Sicurezza alimentare, in Australia un mega impianto per la produzione di fertilizzanti organici

L’impianto realizzato da Webuild e Saipem diventerà uno dei più grandi produttori di urea al mondo

Tutelare la qualità del cibo e assicurare l’approvvigionamento alimentare anche alle popolazioni dei paesi più poveri. Quella della sicurezza alimentare, al pari dell’accesso all’acqua potabile e dell’energia pulita, è una delle ssfide più importanti e strategiche verso il raggiungimento degli obiettivi Onu per il 2030. In particolare, il cosiddetto SGD2 (Sustainable Development Goal – Zero Hunger) che punta a porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile, ha subito pesanti contraccolpi negli ultimi tre anni.

Secondo il rapporto 2022 della FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations), il numero delle persone nel mondo che non possono permettersi una dieta sana è aumentato di 112 milioni, a quasi 3,1 miliardi. «Mancano solo otto anni al 2030 e la distanza dall’obiettivo SGD2 si sta allargando», sottolinea il rapporto, secondo il quale, le persone che hanno dovuto affrontare la fame sono salite a 828 milioni, circa 180 milioni in più rispetto al 2015, quando sono stati introdotti gli obiettivi 2030.

Le ragioni sono da ricercare, secondo lo studio della FAO, negli effetti della pandemia sulla catena degli approvvigionamenti, nelle conseguenti perdite di reddito economico delle aree già a suo tempo in difficoltà e nei segnali di recessione nei paesi più avanzati che hanno ridotto gli investimenti nei sistemi agroalimentari. Lo studio avverte che i numeri risulteranno ben peggiori quando si avranno stime aggiornate sui danni alla sicurezza alimentare e all’agricoltura derivanti dal conflitto in Ucraina. La guerra ha infatti mandato alle stelle i prezzi del gas e messo a rischio la produzione di uno dei maggiori esportatori di fertilizzanti, l’Ucraina appunto, proprio mentre è in crescita su scala globale la domanda di prodotti, come l’urea, capaci di sostenere l’agricoltura in un’ottica di food security.

La tutela della sicurezza alimentare nell’impianto costruito da Webuild/Clough e Saipem

Tuttavia, buone notizie sono in arrivo dall’Australia, dove è stato annunciato il progetto per la costruzione di uno degli impianti più grandi al mondo per la produzione di urea. Un progetto che assume un valore strategico per l’approvvigionamento mondiale di prodotti agricoli e la stabilità alimentare di centinaia di milioni di persone. Si tratta dell’impianto Urea Ceres che sarà realizzato da una joint venture tra l’australiana Clough (Gruppo Webuild) e l’italiana Saipem per conto della Perdaman Chemicals and Fertilisers nell’Australia Occidentale.

L’impianto, che produrrà urea fertilizzante attraverso la trasformazione di gas naturale prima in ammoniaca e successivamente in urea, utilizzerà la tecnologia all’avanguardia per la sintesi dell’ammoniaca, denominata SynCOR Ammonia™ della Topsoe, che permetterà all’impianto di Perdaman di diventare il più grande impianto di ammoniaca al mondo su singola linea. Per i processi di produzione di urea saranno impiegate tecnologie proprietarie Snamprogetti™ della Saipem, facendo del nuovo impianto australiano un modello di qualità per l’urea prodotta, per l’efficienza energetica e ambientale. Il progetto, infatti, punta a ridurre al minimo le emissioni industriali e il carbon footprint della produzione di fertilizzante, con l’impegno di essere net carbon zero entro il 2050.

Un impianto da record che guarda ben oltre l’Australia

Con questo contratto, dal valore di 2,56 miliardi di euro, che rappresenta il più grande investimento mai effettuato nell’industria australiana dei fertilizzanti, il Gruppo Webuild, attraverso la sua consociata australiana Clough, entra in un nuovo promettente segmento di mercato. L’impianto, che nella fase di costruzione creerà in media 2.000 posti di lavoro, sarà situato nella penisola di Burrup, a circa 20 km a nord di Karratha, sulla costa dell’Australia Occidentale, circa 1.500 km a nord di Perth, e una volta ultimato nel 2027 avrà una capacità produttiva annuale di oltre 2,3 milioni di tonnellate di urea.

Ceres sarà a regime uno dei fornitori di urea a basso costo nella regione Asia-Pacifico e uno dei maggiori produttori a livello globale. Anche per questo il governo della Western Australia ha assegnato al progetto lo status di Project of State Significance, che gli riconosce una priorità tra le opere statali.