Pochi sanno che le bandiere australiane in testa al Sydney Harbour Bridge vengono sostituite ogni quattro/sei mesi. È questo uno dei tanti interventi di manutenzione ordinaria sui quali vengono dedicate ogni giorno almeno 100 persone, incaricate di proteggere la bellezza e assicurare il perfetto funzionamento di un’opera che non è più e soltanto un’infrastruttura, ma è divenuta un simbolo di Sydney e dell’Australia intera nel mondo.
Dal 1932 (anno della sua inaugurazione) ad oggi, il celebre ponte ad arco che collega il central business district con il North Shore, è cambiato insieme alla sua città, la capitale del New South Wales, rimanendo però uguale nella forma e nelle caratteristiche. Nell’anno della sua apertura ogni giorno 11.000 veicoli percorrevano le sue sei corsie, oggi sono divenuti 160.000.
Il ponte ha segnato la storia della città e istituito nuovi parametri estetici e funzionali per il settore delle costruzioni, tanto che nel 1988 l’opera è stata dichiarata International Historic Civil Engineers Landmark.
Da allora ad oggi Sydney è divenuta una capitale moderna grazie anche al nuovo e ambizioso progetto Sydney Metro, che sta rivoluzionando la mobilità cittadina. La metropoli è cambiata ma il suo ponte, il più grande ponte ad arco al mondo per ampiezza e altezza, è rimasto al servizio dello sviluppo cittadino.
Il progetto del Sydney Harbour Bridge
I primi progetti di realizzazione di un ponte nel Sydney Harbour risalgono addirittura al 1815, ma per una molteplicità di ragioni il progetto definitivo per la costruzione dell’opera è stato approvato solo nel Novecento.
John Bradfield, Chief Engineer of Sydney Harbor Bridge and Metropolitan Railway Construction, fin dal 1912, sostenne con forza questa idea e nel 1915 l’assemblea legislativa del New South Wales approvò il progetto, che fu poi bloccato dal Legislative Council dello stato perché, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, il paese aveva indirizzato tutte le proprie risorse economiche per sostenere lo sforzo bellico.
Al termine della guerra, Bradfield riprese in mano il progetto e nel 1921 presentò una nuova soluzione architettonica, quella di un ponte ad arco. Sia Bradfield che il NSW Department of Public Works presero come esempio l’Hell Gate Bridge di New York City e riformularono il progetto del ponte di Sydney sulla base di questa struttura architettonica. Il 24 marzo del 1922 il contratto di costruzione venne assegnato a un’azienda inglese, la Dorman Long and Co Ltd, perché aveva già lavorato in passato su ponti del genere.
Proprio in quel periodo veniva costruita a Sydney la rete ferroviaria cittadina e così il ponte fu progettato anche per l’attraversamento dei treni. La versione finale del Sydney Harbor Bridge avrebbe così avuto sei corsie per il traffico su gomma, due linee ferroviarie per i treni e una corsia per i pedoni.
La costruzione del Sydney Harbour Bridge
Tutte le fasi di costruzione dell’opera furono comunque seguite da J.J.C. Bradfield, che ancora oggi è considerato il padre del ponte, fin dalla posa della prima pietra che venne celebrata il 28 luglio del 1923.
I primi anni furono dedicati alla realizzazione delle fondamenta, mentre il 26 ottobre del 1928 iniziarono i lavori per costruire l’arco. I lavori di costruzione dell’arco camminarono paralleli sui due lati del ponte, anche se i lavori del lato Nord anticiparono leggermente quelli sulla sponda Sud per verificare eventuali errori di costruzione e non ripeterli anche sull’altro fronte.
I due lati del ponte si incontrarono alla fine il 19 agosto del 1930, che divenne una giornata di celebrazioni per la città di Sydney.
A quel punto iniziarono i lavori stradali: la campata fu completata nel giugno del 1931, quando vennero allestite anche tutte le linee di gas, energia, acqua, telefono. Il primo test risale invece al 19 gennaio del 1932 e poche settimane dopo, il 19 marzo, il ponte è stato aperto al pubblico.
Per volontà del Premier del New South Wales, Jack Lang, in occasione dell’inaugurazione del ponte è stato riconosciuto un giorno di festa nazionale. Migliaia di persone sono accorse ad ammirare il nuovo ponte tanto che la celebrazione è stato il più affollato evento pubblico nella storia della città.
Una volta terminato, il Sydney Harbour Bridge misurava di lunghezza 1.149 metri, 49 metri di larghezza con un peso complessivo dell’acciaio montato sul ponte di 52.800 tonnellate.
L’infrastruttura finale è un’opera essenziale per la vita della città, oltre ad essere bella e per questo presto divenuta anche un simbolo di Sydney nel mondo.
Bradfield, la metropolitana e lo Skytrain
Un filo rosso collega la storia di John Bradfield, Chief Engineer of Sydney Harbor Bridge and Metropolitan Railway Construction, con la metropolitana di Sydney e la sua evoluzione moderna, esplosa con il progetto Sydney Metro, tuttora in via di completamento.
Per le strade di Sydney Bradfield viene ancora oggi definito “the father of modern Sydney”, il padre della Sydney moderna, perché – oltre alla costruzione del ponte ad arco – questo ingegnere nato il 26 dicembre del 1867 a Sandgate, una città del Queensland, è stato l’ideatore e il sostenitore della costruzione della prima rete metropolitana della città.
Dopo l’approvazione del progetto del ponte, l’ingegnere si mise al lavoro su un nuovo sistema di trasporto urbano che potesse sostenere lo sviluppo demografico della città. E così nel 1915 propose al governo dello stato la realizzazione di una metropolitana elettrica che corresse nel sottosuolo cittadino. Il progetto venne momentaneamente bloccato per via della Prima Guerra Mondiale, ma al termine del conflitto fu approvato e diede il via alla costruzione della metro di Sydney, divenuta oggi una delle più moderne e tecnologiche reti metropolitane del mondo. Sydney Metro è l’evoluzione naturale di questa visione, un progetto grandioso di una nuova rete metropolitana, in parte già concluso. Il Gruppo Webuild (Salini Impregilo) è stato incaricato della costruzione del cosiddetto Skytrain Bridge della linea Sydney Metro Northwest, un viadotto lungo 4 chilometri e dotato di un ponte strallato e curvo di 270 metri. L’opera, già terminata, è stata premiata dalla rivista Engineering News-Record come il “2018 Project of the Year” oltre ad essere stata inserita dall’Infrastructure Sustainability Council of Australia nella categoria “World Class Best Practice” proprio in tema di sostenibilità.