2018: l’anno dei grandi investitori

Nell’ultimo anno sono aumentati gli investimenti dei fondi nelle infrastrutture

Finanza e infrastrutture. Se di matrimonio ancora non si può parlare, la relazione tra questi due mondi si consolida fino a trasformarsi in una partnership rinnovata nella costruzione di grandi opere nel mondo.
A dirlo sono i numeri, e in particolare quelli del 2018, che – giunto al termine – lascia un’eredità significativa sul futuro del settore. Secondo un’analisi della società di consulenza Preqin, nei primi nove mesi dell’anno in corso i fondi di private equity hanno investito nel settore 68,3 miliardi di dollari, il 18% in più rispetto allo stesso periodo del 2017, superando il record di 66,2 miliardi messo a segno nel corso dell’intero 2016.
È un segnale importante che spiega come le infrastrutture siano considerate sempre più interessanti dai fondi di investimento e dai gestori di grandi patrimoni, siano essi pubblici che privati.

Chi investe nelle infrastrutture

Accanto ai fondi pensione e ai fondi istituzionali, fanno il loro gioco colossi della finanza privata come il Blackstone Group LP. Quest’ultimo ha costituito un proprio fondo infrastrutturale per il quale ha previsto una dotazione di 40 miliardi di dollari.
Accanto a Blackstone, la compagine dei grandi fondi interessati a investire in infrastrutture è composta da KKR & Co., Stonepeak Infrastructure Partners and I Squared Capital, ognuno dei quali ha investito nel settore 7 miliardi di dollari nel 2018; e da Global Infrastructure Partners e Brookfield Infrastructure Partners, che hanno stanziato nei primi mesi dell’anno dieci miliardi di dollari ciascuno.

Londra

Le prede dei grandi fondi

I settori di interesse sono tanti, dall’energia alle telecomunicazioni, passando per le grandi opere infrastrutturali, quindi ponti, strade, ferrovie, aeroporti, dighe. E il mercato di riferimento è il mondo.
Global Infrastructure Partners ha acquistato nel Regno Unito tre scali aeroportuali, che sono stati ristrutturati e modernizzati; in Italia, ancora Global Infrastructure Partners ha rilevato nell’aprile scorso Italo, il secondo gestore delle linee ferroviarie ad alta velocità. Costo dell’operazione: 1,98 miliardi di euro. Negli Stati Uniti d’America, il Carlyle Group LP ha investito nel rinnovamento dell’aeroporto JFK di New York City, e in particolare nell’espansione del Terminal 1.
I più internazionali in termini di investimenti sul mercato sono però i grandi investitori asiatici che, più di quanto non facciano i competitor statunitensi ed europei, solo molto attivi anche in altri continenti. Nel 2018 il 72% dei fondi di private equity asiatici ha fatto investimenti in Europa e il 68% in Nord America

Il ruolo dell’Asia

Nonostante gli enormi investimenti pubblici nel settore infrastrutturale, negli ultimi anni l’Asia è stata considerata un mercato secondario dai fondi di private equity. Secondo le analisi di Preqin, solo l’11% delle operazioni portate a termine nel 2018 ha riguardato progetti asiatici.
Tuttavia, tanto l’esempio dato dai governi di Cina e Giappone (che secondo l’OCSE negli ultimi dieci anni hanno investito rispettivamente l’8 e il 5% del Pil nelle infrastrutture), quanto lo sviluppo infrastrutturale del Sud Est Asiatico, dimostrano che le opportunità ci sono e contribuiscono ad attirare l’attenzione dei fondi di private equity. 
Il tema è sul tavolo e a Singapore è già in corso l’organizzazione dell’"Infrastructure Investors Forum: Asia”, che per il secondo anno consecutivo mira proprio a riunire alcuni dei principali investitori mondiali intorno al progetto di sviluppo asiatico. L’appuntamento è fissato a Singapore il prossimo 19 luglio del 2019 con l’obiettivo di far incontrare oltre 200 player internazionali interessati a investire nelle infrastrutture
Una grande occasione per i fondi attenti a cogliere le migliori opportunità, e a trovare nuovi mercati su cui investire, oltre a quello europeo e americano.