Una nuova fonte di acqua: la dissalazione

Gli Emirati Arabi puntano sulla dissalazione per superare il problema della scarsità di acqua

Un’idea proposta da una ditta di consulenza di Abu Dhabi sostiene di aver trovato la risposta al problema perenne della scarsità di acqua negli Emirati Arabi Uniti: gli iceberg.
In un video animato che nella scorsa primavera ha catturato l’attenzione dei media, il National Advisor Bureau Limited ha lanciato l’idea di utilizzare delle barche per spingere questi giganti galleggianti di ghiaccio e neve dall’Antartico fino all’interno di un impianto di stoccaggio realizzato nella regione degli Emirati Arabi Uniti.
La soluzione è visionaria, ma interessante, ma fino a quando questo sogno non sarà realizzabile, gli Emirati Arabi Uniti continuano sulla strada di quello che sembra il modo più affidabile per assicurare una fornitura costante di acqua potabile: la dissalazione, vale a dire la lavorazione di acqua estratta dal mare per renderla potabile.

Una rivale di Las Vegas

Dubai, la più grande città della regione, ottiene la quasi totalità dell’acqua utilizzata per bere e per usi domestici da impianti di dissalazione, che sono tra i più grandi al mondo.
Il suo bisogno d’acqua è infatti grande almeno quanto le sue aspirazioni di diventare un hub internazionale del commercio e del turismo, in grado di competere con città come Las Vegas, che hanno fatto dell’acqua uno strumento chiave per attrarre turismo. Grazie all’impianto di dissalazione di Jebel Ali, Dubai, città nel deserto, in pochi decenni si è trasformata da villaggio di pescatori in città di luci e grattacieli, capace di rivaleggiare con Las Vegas. Oltre ad essere diventata la casa del Burj Khalifa – l’edificio più alto del mondo –, ospita ormai eventi di portata mondiale, come il Dubai Desert Classic di golf e il Dubai Open di tennis. Agli eventi si aggiungono anche attrazioni fisse, come la pista di sci e la pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Vista panoramica di Dubai
Vista panoramica su Dubai

Più importante del petrolio

Come altre città degli Emirati Arabi Uniti, Dubai vive su temperature estive che raggiungono i 45 gradi Celsius, le piogge sono scarse, così come le riserve d’acqua.
«Nella nostra regione – ha raccontato all’Associated Press un manager di un’azienda attiva a Dubai – l’acqua è più importante del petrolio». Così, finché non appariranno sulla costa gli iceberg dell’Antartide, con o senza pinguini, la dissalazione è l’unica via d’uscita.

Gestito dalla Dubai Electricity and Water Authority, l’impianto di Jebel Ali ha una capacità produttiva di 470 milioni di galloni imperiali al giorno, equivalenti a 2,1 miliardi di litri.
Il 70% del totale viene dalle cinque stazioni realizzate da Fisia Italimpianti, società che fa parte del Gruppo Salini Impregilo.
La grandezza dell’impianto è comprensibile solo considerando il boom demografico che negli ultimi anni ha vissuto Dubai, e conferma il successo della città nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Secondo le statistiche del governo, nel 2016 i residenti erano pari a 2,7 milioni, il 90% in più rispetto alla decade precedente. E come i residenti, anche il numero dei visitatori è esploso, raggiungendo nel 2016 i 14,9 milioni.