L’acqua per frenare i cambiamenti climatici: il ruolo delle grandi infrastrutture

Le infrastrutture per assicurare un efficiente utilizzo dell’acqua e produrre energie pulite

Acqua e cambiamenti climatici. È questo il tema lanciato dal “World Water Day 2020”, intorno al quale si gioca il futuro del pianeta, ma anche il ruolo delle grandi infrastrutture complesse, chiamate oggi più che mai a dare una risposta al bisogno sempre più diffuso di sostenibilità e tutela dell’ambiente.

«L’acqua può aiutare a combattere i cambiamenti climatici» si legge sul sito del “World Water Day”. Per farlo, però, è necessario trasformare questa risorsa in un motore per la produzione di energia pulita; utilizzarla come elemento essenziale per la tutela della salute delle persone; metterla al servizio di uno sviluppo sostenibile. Un obiettivo raggiungibile solo grazie a investimenti massicci nel settore. L’High Level Panel on Water delle Nazioni Unite calcola a questo proposito che – per rispondere al bisogno mondiale di infrastrutture idriche – entro il 2030 dovranno essere spesi 6,7 trilioni di dollari.

Investimenti che possono trasformare un’emergenza in un’occasione di sviluppo che – a ridosso del “World Water Day 2020” – diventa un imperativo per i grandi gruppi attivi nel settore delle grandi opere.

Per questo Salini Impregilo ha scelto di investire gran parte delle proprie risorse e di indirizzare le proprie strategie di business proprio nei settori clean water e clean hydro energy, due ambiti essenziali per aiutare i governi mondiali a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dalle Nazioni Unite

Idroelettrico: l’energia pulita che nasce dall’acqua

L’idroelettrico è la prima fonte di energia rinnovabile, e garantisce i 71% di tutta l’energia rinnovabile mondiale. Sostenerne la diffusione significa intervenire in modo massiccio su una delle cause principali di inquinamento. Il settore energetico è infatti responsabile dei due terzi delle emissioni di gas serra, e nonostante questo ancora 840 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità. Sfruttare l’acqua per produrre energia è quindi la strada per abbattere in modo significativo l’inquinamento atmosferico.

Una strada che Salini Impregilo presidia confermando la sua posizione di leader mondiale del settore.

Il 51% dei nuovi ordini del gruppo appartiene infatti al settore delle clean hydro energy, impianti idroelettrici che utilizzano l’acqua per produrre energie. Un risultato raggiunto grazie a una presenza storica nel settore, che nasce dalla costruzione delle grandi dighe in Africa e arrivata fino alla realizzazione del mega progetto Snowy 2.0 in Australia, il più grande impianto idroelettrico nella storia di quel paese.

Con una potenza installata di 45.000 MW, le opere di Salini Impregilo assicurano ogni giorno energia pulita per decine di milioni di persone nel mondo e quelle in costruzione (in Etiopia, Tajikistan e Australia) permetteranno da sole un abbattimento delle emissioni pari a circa 14,5 milioni di CO2 all’anno.

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World Water Day 2020: ecco le infrastrutture per proteggere questa risorsa

Il secondo settore strategico sul quale questo “World Water Day” sta sensibilizzando il mondo è quello delle clean water, acque pulite per le popolazioni che lamentano un sempre più difficile accesso a questa risorsa. Un’emergenza ben descritta dai numeri delle Nazioni Unite: 5 miliardi di persone vivono oggi in aree a rischio di carenza idrica, 2,4 miliardi non hanno accesso all’acqua potabile, 4,2 miliardi non hanno accesso a servizi sanitari moderni, mentre l’80% degli scarichi idrici mondiali viene rilasciato nell’ambiente senza i trattamenti adeguati.

In questo caso l’imperativo è invertire la tendenza, realizzando impianti che permettano di gestire in modo efficiente l’acqua disponibile, senza disperderla e soprattutto trattandola affinché possa essere utilizzata per la vita di tutti i giorni.

Da Washington D.C. a Buenos Aires, dal Medio Oriente all’Africa, Salini Impregilo ha avviato una serie di progetti in giro per il mondo per gestire al meglio l’acqua, evitando le dispersioni, risanando i grandi fiumi, e riducendo così l’inquinamento delle metropoli. Accade nella capitale degli Stati Uniti dove le acque reflue vengono trattate da un impianto costruito proprio da Salini Impregilo che consente al tempo stesso di disinquinare i fiumi cittadini, con il progetto Anacostia e NEBT (Northeast Boundary Tunnel), nell’ambito del mega progetto Clean Rivers Project, e lo stesso nella capitale argentina dove l’impianto costruito sul fiume Riachuelo ripulisce uno dei corsi d’acqua più inquinati del Sud America.

L’evoluzione successiva del trattamento dell’acqua è la sua potabilizzazione, un processo complesso in cui Salini Impregilo è leader attraverso la controllata Fisia Italimpianti, azienda specializzata nel campo della desalinizzazione, potabilizzazione e trattamento. Il gruppo è oggi partner di clienti pubblici e privati in aree del mondo dove l’acqua scarseggia, come ad esempio il Medio Oriente, e qui realizza infrastrutture idriche fondamentali per milioni di persone, capaci – tra l’altro – di desalinizzare l’acqua del mare rendendola potabile.

L’acqua diventa così strumento di sostenibilità. “Acqua e cambiamenti climatici”, come indicano le Nazioni Unite. La prima per mitigare i secondi, offrendo al pianeta un futuro sostenibile e ai suoi abitanti un’occasione di riscatto e di benessere.

Il futuro dell’acqua e gli investimenti necessari

La modernizzazione delle reti infrastrutturali, accompagnata a un accesso alle nuove tecnologie che rendano le infrastrutture idriche più efficienti, sono imperativi categorici rispetto a un’urgenza divenuta globale.

Dagli anni ’80 ad oggi, l’acqua utilizzata è cresciuta ad un ritmo dell’1% all’anno, un trend che si lega a tanti fattori, tra cui l’aumento della popolazione, lo sviluppo economico, i mutamenti intercorsi negli stili di vita quotidiani. Questo ritmo, secondo l’ONU, proseguirà invariato fino al 2050, anno in cui arriveremo a consumare il 30% in più rispetto ad oggi.

Il problema della scarsità di acqua – già attuale – rischia quindi di diventare drammatico, anche dal punto di vista economico. Ogni anno le siccità provocano danni pari a 5,4 miliardi di dollari, che arrivano a 31,4 miliardi per le inondazioni. Servono quindi investimenti in nuove infrastrutture che assicurino un utilizzo efficiente dell’acqua, evitando ad esempio – come accade ancora oggi – che il 25-30% dell’acqua gestita nelle reti idriche mondiali venga disperso.

Da qui l’allarme lanciato dall’High Level Panel on Water: entro il 2030 a livello mondo dovranno essere spesi 6,7 trilioni di dollari per colmare il gap infrastrutturale, destinati a diventare 22,6 trilioni entro il 2050.

È questa la sfida che attende i governi mondiali nei prossimi mesi, una sfida in cui le infrastrutture idriche possono giocare un ruolo determinante per proteggere una risorsa così preziosa come l’acqua.