Era ancora un giovane documentarista Ermanno Olmi, divenuto negli anni un artista celebrato in tutto il mondo, quando realizzò il documentario “Un metro lungo cinque”, dedicato al lago di Lei.
Ad attirare lo sguardo e la curiosità del regista era stata l’unicità della diga della valle di Lei, costruita negli anni ’50 dalla Girola e Lodigiani (le due società poi confluite nel Gruppo Salini Impregilo), che sorge in un habitat naturale difficile per l’uomo, dove la montagna rendeva inaccessibile il passaggio ai mezzi meccanici.
La costruzione della Diga della Val di Lei
Prima dell’inizio dei lavori, la valle era infatti raggiungibile solo a piedi. Così, per la realizzazione dei cantieri e per il trasporto, vennero costruite due funivie lunghe 15 chilometri, una utilizzata per portare le persone, l’altra per il materiale. Sul lato nord, invece, è stata costruita una strada e da lì un tunnel di accesso ai cantieri. È stato poi allestito un villaggio capace di ospitare 1.500 uomini e quando tutto era pronto, i lavori sono iniziati. Era il 1957 e per terminare l’opera ci sono voluti quattro anni (nel 1962 è stato riempito l’invaso) e 1.080.000 giorni lavorativi.
Nonostante le difficoltà, il risultato è un capolavoro di ingegneria. Il serbatoio ha una capienza di 197 milioni di metri cubi e la diga ad arco, quinta in Svizzera per dimensioni dell’invaso, è alta 141 metri e lunga 690.
La storia della diga è una storia eccezionale perché l’opera sorgeva inizialmente sul suolo italiano, ma è divenuta svizzera a lavori ultimati, dopo una permuta di terreni sottoscritta tra i due Paesi. Attualmente il serbatoio di acqua si trova quasi interamente in territorio italiano, mentre la diga è sul suolo svizzero.
Val Di Lei: i benefici della diga
La costruzione della diga e la nascita del grande lago artificiale hanno contribuito ad alimentare il turismo di montagna che da sempre ama la Val di Lei. Situata nel comune di Piuro, nella provincia di Sondrio, la valle si trova ad un’altezza di oltre duemila metri ed è lunga 15 chilometri.
È l’unica valle alpina italiana che appartiene al bacino idrografico del Reno e infatti dalle acque del lago artificiale nasce il Reno di Lei. Sciatori d’inverno e campeggiatori d’estate sono i visitatori abituali di questo bellissimo spicchio di Alpi, rimasto incontaminato nonostante il massiccio intervento infrastrutturale. Infatti, la valle è tuttora raggiungibile con la macchina solo passando dalla Svizzera e percorrendo la strada che la collega al comune svizzero di Ferrera. Dall’Italia la Val di Lei è invece raggiungibile solo a piedi, scalando il passo Angeloga o altri passi minori che collegano la valle con la Valle Spluga.
Sulla sommità della diga sono stati attrezzati parcheggi dedicati ai camper, per la sosta e il pernottamento e, per tutti quelli che sono interessati alla storia della diga, è stato allestito un Centro didattico con fotografie, pannelli descrittivi e residui di cantiere.
Negli anni il lago è diventato qualcosa di più di un bacino artificiale. La bellezza dello specchio d’acqua trasparente, che assomiglia a una lingua blu che percorre l’intera valle, è resa ancora più limpida dalla sua incredibile ricchezza di fauna ittica che lo ha trasformato in un’attrazione per gli appassionati di pesca sportiva.
Nella stagione della pesca, che generalmente va da giugno a settembre, le sponde del lago si popolano di canne e di lenze lanciate alla ricerca delle grandi trote che vivono sui suoi fondali.
Il fascino incontaminato della montagna, l’aria pulita e pungente, il silenzio e la pace diffusi fanno il resto e contribuiscono a integrare quest’opera dell’uomo con le bellezze della natura.