Il cantiere New York City

Un piano decennale per rinnovare le grandi infrastrutture cittadine

Due lunghe ciglia bianche svettano verso i grattacieli di Downtown. L’Oculus, con due grandi ali di acciaio alte circa 50 metri e con una parte interrata, è il terzo transportation hub di New York City. Costruito dove si trovava un centro commerciale distrutto dagli attentati dell’11 settembre 2001, nei progetti dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava l’Oculus doveva rappresentare una Fenice che risorge. La corsa verso il futuro, in realtà, è in atto da sempre in tutta la Grande Mela, con i suoi 8 milioni e mezzo di abitanti, ed è per questo che New York studia un piano di investimenti che contribuisca positivamente allo sviluppo della comunità e che, a questa, possa regalare nuove opere simbolo di progresso.

New York City è una città cosmopolita, un caleidoscopio di umanità. La città continua a vantare una rete economica solida e differenziata, grazie soprattutto al suo ruolo di hub finanziario globale che le permette di essere considerata, insieme a Londra e Tokyo, una delle città guida dell'economia mondiale. La Grande Mela ha puntato negli ultimi anni a riqualificare quartieri e aree degradate, trasformando infrastrutture in disuso in nuovi emblemi dell’arte, dell’architettura e della sostenibilità. Un esempio è la High Line, il parco urbano visitato da oltre 5 milioni di persone all’anno e che si estende per circa due chilometri al posto della West Side Line, una linea ferroviaria sopraelevata costruita negli anni Trenta. L’ultimo treno è transitato sulla linea nel 1980, sostituita oggi da un giardino urbano divenuto una passeggiata d’obbligo nella città.

Come ha confermato anche l’incidente di inizio anno, quando un treno della metro ha deragliato ad Harlem ferendo 34 persone, la necessità di nuovi investimenti in infrastrutture è oggi più centrale che mai. La Port Authority of New York and New Jersey (PANYNJ), una delle più importanti istituzioni dell’area metropolitana di New York, ha recentemente proposto un imponente progetto di modernizzazione della rete infrastrutturale dei trasporti della città. Il piano, del valore di 32 miliardi di dollari da distribuire su un arco temporale di 10 anni, punta a sostenere la competitività dell’area metropolitana che, secondo i piani dell’amministrazione Trump, dovrà essere sempre più orientata verso lo sviluppo di attività internazionali e di esportazione.

HighLine

La PANYNJ, costituita nel 1921, gestisce le più significative infrastrutture di trasporto degli stati di New York e del New Jersey: aeroporti, ponti, tunnel e porti. Parte fondamentale del suo programma è l’ampliamento e la ristrutturazione dell’aeroporto John Fitzgerald Kennedy (JFK). Per far fronte ad un traffico in aumento nell’hub, che nel 2016 ha servito 59 milioni di passeggeri, sono previsti la realizzazione di nuovi terminal, il rifacimento di strade di accesso e parcheggi e l’efficientamento della linea linea ferroviaria AirTrain, con investimenti che ammontano a 10 miliardi di dollari, di cui 7 da finanziati da privati.

Gli investimenti in città continuano invece a passare dalla Subway, per cui il governatore dello Stato di New York, Andrew M. Cuomo, ha richiesto seri interventi di manutenzione e riorganizzazione. Attesa da molti anni dai newyorkesi, è stata inaugurata recentemente la Second Avenue Subway, che permette di migliorare i collegamenti con l’Upper East Side servita finora solo dall’affollatissima Lexington Avenue. Dopo questo primo investimento, del valore di circa 4,4 miliardi di dollari, adesso si punta ad un’estensione della linea fino alla 125esima Strada, a East Harlem, per un costo totale di circa 6 miliardi di dollari.

Dalla metro della quotidianità con il caffè in mano al tunnel del futuro il passo è breve, almeno secondo il patron di Tesla, Elon Musk, che ha annunciato un accordo verbale con il governo statunitense per la costruzione, da parte della società The Boring Company (TBC), di una linea di tunnel sotterranea che dovrebbe collegare New York a Washington in 29 minuti, per una distanza di 329 chilometri. Il progetto si basa sul sistema dell’Hyperloop One, che prevede la levitazione magnetica della "slitta" Hyperloop che accelera lungo binari ad oltre 1.000 km/h, all’interno di appositi tunnel. La realizzazione dell’opera resta lontana, e l’amministrazione cittadina punta intanto alla riqualificazione delle arterie più trafficate, come l’Unionport Bridge nel Bronx County, che sarà sostituito e poi ricostruito nei prossimi due anni dalla Lane Construction Corporation, la controllata statunitense di Salini Impregilo.
Ai viaggi a 1.000 chilometri orari, per il momento i newyorkesi continuano a preferire le passeggiate in bici sull’High Bridge, recentemente riaperto in seguito ai lavori di ristrutturazione. È il ponte più antico di New York City, che collega Washington Heights a Manhattan e Highbridge nel Bronx. Un’opera che si rinnova, ma resta icona di mobilità sostenibile.