Proseguono i lavori della nuova diga foranea di Genova che pian piano sta nascendo. Pochi giorni fa, è partito da Savona il terzo cassone in cemento armato che è stato posizionato accanto ai primi due maxi-blocchi che stanno dando forma alla diga.
Per dare un’idea della complessità delle operazioni, movimentare un cassone di queste proporzioni è come far viaggiare in mare un palazzo di otto piani. Questo “gigante”, alto 21 metri e lungo 40, e non è uno dei più grandi tra quelli che formeranno la diga, perché alcuni raggiungeranno anche i 66 metri di lunghezza.
Il 23 luglio alle 7 di sera il cassone galleggiante, forato all’interno come fosse un alveare, ha preso il largo trainato da uno dei rimorchiatori al servizio del cantiere e ha iniziato un viaggio lungo oltre 16 ore. All’indomani è stato posizionato accanto agli altri due.
Nuova diga di Genova, un palazzo di otto piani sul fondo del mare
Posare un palazzo di otto piani a profondità variabili tra i 20 e i 50 metri sotto la superficie del mare, non è un’impresa facile. Nel cantiere marino al largo di Genova, uomini e imbarcazioni sono operativi giorno e notte per completare l’operazione e aggiungere alla sagoma della diga anche il terzo cassone. Saranno oltre 90 i cassoni che andranno a formare i primi 4 km del nuovo sbarramento grazie al quale il porto di Genova potrà accogliere anche le navi più grandi al mondo che oggi raggiungono i 400 metri di lunghezza.
Nello specifico, il cassone ha una sezione interna composta da 45 celle, che sono delle cavità all’interno della struttura. Una volta posizionato accanto agli altri, il cassone inizia la procedura di affondamento venendo progressivamente zavorrato per mezzo dell’acqua del mare. Attraverso una batteria di tubi, poi, vengono pompati all’interno del cassone una media di 16.000 metri cubi d’acqua. Una volta iniziato il riempimento, il cassone inizia ad affondare e viene guidato nella sua posizione accanto agli altri due.
Da questo momento si avviano altre operazioni, come il monitoraggio topografico dei cedimenti e l’analisi della risposta del rilevato ai nuovi carichi a cui è sottoposto, ovvero il peso del cassone riempito di acqua. Una volta completate le attività sopra descritte, prende il via l’ultima fase: l’acqua che ha permesso l’affondamento del cassone nella sua posizione definitiva, viene sostituita da materiale inerte. Servono in media 27.000 tonnellate di materiale per riempire ciascuno di questi maxi-blocchi, materiale prevalentemente derivato dai dragaggi portuali o dalle demolizioni della diga esistente. È questo l’ultimo passaggio che completa il processo di posa dei giganti della diga.
Le fondamenta che accolgono i giganti
I cassoni della nuova diga foranea di Genova non vengono poggiati sul fondo del mare. Alle spalle c’è infatti un complesso processo di rafforzamento dei fondali sui quali sarà costruita la diga, processo che cammina di pari passo con la posa dei cassoni e che è tuttora in corso nel cantiere marino di Genova. A condurre le danze in questo caso sono due enormi imbarcazioni: il Venezia, lunga 66 metri e larga 24, e il Boa Barge 34, lunga 140 metri e larga 35.
La caratteristica di queste imbarcazioni è quella di essere nate come semplici chiatte galleggianti, sulle quali è stata allestita tutta l’attrezzatura necessaria per eseguire il lavoro. Gli elementi essenziali di questa attrezzatura sono le gru, con cui si lavora ai consolidamenti dei fondali della nuova diga foranea. Il “Venezia” ne ha due alte circa 45 metri, mentre il “Boa Barge 34” ne ha quattro, che raggiungono addirittura i 65 metri. Al cavo che viene mosso dalle gru viene agganciato il vibroflot, un’asta speciale lunga 18 metri e pesante tra le 14 e le 20 tonnellate, dotata di una testa vibrante lunga circa 2,5 metri e fori da cui esce una miscela aria-acqua pompata ad alta pressione.
Dopo aver posato la ghiaia sul fondo del mare, il vibroflot penetra nel terreno creando cavità. La ghiaia riempie queste cavità e viene compattata dall’azione del vibroflot, formando colonne con un diametro di circa 110 cm e una lunghezza variabile tra 6 e 12 metri. È così che vengono realizzate le 70.000 colonne che costituiscono il fulcro delle fondamenta della nuova diga foranea di Genova, la base su cui i giganti di calcestruzzo si appoggiano (e si appoggeranno) alla fine del loro lungo viaggio in mare.