. Ed è proprio un fiore, tra l’altro, la figura che si vede nel momento in cui, all’interno del grande atrio del museo, si volge lo sguardo verso l’alto.

Gli interni del Guggenheim di Bilbao

L’irregolarità della struttura esterna del Guggenheim Museum di Bilbao non può che ripetersi anche all’interno, con volumi complessi interconnessi tra loro in modo vario e sorprendente.

Il punto centrale del museo è un atrio di 900 metri quadrati, alto 55 metri, illuminato sia dalla vetrata superiore, che assicura una stupenda luce zenitale, sia dalle vetrate che danno sul fiume.

Attorno all’atrio si dispongono in tutto 20 gallerie, ordinate su tre livelli, le quali si interconnettono con ascensori, torri di scale e passerelle sospese che seguono le linee curve della struttura. In certi casi si parla di gallerie che assumono forme tradizionali, mentre in altri casi si incontrano delle gallerie assolutamente stupefacenti. Si pensi per esempio alla sala The Fish, alta 24 metri e lunga 170 metri, ideata per ospitare delle enormi installazioni, come quelle colossali di Richard Serra.

L’area esterna del Guggenheim Museum di Bilbao

Anche l’area esterna in cui prende posizione il museo progettato da Frank Gehry merita attenzione. Si pensi per esempio al laghetto artificiale a fianco della struttura, il quale è diventato il teatro delle installazioni di Yves Klein, con le caratteristiche fiamme variopinte che, generate a livello della superficie del lago, si mischiano a sapienti giochi d’acqua.

Va poi sottolineato il sapiente collegamento tra il museo e il Ponte de La Salve, importante collegamento alla città che è raggiungibile mediante una apposita torre. L’obiettivo è evidenziare l’integrazione tra l’edificio di Gehry e il resto della città, facilitato dal resto dalla posizione del Guggenheim Museum, collocato in fondo a una delle vie più importanti di Bilbao, così da collegare la struttura al centro pulsante della città basca.