Dalla “gemella” della MSG Sphere al Kingdom Center, tutte le meraviglie della Penisola Arabica

Riyadh, Doha, Abu Dhabi e Dubai: uno sguardo nel futuro attraverso le infrastrutture

I raggi luminosi che si alzano dalla MSG Sphere di Las Vegas, la gigantesca sfera avveniristica inaugurata nel 2023, rimbalzano sulla volta celeste e atterrano ad Abu Dhabi. È qui che James L. Dolan, presidente esecutivo e Ceo di The Sphere Entertainment, e Mohamed Khalifa Al Mubarak, presidente del Dipartimento della Cultura e del Turismo di Abu Dhabi, hanno promesso di costruire un altro edificio sferico gemello di quello realizzato nella capitale mondiale del gioco d’azzardo.

«Quest’opera sta ridefinendo l’intrattenimento dal vivo», sottolinea il Ceo di The Sphere Entertainment. Con una superficie totale di 54.000 m2 e alta 110 metri, è la struttura sferica più grande del mondo.

Secondo quanto annunciato dagli sviluppatori del progetto, il Dipartimento di Abu Dhabi assicurerà il finanziamento per la costruzione del maxi building, mentre la squadra di The Sphere Entertainment metterà a disposizione tutte le innovazioni già sviluppate a Las Vegas.

La gemella della MSG Sphere nella Penisola Arabica è solo l’ultimo dei grandi sogni infrastrutturali di questo territorio che sta diventando il luogo ideale dove sperimentare le più grandi innovazioni in tema di costruzioni, spaziando dalla cultura ai trasporti, dallo sport all’intrattenimento.

Lo sguardo fisso verso il cielo

Dall’Arabia Saudita a Dubai, la prima corsa compiuta dai paesi della Penisola Arabica, già spettacolare per l’unicità della sua architettura urbana, è stata quella verso il cielo. Qui il record assoluto rimane nell’Emirato dove il Burj Khalifa si conferma il grattacielo più alto del mondo con i suoi 829,8 metri di altezza. L’edificio è stato fortemente voluto dallo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, che ha incaricato di progettare e coordinare la realizzazione dell’opera allo studio Skidmore, Owings and Merrill di Chicago.

Un passo alla volta il Burj Khalifa ha battuto ogni record: nel 2007 (ancora non ultimato) ha superato quello della Willis Tower, diventando l’edificio con il maggior numero di piani al mondo; nel 2008 ha superato la Taipei 101 (allora il grattacielo più alto al mondo), fino al 22 luglio del 2009 quando l’edificio fu completato.

Oltre al Burj Khalifa, proprio a Dubai si trovano i quattro grattacieli più alti degli Emirati Arabi Uniti. Un esempio conosciuto in tutto il mondo è il Kingdom Center di Riyadh, alto 300 metri, con in cima l’iconica mezzaluna, divenuto il simbolo dello sviluppo economico della capitale saudita. La torre di 30 piani alta 300 metri è stata realizzata dal Gruppo Webuild e nel 2002 ha ricevuto il premio Emporis Skyscraper Award come miglior grattacielo al mondo per il design.

Templi dello sport e della cultura

Nell’immaginario collettivo nessun amante dello sport può dimenticare l’incredibile finale dei Campionati del Mondo di Calcio del 2022 vinta dall’Argentina al termine di una lunga battaglia calcistica con la Francia terminata ai calci di rigore.

A ospitare quella partita fu il Lusail Stadium, uno degli stadi costruiti dal Qatar per i mondiali di quegli anni, tutti accomunati dalle medesime novità architettoniche e tecnologiche, a partire dall’aria condizionata essenziale per mitigare il caldo del Qatar.

Come il Lusail, è impossibile dimenticare anche lo Stadio 974, chiamato così perché composto da 974 container semovibili; o ancora l’Al-Bayt Stadium, realizzato dal Gruppo Webuild, a 40km a nord di Doha, una delle maggiori e più innovative strutture sportive al mondo progettato con la forma di una enorme tenda qatarina. Anche in questo caso, un’opera moderna e sostenibile che ha ottenuto la GSAS 4Stars, il rating più alto rilasciato dalla Gulf Organization for Research & Development (GORD), ma anche un simbolo dei valori del calcio definito da Gianni Infantino, presidente della Fifa, come «la casa dove tutti si sentono uniti, e ogni persona si sente più vicina alle altre».

Nella voglia di stupire, i templi dello sport si avvicendano a quelli della cultura, musei come il Louvre di Abu Dhabi che diventano essi stessi opere d’arte. Il Louvre dell’Emirato è stato inaugurato l’8 novembre del 2017 sulla base di un accordo trentennale tra Abu Dhabi e il governo francese. La sua costruzione rientra in un piano da 27 miliardi di dollari che punta alla realizzazione di una cittadella della cultura dove, oltre al Louvre, sono previsti il Museo Nazionale Zayed progettato da Foster and Partners e il Guggenheim di Frank Gehry, forse il museo di arte contemporanea più celebre al mondo.

Correre veloce in metropolitana

L’eccezionalità delle grandi opere urbanistiche, così come la bellezza degli edifici museali e sportivi, si accompagna anche alla voglia di mettere al servizio dei cittadini e dei visitatori delle infrastrutture di primo livello, strumenti di mobilità sostenibile che sostengono la crescita delle città e migliorano la qualità della vita delle persone.

È il caso della metropolitana di Riyadh, rete lunga 176 chilometri, e della metropolitana di Doha, costituita da tre linee che sono state progettate per coprire le esigenze del trasporto urbano periferico e centrale. Alla realizzazione di quest’ultima ha preso parte il Gruppo Webuild, che ha realizzato la Red Line North, una linea lunga oltre 13 chilometri e punteggiata da 7 stazioni. Anche in questo caso si tratta di una mega opera a totale vantaggio della città. Solo nel 2023, infatti, la rete metropolitana di Doha ha compiuto 51,4 milioni di viaggi, evitando di disperdere nell’ambiente 45.900 tonnellate di emissioni di CO2 e limitando in questo modo significativamente l’utilizzo di automobili.