Lo Story Bridge di Brisbane: un ponte che diventa monumento nazionale

Lo Story Bridge di Brisbane è un ponte situato nella capitale dello stato australiano del Queensland, e solca le acque del fiume che porta il medesimo nome della città (intitolata a Thomas Brisbane, governatore del Nuovo Galles del Sud dal 1821 al 1825). Conosciuta tra le altre cose per essere la terza città più popolosa dell’Australia, Brisbane ha avuto un ruolo cruciale durante il secondo conflitto mondiale: qui, infatti, era insediato il quartier generale del Pacifico del Sud-Ovest del Generale Douglas MacArthur, fatto che, come vedremo, avrà conseguenze importanti anche per quanto riguarda l’utilizzo dello Story Bridge. Proclamata dall’Economist come la 16° città più abitabile del mondo, Brisbane si prepara ad ospitare le Olimpiadi estive del 2032 e presenta diverse interessanti strutture dal punto di vista architettonico. Si pensi al grattacielo 1 William Street, alto 260 metri, completato nel 2016; o si pensi al Brisbane City Hall, costruito un secolo fa e conosciuto per decenni come la seconda più grande costruzione in Australia, immediatamente dopo il Sydney Harbour Bridge. Indubbiamente, però, ad attirare l’attenzione degli appassionati di architettura e d’ingegneria è soprattutto lo Story Bridge di Brisbane: vediamo quali sono le sue caratteristiche.

 

I numeri dello Story Bridge di Brisbane

Lo Story Bridge di Brisbane attraversa l’omonimo fiume, collegando i sobborghi settentrionali e i sobborghi meridionali della città: su di esso transitano veicoli a motore, biciclette e pedoni, così da avere un collegamento diretto tra Fortitude Valley a Kangaroo Point. Lungo complessivamente 777 metri, largo 24 metri e alto 74 metri, è conosciuto come il ponte a sbalzo più lungo dell’intera Australia. Con ponte a sbalzo, va sottolineato, si indica un tipo di ponte la cui struttura è poggiata su delle travi a sbalzo, ovvero su travi vincolate a una sola estremità: il risultato è la creazione di una campata risultante dall’unione delle due campate poste agli estremi laterali. I ponti a sbalzo come quelli di Brisbane vengono chiamati anche a mensola, oppure, in inglese, “cantilever bridge”. Il nome del ponte non ha che fare con un richiamo storico, come si potrebbe pensare a prima vista: la costruzione omaggia infatti John Douglas Story, un famoso uomo delle istituzioni di Brisbane.

 

Il modello del ponte di Brisbane: il Jacques Cartier Bridge

Come verrà sottolineato anche nel paragrafo successivo, negli anni Trenta si decise di costruire un ponte in acciaio e a sbalzo per attraversare le acque del fiume Brisbane. Come modello di riferimento venne preso un ponte terminato proprio nel 1930, il Jacques Cartier Bridge, un ponte a sbalzo che attraversa le acque del Saint Lawrence River tra Montreal Island e Longueuil, nel Quebec, in Canada. Il modello di riferimento è decisamente più lungo, raggiungendo i 3.425 metri, potendo però contare sull’appoggio centrale di Saint Helen’s Island.

 

La costruzione dello Story Bridge di Brisbane

Esisteva già, fin dal 1865, un ponte che attraversava il fiume collegando North Brisbane e South Brisbane, ovvero il Victoria Bridge. Già all’epoca, però, centinaia di persone firmarono delle petizioni per la costruzione di un secondo ponte all’altezza di Kangaroo Point. Solo negli anni Venti, però, si passò effettivamente all’azione, con il professor Professor Roger Hawken della University of Queensland che ottenne l’incarico di progettare una serie di ponti sul fiume, per ridurre la congestione di traffico sul già nominato Victoria Bridge. Un secondo ponte, il William Jolly Bridge, venne quindi costruito tra il 1928 e il 1932.

Nessun progetto, però, prese piede dalle parti di Kangaroo Point. Nel 1933 il governo del Queensland fece la mossa decisiva, assegnando a John Bradfield (conosciuto per essere stato il capo ingegnere durante la costruzione dell’appena terminato Sydney Harbour Bridge) l’incarico di progettare e di costruire un terzo ponte sul fiume: Bradfield propose il progetto di un ponte d’acciaio a sbalzo, prendendo spunto come anticipato dal canadese Jacques Cartier Bridge. Il progetto venne approvato, e nel 1935 la costruzione venne assegnata a un consorzio formato appositamente da due compagnie locali, Evans Deakin e Hornibrook Constructions. A spingere verso il finanziamento pubblico del progetto, è certo, ci fu il desiderio del governo di creare nuovi posti di lavoro durante un periodo nero per l’economia internazionale, come è stata per l’appunto la Grande depressione.

La costruzione iniziò nel maggio del 1935, con i vari componenti creati presso la vicina fabbrica di Rocklea, la quale per certi periodi, per completare il ponte, restò attiva 24 ore al giorno. La prima sfida che i costruttori dovettero affrontare fu la creazione delle fondazioni meridionali, localizzate 40 metri sotto il livello del suolo: si crearono quindi dei cassoni a pressione, con gli operai a lavorare in un ambiente con una pressione fino a 4 volte superiore rispetto alla normalità, così da richiedere lunghi periodi di decompressione alla fine dei turni.

Poco più di 4 anni dopo l’inizio dei lavori, le due sezioni si incontrarono nel mezzo, completando quindi lo sbalzo centrale di 282 metri. Per la costruzione sono state utilizzate oltre 12mila tonnellate di acciaio; non stupisce sapere che nei periodi più impegnativi furono impiegati più di 400 persone.

 

L’inaugurazione e l’utilizzo

Il ponte venne inaugurato il 6 luglio del 1940 dal governatore del Queensland Sir Leslie Orme Wilson, venendo dapprima battezzato come Jubilee Bridge, in onore di re George V; solo successivamente gli venne assegnato il nome attuale, per ringraziare l’impegno profuso da John Douglas Story nello sviluppo della città e del ponte stesso. Fin da subito, per recuperare i costi di costruzione, venne costruito a lato un casello, per raccogliere un pedaggio per ogni passaggio veicolare. Il ponte fu però a pagamento per pochi anni: grazie al massiccio traffico di mezzi dovuti agli spostamenti delle truppe statunitensi durante il secondo conflitto mondiale, infatti, le casse della città trovarono ben presto l’equilibrio, così da poter rimuovere il casello nel 1947.

Il ponte è oggi una delle principali attrazioni di Brisbane; viene pitturato ogni 7 anni, richiedendo ogni volta circa 17.500 litri di pittura, per coprire approssimativamente 105.000 metri quadrati di superficie d’acciaio.