Wivenhoe: il tesoro energetico del Queensland

La centrale idroelettrica di pompaggio alimenta la transizione energetica dello stato australiano

Ѐ stato descritto come il fiore all’occhiello del sistema di stoccaggio energetico del Queensland. E anche se è stato costruito 40 anni fa, il suo ruolo è ancora rilevante per il successo dell’ambizioso piano promosso dallo stato australiano con l’obiettivo di arrivare a produrre quasi tutta la sua elettricità da fonti rinnovabili, proprio mentre ci si adopera per chiudere gradualmente le centrali alimentate a carbone.

Situata a meno di 100 chilometri da Brisbane, la capitale del Queensland, la Wivenhoe Pumped Storage Hydro Power Station è stata la prima centrale idroelettrica del suo genere a entrare in servizio nello stato, e rimane ancora oggi l’unica a fornire supporto alla rete producendo elettricità ogni volta che il vento e i pannelli solari non sono in grado di soddisfare la domanda.

La stazione è stata costruita insieme all’omonima diga nell’ambito di un progetto che aveva come scopo quello di assicurare l’approvvigionamento idrico della regione e la mitigazione del rischio di inondazioni. Un progetto molto vasto che prevedeva, tra l’altro, anche la costruzione di una seconda diga più piccola di nome Split Yard Creek.

Il gioiello del Queensland

La tecnologia del pumped storage prevede che la stazione idroelettrica agisca come una grande batteria ricaricabile, in grado di generare elettricità rapidamente e per brevi periodi di tempo. L’acqua proveniente dalla diga superiore di Split Yard Creek scorre lungo due tunnel e passando attraverso le turbine gemelle della stazione produce elettricità prima di riversarsi nel bacino idrico della diga inferiore di Wivenhoe. Quando la domanda e le tariffe elettriche sono basse, l’acqua viene pompata in alto fino alla diga di Split Yard Creek, ed è sempre la stessa acqua che – come fosse in un circuito chiuso – viene riutilizzata ogni volta per produrre elettricità.

Nel 1984, al momento della sua inaugurazione, Wivenhoe era sicuramente un impianto all’avanguardia, controllato a distanza dal quartier generale di Brisbane dove era possibile mettere in attività il sistema in meno di 20 secondi. Nonostante i 40 anni di età, le sue turbine sono ancora tra le più grandi al mondo: ciascuna pesa infatti 1.500 tonnellate con una capacità di pompaggio di oltre 200 metri cubi al secondo. L’impianto è di proprietà e gestito da CleanCo, un’azienda elettrica controllata dal governo statale, e la sua capacità di produzione è aumentata da 500 a 570 Megawatt (MW).

«Wivenhoe è il fiore all’occhiello tra gli impianti di stoccaggio energetico di proprietà pubblica del Queensland e mantenerlo sarà fondamentale per raggiungere l’obiettivo di produrre solo energia rinnovabile» si legge in una dichiarazione rilasciata durante i lavori di manutenzione della stazione da Mick de Brenni, quando per il Queensland era Ministro per l’energia, energie rinnovabili e idrogeno.

Da Wivenhoe a Snowy 2.0

Sia la stazione che la diga di Wivenhoe sono state costruite da un consorzio che comprendeva Codelfa e Cogefar, azienda poi confluita nel Gruppo Webuild, impegnato in Australia nella costruzione di un’altra centrale idroelettrica a pompaggio: Snowy 2.0. Situato sulle Snowy Mountains nel vicino stato del New South Wales, Snowy 2.0 è il più grande progetto di energia rinnovabile in fase di sviluppo nel paese, destinato ad aumentare la capacità di produzione della rete di dighe e centrali elettriche dello Snowy Scheme da 4,1 a 6,3 Gigawatt (GW). Webuild lo sta costruendo insieme alla sua controllata Clough nella joint venture Future Generation per il fornitore di energia integrato Snowy Hydro Limited. E sempre in Australia, Clough ha anche contribuito alla costruzione della centrale elettrica di Wivenhoe.

Supergrid: la nuova rete di produzione energetica australiana

Per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero il Queensland punta alla costruzione di nuovi impianti idroelettrici di pompaggio, sulla scorta di quanto fatto con Wivenhoe. Per questo è fondamentale il supporto che fornirà al sistema il completamento di una rete elettrica ampliata chiamata SuperGrid. Nell’ambito del Queensland Energy and Jobs Plan, il governo mira a produrre l’80% della propria elettricità da fonti rinnovabili entro il 2035, rispetto all’attuale 27%. Di conseguenza, si prevede che le emissioni di CO2 diminuiranno del 90%.

«Il Queensland avrà bisogno di almeno 6.000 megawatt (MW) di stoccaggio di energia a lungo termine come parte di un futuro sistema energetico diversificato» si legge sul sito del Dipartimento statale per l’Energia e il Clima. «Lo stoccaggio di energia pulita, compresi gli impianti idroelettrici di pompaggio, sarà fondamentale per proteggere il sistema energetico del Queensland a lungo termine». Ecco perché il governo ha investito sulla realizzazione di diversi progetti. Tra questi, il Borumba Pumped Hydro Project sul lago Borumba a ovest della Sunshine Coast, che sarà in grado di immagazzinare 2 GW e quindi di alimentare due milioni di case, e il progetto Pioneer-Burdekin, che potrebbe diventare il più grande del suo genere al mondo con 5 GW di stoccaggio assicurati 24 ore su 24.