Siccità in Spagna: più dissalatori per la gestione delle risorse idriche

Nella penisola iberica sono in attività 750 impianti tra cui il più grande d’Europa

L’unico vero deserto d’Europa si trova in Spagna, a nord di Almeria, nell’Andalusia È il deserto di Tabernas dove le precipitazioni non raggiungono i 250 mm in un anno. Per molti, però, la preoccupazione è che le ambientazioni uniche di quell’area (che non a caso sono divenute set di film western), diventino comuni in un paese dove le piogge sono sempre più scarse e l’acqua assomiglia a un miraggio.

Oggi, la siccità in Spagna sta vivendo uno dei picchi più alti della storia recente del Paese, una crisi così profonda da portare i bacini ai livelli di guardia e far tremare la gestione delle risorse idriche. In alcune regioni la situazione è particolarmente grave, come nel caso della Catalogna, dove i bacini idrici sono ormai riempiti al 16% appena della loro capacità. Non a caso, proprio a Barcellona è in funzione dal 2009 l’impianto di dissalazione più grande d’Europa, essenziale per trasformare l’acqua del mare in acqua dolce. L’impianto di El Prat de Llobregat è infatti in grado di trattare 200.000 metri cubi di acqua al giorno, può rifornire 1,3 milioni di persone e nel 2023 ha assicurato il 33% dell’acqua potabile utilizzata dall’area metropolitana.

Il caso di Barcellona non è isolato, perché la metropoli spagnola è la bandiera di un paese che ha scelto la dissalazione come strumento primario per risolvere il problema idrico. La Spagna è tra i paesi che investono di più nella costruzione e gestione di impianti di dissalazione e il quarto in assoluto per volume di acqua trattata con questa tecnologia dopo Arabia Saudita, Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti. Attualmente in Spagna sono in attività 750 dissalatori, di cui 99 di grandi dimensioni capaci di produrre tra i 10.000 e i 250.000 m3 di acqua dolce al giorno.

Il dissalatore più grande d’Europa

El Prat de Llobregat è una località marina della Catalogna non lontana dall’aeroporto internazionale di Barcellona. Ed è qui che si trova il dissalatore più grande d’Europa, a due chilometri dal mare. Ma nonostante ciò, la comunità catalana non può dirsi al riparo dalla crisi idrica tant’è che il governo locale e quello nazionale hanno sbloccato i finanziamenti (500 milioni di euro) per realizzare – come annunciato a inizio anno dalla Vicepresidente del Governo di Spagna e Ministra della Transizione ecologica Teresa Riberia – altri dissalatori e altre misure di protezione e distribuzione dell’acqua. Tra i progetti previsti ci sono i nuovi impianti di Tordera a Blanes (Girona) e uno nel fiume Foix, a Cubelles (Barcellona) e la possibilità di trasferire acqua dolce da Sagunto (Valencia) a Barcellona su 4 navi.

La gestione delle risorse idriche passa dal maggior uso dei dissalatori

La dissalazione è una tecnologia diffusa ormai in tutto il mondo. I dissalatori in attività sono circa 160.000, presenti in 180 paesi, un dato che dimostra come lo sviluppo industriale di questi impianti sia per molti stati la risposta più efficiente e sicura alla crisi idrica. L’italiana Fisia Italimpianti, società del Gruppo Webuild, è leader mondiale nella dissalazione e con i suoi impianti oggi serve 20 milioni di persone, con una capacità di 4,8 milioni di metri cubi al giorno di acqua dissalata se si calcolano gli impianti realizzati e quelli in costruzione. Tra questi, ci sono alcuni dei più grandi e innovativi dissalatori al mondo realizzati in Oman, Arabia Saudita, Dubai, Abu Dhabi e Qatar, proprio quei luoghi dove l’acqua è più scarsa e dove trovare una nuova via per accedere all’oro blu diventa una questione di sopravvivenza.