Mobilità sostenibile: gli esempi virtuosi delle grandi capitali

Le grandi città guardano alla mobilità sostenibile per ridurre l’inquinamento

La lettera inviata pochi giorni fa ai leader delle 20 principali economie mondiali con cui alcuni tra i più importanti fondi internazionali d’investimento hanno chiesto azioni urgenti per frenare i cambiamenti climatici, riapre il tema della crescita sostenibile e del futuro delle infrastrutture “verdi”, capaci cioè di sostenere lo sviluppo senza danneggiare l’ambiente. Nel dibattito è intervenuto pubblicamente il 5 giugno scorso Mohamed Mezghani, Segretario Generale della International Association of Public Transport (UITP), lanciando un appello in favore degli investimenti nella mobilità sostenibile identificati come lo strumento migliore per combattere l’inquinamento cittadino, ridurre i tempi di trasporto, eliminare il congestionamento sulle strade.
In un’intervista rilasciata all’International Railway Journal, Mezghani ha spiegato che la domanda di mobilità cittadina è in costante crescita, ma i tempi medi di costruzione delle nuove linee metropolitane sono ancora troppo lunghi.

Mobilità sostenibile: i numeri delle metro nel mondo

All’interno di un’analisi pubblicata poche settimane fa, l’International Association of Public Transport ha fornito un quadro dettagliato dello sviluppo del trasporto su ferro nel mondo. I progetti di trasporto urbano su ferro completati nel 2018 sono stati 121, per un totale di 1.270 chilometri. Un dato in leggero ribasso rispetto ai 1.348 chilometri di metropolitane inaugurati nel 2017, e che segna anche un’inversione di tendenza significativa rispetto ai precedenti quattro anni, nel corso dei quali la crescita media annuale è stata del 36%.
Rispetto al totale del trasporto su ferro, le linee metropolitane inaugurate nel 2018 sono state 75 in 17 paesi e 39 città per una lunghezza complessiva di 960 chilometri. Rispetto a queste, il 62% sono linee totalmente nuove, il restante 38% sono invece estensioni di linee esistenti.
Con l’inaugurazione della metro nella città di Urumqi, in Cina, il numero totale delle città con linee metropolitane è arrivato 181 città.

Trasporto sostenibile: dalla Cina a Parigi le metro dei record

La corsa alla mobilità sostenibile riguarda ormai tantissimi paesi, anche se nessuno tiene il ritmo della Cina. Negli ultimi dieci anni in Cina sono state inaugurate 100 nuove linee metropolitane, un record assoluto che ha coinvolto lo sviluppo di tantissime città, molte delle quali con una popolazione che supera i 10 milioni di abitanti. Ma – come ricorda la International Association of Public Transport – nonostante la Cina difenda il suo primato in termini numerici, i progetti di reti metropolitane più ambiziosi al mondo oggi in costruzione sono altrove. In particolare il segretario generale della UITP ne indica due: il Grand Paris Express e la metro di Riyadh. Entrambi i progetti, sui quali sta lavorando anche Salini Impregilo, hanno una portata unica per l’impatto che avranno sul futuro delle due città.

Grand Paris Express, le TBM in viaggio

Il Grand Paris Express sarà una linea lunga 200 chilometri che collegherà quasi tutti i comuni della Île-de-France, attraverso 68 stazioni. La costruzione dell’opera, secondo la Société du Grand Paris (la società che gestisce la realizzazione dei lavori), darà lavoro ogni anno a 15mila persone, oltre al fatto che – una volta terminata – il 90% della popolazione parigina vivrà a una distanza massima di due chilometri da una stazione di metro. Per concludere il progetto ci vorranno 35 miliardi di euro e 15 anni di lavori, ma l’impatto economico sarà significativo se è vero che – come ha calcolato la Camera di Commercio della Île-de-France – grazie proprio allo sviluppo del progetto l’area della Grande Parigi produrrà entro il 2030 un Pil aggiuntivo pari a 140 miliardi di euro.
Nel raggiungimento di questo obiettivo, a cui concorre Salini Impregilo, la TBM Koumba, che realizzerà gli scavi per l’estensione della linea 14 Sud della capitale francese (una delle quattro sezioni dell’opera), è pronta per il primo viaggio.

Il trasporto sostenibile nella capitale saudita

Ugualmente complesso ma diverso nella sua strutturazione è il progetto di costruzione della metro di Riyadh. In questo caso in città è in corso la costruzione di sei linee differenti che si intersecano tra di loro e che insieme copriranno una distanza di 176 chilometri. La realizzazione dell’opera, per la quale è previsto un investimento di oltre 20 miliardi di dollari, arriverà a occupare nel totale oltre 50.000 persone, ed avrà un impatto significativo sulla qualità della vita della città saudita. Il consorzio di cui è parte Salini Impregilo sta realizzando la Linea 3 (Orange Line), la più lunga delle sei previste che raggiungerà i 41,2 chilometri divisi in 22 stazioni.

Sostenere la costruzione delle metro

L’appello dell’International Association of Public Transport punta proprio sulla sostenibilità del trasporto cittadino su ferro, che garantisce livelli di inquinamento di gran lunga inferiori rispetto a quello su gomma. I numeri raccolti in base a vari report di sostenibilità aziendali redatti dalle società che gestiscono alcune delle più importanti reti metropolitane al mondo dimostrano che, ad esempio, la metro di New York evita ogni anno l’emissione nell’ambiente di 15 milioni di tonnellate di CO2, che diventano 12,9 milioni per la metro di Los Angeles, e 2,4 milioni per le reti gestite dalla società RENFE in Spagna.
Anche per questa ragione l’Associazione chiede agli stati di aumentare gli investimenti in questo modello infrastrutturale, sperimentando soluzioni alternative che possano comunque essere utili al raggiungimento dell’obiettivo.
«A Hong Kong, ad esempio, - commenta il numero uno della UITP – alcune stazioni sono state vendute ai privati, e le risorse incassate utilizzate per costruire nuove infrastrutture; a Riyadh sono stati incassati 250 milioni di dollari dalla vendita dei naming rights per le stazioni, che riporteranno i nomi dei loro sponsor. Lo stesso sta facendo Dubai, mentre le amministrazioni di New York City, Singapore, Londra e Stoccolma sono intenzionate a prevedere l’istituzione di una imposta per chi è responsabile del congestionamento cittadino, che magari preferisce utilizzare l’automobile al mezzo pubblico».
Si tratta di soluzioni alternative, utili per non far pesare solo sulle casse pubbliche il costo di un’infrastruttura essenziale per assicurare in futuro uno sviluppo sostenibile della vita nelle grandi città.