Negli ultimi mesi del 2018 passeggiare nei giardini che abbelliscono l’estremità di The Point (la punta), come viene chiamato il termine della penisola dove i fiumi Allegheny e Monongahela confluiscono per formare il fiume Ohio, non è stato facile per nessuno.
Le grandi piogge che si sono abbattute su Pittsburgh trasformando lo scorso anno in uno degli anni più piovosi nella storia della città hanno influito in modo significativo sulla vita dei cittadini, mettendo a dura prova anche il funzionamento delle infrastrutture idriche, che siano dighe o reti fognarie.
Nell’ultima rilevazione del National Weather Service risalente al 3 dicembre scorso, le precipitazioni dall’inizio del 2018 avevano raggiunto i 135,2 centimetri, appena 10 centimetri in meno rispetto al record di tutti i tempi registrato nel 2004. Sempre secondo l’agenzia del governo federale Usa incaricata di realizzare le previsioni atmosferiche e analizzarne l’impatto sul paese, nel decennio 2009-2018 sono caduti a Pittsburgh 1.018 centimetri di pioggia, contro i 1.005 del periodo 1999-2008 e i 980 centimetri registrati tra il 1989 e il 1998.
Nella “città dei ponti” (così chiamata per l’alto numero di ponti che sovrastano i fiumi Allegheny, Monongahela e Ohio e collegano il centro con l’area metropolitana), considerata da molti uno dei luoghi con la migliore qualità della vita negli Stati Uniti, le violente precipitazioni atmosferiche hanno stressato le infrastrutture idriche rendendo ancora più urgente la necessità di investimenti indirizzati al loro ammodernamento.
Investire nelle infrastrutture idriche
Le infrastrutture idriche di Pittsburgh non sono pronte per sopportare gli effetti dei cambiamenti climatici che, sulla città, si sono fatti sentire in modo violento. Secondo Greg Scott, rappresentante dell’ufficio di Pittsburgh della American Society of Civil Engineers, il buon funzionamento della rete idrica cittadina è garantito solo se le precipitazioni rientrano nei livelli tradizionali. La sua dichiarazione, riportata dal giornale locale “Pittsburgh City Paper”, viene confermata dai giudizi rilasciati dall’ASCE proprio sulle infrastrutture della Pennsylvania che hanno ottenuto un voto C- nella media generale, ma una D (su una scala da A, il valore più alto, a F, quello più basso) nello specifico di quelle idriche, intese come gestione dei corsi d’acqua, reti fognarie, dighe, ecc.
Una risposta al problema è arrivata nel 2018 da parte della Pittsburgh Water and Sewer Authority che ha stanziato 88 milioni di dollari su interventi di riqualificazione della rete idrica cittadina. L’iniziativa è stata anticipata nel 2016 dall’approvazione di un piano comunale per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture “verdi”. Il “City-Wide Green First Plan”, sostenuto dall’amministrazione e dall’Authority idrica cittadina, prevede in particolare la realizzazione di nuove aree verdi che possano assorbire la quantità maggiore di acqua dovuta alle piogge. È un piano su larga scala che mira nei prossimi venti anni a gestire il deflusso delle acque per 1.835 ettari di territorio cittadino attraverso la creazione di spazi verdi.
Il “City-Wide Green First Plan” è un buon punto di partenza, ma non basta da solo a risolvere il problema che si lega soprattutto al comportamento dei grandi fiumi che bagnano la città, dove il ruolo più strategico è svolto da un vecchio sistema di chiuse e di dighe.
Le dighe che proteggono Pittsburgh
È necessario risalire al 1936 per confrontarsi con uno dei momenti più significativi nella storia delle infrastrutture idriche della città. Quell’anno si abbatté su Pittsburgh la Grande Inondazione, quando finirono sott’acqua interi quartieri tra cui Strip District e Downtown. Fu allora che venne avviata la costruzione di un sistema di chiuse e dighe che avrebbero dovuto controllare il flusso dei fiumi scongiurando il rischio di inondazioni. A oltre 80 anni da allora quelle infrastrutture sono ancora essenziali per il controllo delle acque e la protezione della città. Da qui la necessità di intervenire con urgenza quantomeno con interventi di ammodernamento. E il 28 novembre scorso la US Army Corps of Engineers, che gestisce le chiuse e le dighe regionali, ha annunciato per il 2019 un nuovo investimento di 123,7 milioni di dollari.
«Questi fondi aggiuntivi – ha dichiarato il colonnello Andrew Short, comandante del Distretto di Pittsburgh, in un comunicato stampa ufficiale – daranno un contributo utile allo sviluppo dell’economia regionale migliorando i livelli di sicurezza delle nostre infrastrutture idriche. Inoltre questo sforzo ci aiuterà a conseguire l’obiettivo di ridurre le inondazioni, garantire la navigabilità dei corsi d’acqua, proteggere l’ambiente e tutelare la qualità della vita per i cittadini che vivono nel bacino del fiume Ohio».