L’Argentina prende le contromisure sull’impatto economico che la crisi del Coronavirus potrebbe avere nel paese e lo fa lanciando un nuovo piano di investimenti destinati alle infrastrutture.
Il progetto è stato reso pubblico dal ministro dell’Economia Martin Guzman che, parlando con i giornalisti, ha confermato l’intenzione del governo di investire 100 miliardi di pesos (1,58 miliardi di dollari Usa) sulla ristrutturazione e sulla costruzione di nuove opere pubbliche.
«Siamo qui – ha spiegato Guzman alla stampa – per prendere decisioni operative affinché le attività economiche non vengano rallentate da questa crisi».
La decisione di incrementare la spesa pubblica sulle infrastrutture nasce dal bisogno di sostenere l’economia argentina che è stata colpita dal Covid-19 in un momento già molto fragile e al termine di due anni di recessione, e arriva proprio a pochi giorni dal 22 maggio, una data fondamentale per il paese perché entro quel giorno dovrà essere raccolto il parere dei creditori internazionali sulla proposta del governo di ristrutturazione del debito sovrano, scongiurando così il rischio default.
Investire nelle infrastrutture in chiave anticiclica diventa così la strada politica scelta dal governo ricalcando quello che anche altri paesi, dagli Stati Uniti alla Cina, stanno facendo.
Argentina, gli investimenti necessari nelle infrastrutture
Le misure del governo nascono come una risposta immediata alla crisi ma non bastano da sole a colmare il profondo ritardo infrastrutturale del paese.
Secondo il Global Infrastructure Outlook (il centro di analisi sulle infrastrutture del G20), da qui al 2040 gli investimenti previsti nel settore in Argentina sono pari a 452 miliardi di dollari, contro un’esigenza di risorse che raggiunge gli 810 miliardi. In sostanza, il gap infrastrutturale per i prossimi venti anni ammonta a 358 miliardi di dollari.
Scendendo nel dettaglio dei settori, il trasporto ferroviario avrebbe bisogno di 15 miliardi di dollari più rispetto a quelli previsti; 1,3 miliardi in più sarebbero necessari per colmare il gap del settore idrico, mentre il maggiore ritardo viene registrato nelle infrastrutture stradali, dove servirebbero altri 302 miliardi di dollari oltre ai 196 che il paese ha già previsto di investire entro il 2040.
Il bisogno di nuovi investimenti infrastrutturali emerge anche analizzando i dati degli ultimi cinque anni, nel corso dei quali i finanziamenti pubblici alle infrastrutture hanno raggiunto i 45 miliardi di dollari (una media di poco inferiore ai 10 miliardi all’anno), ma gli investimenti dei privati sono rimasti bassissimi e pari a 52 milioni di dollari.
Le grandi opere ancora in corsa
Il settore infrastrutturale si sostiene quasi esclusivamente con il supporto del pubblico. I grandi progetti di interesse nazionale sono infatti finanziati in larga parte dal governo federale, in alcuni casi dalla World Bank e in numero ridotto attraverso partnership pubblico-privato.
Finanziata anche dalla Banca Mondiale è stata la costruzione di un impianto di purificazione e gestione delle acque del Riachuelo, il fiume di Buenos Aires e uno dei più inquinanti del Sud America. Nel progetto Riachuelo, realizzato dal gruppo We Build (Salini Impregilo), è stato costruito un sistema di gestione delle acque reflue attraverso l’istallazione di chilometri di tunnel e canali che hanno portato le fognature nelle case di milioni di persone. L’impatto dell’opera è significativo per l’intera metropoli perché, proprio intorno al bacino del fiume, vive il 23% della popolazione di Buenos Aires.
Tra le grandi opere strategiche terminate dal gruppo WeBuild e già funzionanti c’è la costruzione del ponte Rosario-Victoria, che unisce tra loro le città di Rosario e di Victoria nel Nord Est dell’Argentina. Un’opera maestosa, costituita da un ponte principale lungo 608 metri e 12 ponti minori, che sorvola il fiume Paranà. La sua importanza è legata proprio alla sua capacità di riunire attraverso un collegamento autostradale, non solo le due città argentine, ma ben quattro paesi (Brasile, Cile, Uruguay e Argentina) favorendo gli scambi di persone e merci.
Guardando invece ai progetti in corso negli ultimi mesi, i due più significativi in termini di investimenti sono il cosiddetto Belgrano Freight Railway Rehabilitation e il PPP Highways.
Il primo, per un valore di 3 miliardi di dollari Usa, prevede il rinnovamento di 1.700 chilometri di linee ferroviarie, 900 dei quali già terminati. L’opera è importante per modernizza la rete di trasporto tra alcune importanti città del paese come Tucumàn, Chaco, Santiago del Estero e Santa Fe.
Il secondo progetto (PPP Highways) prevede la manutenzione di 2.500 chilometri di strade statali, di cui 813 chilometri da convertire in autostrade. È il progetto oggi più significativo per il paese, che vale 8 miliardi di dollari Usa, e prevede la partecipazione dei privati nel finanziamento complessivo dell’opera.
La risposta del paese al Covid-19
L’Argentina è stata colpita dal Coronavirus con un notevole ritardo rispetto al Nord America e all’Europa, un po’ come è accaduto a tutto il Sud America.
Al 18 marzo scorso il paese aveva appena 65 casi confermati di contagio e due morti accertati. Nonostante questo, il governo si è mosso con tempestività per chiudere i confini e inaugurare misure di isolamento e di distanziamento sociale.
Proprio questa azione decisa ha anticipato l’esplosione del contagio, come invece accaduto in altre regioni del mondo, e nei primi giorni di maggio – dopo 40 giorni di quarantena – il numero di casi era ancora sotto i 5mila con 214 vittime. Un risultato ottenuto comunque rispettando un severo lockdown che ha causato un contraccolpo economico in un paese già fragile e con un debito pubblico elevatissimo.
In vista dell’impatto della crisi sanitaria sul lavoro e la produzione, sono state varate una serie di misure – oltre ai fondi per le infrastrutture – che puntano ad una risposta immediata. Tra queste, il taglio netto delle tasse, l’aumento delle garanzie per i lavoratori, la distribuzione di pacchi viveri per gli strati più poveri della società.
Per le imprese, invece, il governo ha lanciato una misura di credito garantito da 5,55 miliardi di dollari Usa, destinata principalmente al settore alimentare e della logistica.
È una risposta immediata ad una crisi che si è acuita nelle ultime settimane e che chiama il governo ma anche le istituzioni finanziarie internazionali a elaborare strategie efficaci e innovative per il futuro del paese.