Opere in costruzione nel mondo: i cantieri più impegnativi

Da Panama alle Alpi, dal Pakistan all’Etiopia, la vita nei megacantieri

Non è facile lavorare a 565 metri con le gambe appese in un canyon. Succede in Cina dove il Beipanjiang Duge, il ponte più alto del mondo, è stato costruito grazie a un cantiere complesso dove molti dei mille tra operai e ingegneri impegnati nella costruzione dell’opera hanno sofferto pesantemente di vertigini.
Del resto, dalla giungla panamense alle rocce del San Gottardo, dagli altipiani etiopi al sottosuolo di Singapore, fino alle regioni più estreme del Pakistan, i grandi cantieri sorgono in alcune delle aree più inospitali del Pianeta, dove il bisogno di infrastrutture è essenziale per lo sviluppo dei popoli. Vi lavorano migliaia di uomini, spesso in condizioni difficili, chiamati a sopportare il caldo asfissiante o il freddo intenso, adattandosi alle condizioni climatiche dei luoghi ed elaborando soluzioni sempre più innovative per portare a termine il loro compito: dar vita a una grande opera.

Lavorare sotto le Alpi

Il traforo del San Gottardo, con i suoi 57 chilometri, è il tunnel ferroviario più lungo del mondo. L’opera è stata inaugurata il 1° giugno del 2016 e una volta raggiunta la piena operatività sarà in grado di accogliere 260 treni merci da 3.600 tonnellate al giorno e 65 treni passeggeri. Nel cantiere hanno lavorato 2.600 operai in condizioni estreme, con 2.500 metri di roccia sopra la testa, a temperature che – in inverno – hanno raggiunto i 50 gradi sotto lo zero. Secondo il programma Rai “Caterpillar”, per realizzare il tunnel, gli operai hanno scavato 150 km di gallerie e rimosso 73 diversi tipi di roccia per un totale di 28 milioni di tonnellate. Le condizioni erano così estreme che spesso, come riporta la radiotelevisione svizzera, gli ingegneri diffondevano nel sistema audio la Nona sinfonia di Beethoven e l’Inno alla Gioia di Schiller per allietare gli operai e aiutarli psicologicamente.

Nella selva di Panama

Quando i lavori per la costruzione del Nuovo Canale di Panama sono iniziati, nel 2009, i tecnici di Salini Impregilo, che ha realizzato l’opera come partner di un consorzio internazionale, hanno dovuto dar vita ad un cantiere su 370 ettari di terreno inaccessibile, nel cuore della giungla panamense.
Il primo lavoro, affidato a un gruppo di esperti, è stato quello di catturare, catalogare e spostare in altre aree della foresta 500 esemplari di animali selvatici, tra cui scimmie e coccodrilli. Una volta avviato, il cantiere ha occupato – fino all’inaugurazione del 26 giugno 2016 – 30mila persone, con picchi di 11.500 persone impegnate nello stesso momento. Operai, tecnici specializzati, esperti di movimentazione dei materiali, ma anche ingegneri, tecnici logistici, cuochi, esperti di finanza, le figure professionali erano disparate e tutte dedicate al funzionamento di un cantiere simile a una città. 
Nel corso della sua attività sono stati prodotti al suo interno 5 milioni di metri cubi di calcestruzzo (più di quanti ne abbia prodotti l’intero stato di Panama), realizzati 74 milioni di metri cubi di scavi, movimentate 290.000 tonnellate di ferro, per un totale di 100 milioni di ore di lavoro.

Singapore

Esercizi psicologici nella metro di Singapore

Da circa tre anni Singapore sta portando a termine la fase di ampliamento del suo trasporto sotterraneo. Un’opera grandiosa che prevede la costruzione di 33 km di gallerie e 29 nuove stazioni per un progetto da 6 miliardi di dollari. Nei cantieri sono impegnati più di 5.000 uomini divisi in due turni, giorno e notte, e con tassi di umidità vicini al 100%: il loro è un lavoro in condizioni estreme e a descriverle è un documentario realizzato dalla rete tv Dmax. Secondo la ricostruzione, la giornata inizia la mattina presto con esercizi di riscaldamento fisico e incitamento psicologico, prima di scendere a 25 metri sotto il livello del mare. Una delle maggiori difficoltà è stata adattarsi alle caratteristiche della città stato, un’isola dove vivono 4 milioni di persone in uno spazio ristretto con una densità di 15mila abitanti per miglio quadrato. La scommessa è stata infatti scavare sottoterra muovendosi nella fitta rete delle fondamenta degli edifici, senza ovviamente intaccarla.

Al lavoro protetti dall’esercito

Tra i cantieri attualmente aperti nel mondo, uno dei più importanti per gli sbocchi commerciali è il corridoio economico fra Cina e Pakistan, un complesso di strade, ferrovie e reti energetiche tra Kashgar in Cina occidentale e la città portuale di Gwadar, in Pakistan. Si tratta di un cantiere strategico anche dal punto di vista storico perché può pacificare regioni politicamente instabili nel subcontinente indiano e dell’Asia centrale. E infatti i 7mila operai cinesi che vi lavorano sono protetti da 14mila agenti di sicurezza pachistani, in particolare nelle regioni del Punjab, Islamabad e Balochistan. Quest’ultima è considerata l’area più pericolosa per la presenza di guerriglieri separatisti e fondamentalisti eppure sono stati già aperti 8 cantieri, che fanno parte dei 330 avviati dal progetto. Solo in Balochistan, più di 3.100 uomini dell’esercito garantiscono la sicurezza degli operai al lavoro.  

Gerd, una palestra per i lavoratori

Sulle rive del Nilo Azzurro un esercito di lavoratori etiopi è impegnato per costruire la più grande diga africana, e una delle prime dieci al mondo. Sono raccolti nel cantiere di Gerd, gestito da Salini Impregilo, e dove sorgerà una diga alta 155 metri, capace di generare un lago artificiale con un volume complessivo di 74.000 milioni di metri cubi.
Ogni giorno a Gerd lavorano in media 8.500 persone (di cui 8.200 di nazionalità etiope), alle quali si aggiungono 1.250 persone legate all’indotto. Il cantiere è una grande macchina produttiva, simile a un’industria, e infatti tra il 2014 e il 2015 il valore delle forniture affidate alle ditte locali ha raggiunto i 450 milioni di euro.

Ma il cantiere di Gerd ha un’altra caratteristica, quella di essere una palestra per la formazione di tecnici specializzati nel paese. Salini Impregilo organizza costantemente corsi di formazione per i lavoratori, facendone maturare le competenze. Sempre nel biennio 2014-2015 nei due cantieri di Gerd e Gibe III (l’altra grande diga etiope inaugurata nel dicembre 2016 e realizzata sempre da Salini Impregilo), il Gruppo ha erogato 150.000 ore di corsi di formazione.