Brasile, energia pulita e investimenti per battere la crisi

Oltre 200 miliardi di dollari da investitori stranieri per far ripartire le infrastrutture

Riportare i capitali internazionali, rilanciare gli investimenti, riattivare un circolo virtuoso capace, attraverso le infrastrutture, di far ripartire l’economia. Non è un compito facile quello che attende il Brasile nei prossimi anni, uno dei paesi più colpiti dal Covid e che proprio nelle scorse settimane ha ufficializzato un piano nazionale interamente basato sugli investimenti infrastrutturali.

«La crisi sanitaria, fiscale e politica – ha spiegato il Ministro delle Infrastrutture, Tarcisio de Freitas – non ha impedito al Brasile di attrarre capitali per espandere le sue infrastrutture».

Solo le concessioni ai privati per la gestione di aeroporti, autostrade, ferrovie e porti – riporta il sito del ministero – hanno assicurato al paese investimenti per 14 miliardi di dollari. Forte di questo interesse internazionale, il Brasile oggi punta al rilancio e lo fa annunciando l’intenzione di ampliare il regime delle concessioni ai grandi gruppi di costruzioni per arrivare ad attirare 200 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.

«Si tratta del più grande programma di concessioni infrastrutturali nella storia del nostro paese», ha aggiunto il ministro. 

Il progetto del governo è quello di attrarre investitori privati e di utilizzare le loro risorse per coprire il deficit infrastrutturale del paese. Ad oggi infatti – secondo i calcoli del Ministro delle infrastrutture – la dotazione annuale per gli investimenti è di soli 1,2 miliardi di dollari, troppo poco per la manutenzione di porti, aeroporti, strade, ferrovie.

Il Brasile – riporta uno studio realizzato da José Tadros, presidente della National Confederation of Commerce – ha investito tra il 2001 e il 2014 in media il 2,2% del Pil nelle infrastrutture, ma per colpare il suo deficit dovrebbe adesso arrivare a investire nel settore il 4/5%.

Proprio le risorse ottenute dalle concessioni, insieme ai nuovi piani del governo, dovrebbero permettere al paese di rinnovare il suo sistema infrastrutturale.

Una nuova primavera per le ferrovie brasiliane

Il trasporto ferroviario è sicuramente un asset strategico per la vita ma anche per lo sviluppo del Brasile. Secondo Fernando Paes, executive director della National Railway Transport Agency, il paese sta vivendo un “momento virtuoso” per la sua rete ferroviaria grazie a una serie di interventi, in corso e in programma.

Il National Logistics Plan del Ministero delle Infrastrutture prevede infatti, entro il 2035, di arrivare a trasportare il 35% delle merci su ferro. Un risultato che sarà ottenuto prima di tutto dal completamento del Ferrogrão, il più importante progetto in corso nel paese, una linea lunga 933 chilometri che servirà principalmente per il trasporto dalla regione del Mato Grosso all’estero di soia e mais. Ancora oggi, le merci vengono trasportate dai camion lungo l’autostrada BR-163, completamente pavimentata solo nel febbraio del 2020.

Il completamento della ferrovia permetterà di passare dalle attuali 70 milioni di tonnellate di soia e mais trasportate in un anno a 120 milioni di tonnellate, una vera e propria rivoluzione per il commercio e le esportazioni delle materie prime che dalla foresta amazzonica arrivano nel resto dell’America Latina o nei grandi porti dove prendono la strada dell’Europa.

Luz Station i São Paulo, Brazil
Luz Station i São Paulo, Brazil

Brasile: energie rinnovabili per trainare il paese

Il rilancio economico e produttivo del Brasile passa anche per la fornitura di energia pulita. In parte per una volontà politica ma anche per  le caratteristiche geografiche del paese, l’idroelettrico rimarrà ancora nei prossimi anni uno dei settori chiave per l’approvvigionamento energetico. Secondo l’ultimo report di GlobalData dal titolo “Brazil Power Market Outlook 2030”, l’idroelettrico continuerà a dominare il settore almeno fino al 2030, quando l’energia prodotta in questo modo sarà pari al 58% del totale della generazione annuale del Brasile.

In termini di crescita, da oggi al 2030, la generazione di hydro energy passerà da 374,1 a 414,4 TWh. I tanti fiumi presenti sul vastissimo territorio brasiliano, così come le precipitazioni atmosferiche molto copiose durante alcune stagioni dell’anno, favoriscono la costruzione e lo sviluppo di dighe e nuovi impianti idroelettrici.

Come accade in molte altre parti del mondo, l’unico rischio è rappresentato ancora una volta dalle siccità, che possono ridurre l’impatto della produzione di hydro energy. Tra il 2014 e il 2017 il Brasile è stato colpito da moltissimi fenomeni di questo genere, e lo stesso sta accadendo nel 2021. Anche per questa ragione, il governo ha spinto moltissimo sullo sviluppo delle energie rinnovabili per limitare l’impatto negativo sull’ambiente. Il National Energy Plan punta proprio a sostenere gli investimenti nel settore nei prossimi anni, anche per lasciarsi alle spalle una crisi che ha avuto un impatto significativo anche dal punto di vista energetico. Nel 2020 il consumo generale di energia è diminuito dell’1,4% e anche per questo la Brazilian Electricity Regulatory Authority ha approvato il trasferimento di 400 milioni di dollari alle compagnie del settore colpite dal Covid-19.

Adesso il paese punta a recuperare il terreno perduto, puntando sulle energie sostenibili e sul rilancio delle infrastrutture, con l’aiuto dei privati e l’obiettivo di modernizzare l’intero sistema produttivo.