La metro di Salonicco scava nella storia

I cantieri della metro di Salonicco si sono trasformati in un enorme sito archeologico

La Grecia è uno di quei paesi dove un cantiere può facilmente trasformarsi in uno scavo archeologico e ogniqualvolta una ruspa affonda sotto la superficie, è possibile rinvenire le rovine di una civiltà antica.
Questo sta accadendo a Salonicco, la seconda più grande città dello stato con circa un milione di abitanti dove è in corso di realizzazione la prima linea metropolitana. Man mano che i lavoratori scavavano il sottosuolo per costruire 13 stazioni lungo un percorso di 9,6 chilometri, venivano alla luce reperti antichi, che testimoniavano la ricca storia della città. Qualcosa di simile a quanto accaduto a Roma dove gli scavi per una linea della metropolitana hanno riportato alla luce nuovi resti di Roma Antica imponendo di rivedere i progetti di numerose stazioni centrali.

Anche a Salonicco, le scoperte del sottosuolo – tra cui molte lastre di marmo appartenenti alla famosa strada romana conosciuta come decumanus maximum – hanno reso più complessa la costruzione di una metropolitana nella zona più popolosa e congestionata della città. La difficoltà era quindi doppia: da un lato evitare di bloccare la vita della città; dall’altro non danneggiare i reperti antichi che per secoli sono rimasti protetti nel suo sottosuolo.
Il numero dei siti archeologici è infatti andato aumentando dall’inizio del progetto, dando vita nell’insieme a uno scavo archeologico che copre un’area di 30.000 metri quadrati, il più esteso della città.

La più grande opera pubblica

Con uno stanziamento di 1,2 miliardi di euro, la metro di Salonicco è oggi la più grande opera pubblica greca e oltre alla costruzione della linea e delle sue 13 stazioni, il progetto prevede anche la realizzazione di un deposito per il materiale rotabile e un’officina per la manutenzione delle attrezzature meccaniche ed elettriche.

Una grande infrastruttura che avrà un impatto benefico sui trasporti cittadini, arricchendo l’offerta attualmente garantita dai mezzi di superficie e riducendo così il numero di automobili in circolazione. Una volta pienamente operativa (il termine dei lavori è previsto per il 2020), la linea trasporterà nei momenti di picco 18.000 passeggeri all’ora in ogni direzione con una frequenza tra un convoglio e un altro di 90 secondi. Mentre, per aumentare la sicurezza, le piattaforme delle stazioni saranno dotate di barriere di vetro che si apriranno solo all’arrivo dei treni driverless.

Minimizzare i rischi

Al fine di evitare la distruzione o il danneggiamento dei reperti antichi, Salini Impregilo e i partner della joint-venture che sta realizzando l’opera hanno scavato i tunnel paralleli della metropolitana sotto i 20 metri, una profondità che ha ridotto il rischio di impatto delle Tbm che realizzavano gli scavi.
Ma sono stati gli operai incaricati di muovere trattori e scavatrici in superficie a dover prendere le cautele maggiori per evitare che, rompendo il terreno ad una profondità inferiore di 10 metri, rischiassero di danneggiare i tesori nascosti che preservano il ricco passato della città. Questo ha reso gli scavi ancora più complicati. Nel cantiere dove sorgerà la stazione di Venizelos, per esempio, gli ingegneri stanno progettando come gestire i lavori intorno ai resti per preservarli e lasciare liberi gli archeologi di fare il loro lavoro.
«Stiamo realizzando un nuovo progetto al fine di mantenere nel sito i reperti ritrovati e costruire la stazione metro intorno ad essi» ha spiegato Rainer Dell’Onze, assistente del project manager di Salini Impregilo. «Questo – ha aggiunto – potrebbe dar via ad una soluzione mai realizzata prima».

Salonicco

Un’altra stazione, Demokratias, è stata spostata di 10 metri per posizionare i resti archeologici sopra un muro dell’era Bizantina trovato durante i lavori di scavo.
Demokratias, Venizelos e la futura terza stazione di Aghia Sofia sono state dichiarate “ad alto rischio archeologico” dalla società che sovrintende la costruzione dell’opera, Attiko Metro, confermando così che le scoperte realizzate hanno un’enorme importanza storica. Aghia Sofia ad esempio sorge proprio dove passava il decumanus maximum.
Altre scoperte comprendono le fondazioni di alcuni edifici dell’era Cristiana, un complesso di canali di scarico, un mercato bizantino con negozi e piccoli manufatti come croci, pendagli, braccialetti e anelli d’argento.

Salonicco, gli scavi dela metro mettono in luce un’antica eredità culturale

I ritrovamenti nel sottosuolo non fanno altro che confermare il ricco passato della città. Salonicco è stata infatti fondata nel 315 a.C. da un re macedone, è stata una delle province dell’Impero Romano, ed è divenuta un centro di scambio commerciale tra Bisanzio a Est e Dyrrhachium a Ovest. Nei secoli ha subito le razzie di vari popoli, tra cui Goti, Slavi, Bulgari prima di cadere sotto la dominazione Ottomana, quando – divenendo un porto sui Balcani – la città arrivò ad ospitare la comunità ebraica più numerosa dell’Impero. Nel 1913, dopo il crollo dell’Impero Ottomano, Salonicco è uscita dalla sfera di influenza di Istanbul e si è unita alla Grecia.

Per preservarne la ricchezza archeologica e lavorando a stretto contatto con il ministero greco della Cultura, Attiko Metro intende mettere in mostra i reperti rinvenuti nei lavori di scavo all’interno delle stesse stazioni della metropolitana trasformandole in una sorta di musei sotterranei, accessibili a tutti i viaggiatori.
«I benefici nella costruzione di quest’opera – spiega la società sul suo sito internet – potrebbero essere duplici per Salonicco. Da un lato velocità, sicurezza, comfort e affidabilità assicurate da un sistema di trasporto moderno, dall’altro una conoscenza preziosa dell’eredità culturale della città».