USA: i governatori a caccia di fondi per le infrastrutture

Dal New Jersey al Minnesota, i piani dei governatori Usa per rilanciare l’economia attraverso le infrastrutture

Il governatore del New Jersey, Phil Murphy, si presenterà in prima fila e con una lista di progetti assai corposa quando, allo scoccare del mezzogiorno del 20 gennaio 2021, secondo il XX Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, ci sarà il passaggio di consegne presidenziali alla Casa Bianca da Donald Trump a Joe Biden. Le infrastrutture sono ai primi punti del “suo” programma elettorale, per un secondo mandato a guidare il popoloso stato della costa est, tanto che lo scorso 17 novembre, in piena seconda ondata pandemica, ha varato un primo elenco di opere necessarie a rilanciare l’economia nel New Jersey.

Per annunciare, tra gli altri, la sostituzione del Chestnut Street Bridge sulla Route 22, un ponte di sollevamento verticale da 500 milioni di dollari sul fiume Hackensack per sostituire il sistema Route 7-Wittpenn Bridge e il rifacimento della Route 27, Murphy ha scelto una conferenza stampa con mascherina e distanze anti-Covid nel porto di Newark, che con New York è il secondo maggior scalo degli Stati Uniti, secondo solo al sistema Los Angeles-Long Beach. Da Newark, peraltro, come ha ricordato Murphy, è salpata nel 1956 la prima nave porta container, la Ideal X, un’autocisterna convertita a trasporto di merci pesanti, dando così ufficialmente il via alla globalizzazione marittima.

«Sono entusiasta – ha detto il governatore – che questi progetti critici potenzieranno ulteriormente le operazioni regionali e contribuiranno a un’infrastruttura più forte e più moderna che fornirà sia strade e ponti più sicuri, sia alimenterà la ripresa economica del nostro stato, non solo mentre lavoriamo verso la fine del pandemia, ma per decenni a venire».

Murphy, invece, non ha fatto cenno al progetto cui tiene di più, il ben noto Gateway, con la ristrutturazione e nuova costruzione di due tunnel sotto il fiume Hudson tra New York e New Jersey, fermo per ritardi, esubero di costi (oltre 12 miliardi di dollari), impatto ambientale e dispute politiche (promosso dall’amministrazione Obama, bocciato da Trump).

Gli stati Usa in cerca di nuovi investimenti

In attesa della transizione presidenziale gli stati fanno i conti con i fondi da chiedere e con i giustificativi di spesa. Il solo New Jersey si presenta, secondo un’analisi del media online 24/7 Wall St, ripresa l’11 novembre scorso da Usa Today, come lo stato che maggiormente sta cadendo a pezzi in termini di infrastrutture fatiscenti e pericolose.

Lo studio, che si basa sui dati dell’US Department of Transportation e combina lo stato di strade, ponti e ferrovie, sostiene che il New Jersey ha il 37,2% delle carreggiate stradali in cattive condizioni, un livello che è superiore alla media nazionale del 21,8% e lo pone nella sesta posizione in graduatoria. L’8,1% dei ponti è strutturalmente carente (22/ma posizione) e dal 2015 al 2019 ha registrato il deragliamento di 104 treni.

Il New Jersey, sempre secondo Usa Today-24/7 Wall St, è anche il terzo stato più congestionato con un tempo medio di percorrenza per andare al lavoro di oltre 32 minuti. All’estremo opposto ci sarebbe il Nevada con il 13,7% delle strade e l’1,4% dei ponti malandati e con 21 treni finiti fuori dai binari (1,8 per ogni 100 miglia di ferrovie). Secondo l’analisi, lo stato di Las Vegas ha “in assoluto le migliori infrastrutture di ogni stato”.

George Washington Bridge, New York City

Tra gli stati più popolosi, la California è al settimo posto con il 34,9% delle strade fuori posto, il 7% dei ponti da risistemare e una situazione ferroviaria dove i treni deragliati sono stati ben 369 negli ultimi quattro anni considerati. New York (14/mo) presenta un bollino rosso sul 18,3% delle strade, il 10% dei ponti e 163 locomotive deragliate. Il Texas, che è al 18/mo posto con il 24,7% delle strade fuori norma, ha invece il miglior punteggio per la manutenzione dei suoi ponti: solo l’1,3% è considerato negativo. La Florida, che figura invece in fondo alla classifica (46/mo posto), è considerato uno dei soli otto stati dove le strade che sono in scarse condizioni sono meno del 10 per cento.

Una condizione che non significa mancanza di progetti necessari o in fase di studio e di varo, tutt’altro. L’analisi si sofferma, infatti, sulle diverse condizioni climatiche rispetto ad altre regioni sottoposte a duri inverni. Un motivo in più per il Wisconsin di giustificare i dati che lo pongono all‘ultimo posto dal punto di vista stradale con addirittura l’81,7% delle carreggiate in scarse condizioni, pur avendo dedicato – annota lo studio – l’8% della spesa statale alle autostrade dal 2014 al 2019, una delle più alte in assoluto del Paese. Un livello di fondi mai raggiunto dal Rhode Island (3,9%) che oggi ha quasi un ponte su quattro (23,1%) strutturalmente deficiente.

La risposta dei Governatori USA per il rilancio infrastrutturale

Il governatore della California Gavin Newsom, nel suo budget di legislatura 2020-2021, ha previsto un investimento di 53 miliardi in infrastrutture statali per i prossimi cinque anni. Un piano che dovrà essere ripulito dagli interventi sostenuti per contrastare il Covid-19, ma che proietta lo stato californiano tra quelli con maggiore previsione di spesa in opere pubbliche. Nelle intenzioni di Newsom, oltre 40 miliardi di dollari, tre quarti dell’importo totale, sono destinati al sistema di trasporto statale. E in molti pensano che alla nuova presidenza degli Stati Uniti, potrebbe riproporre il progetto di treno ad alta velocità, congelato per un’esplosione dei costi.

Greg Abbott, governatore del Texas, forte del riconoscimento “Top State for Infrastructure and Corporate Investmentes”, assegnato nel settembre scorso dal magazine Site Selection in base al Global Groundwork Index, si prepara a una nuova stagione densa di progetti. L’indice classifica gli stati in base alle tendenze di investimento in progetti infrastrutturali e progetti di strutture per utenti finali aziendali, come strade, ponti, aeroporti, tunnel, condutture, servizi pubblici, ferrovie e altri importanti progetti infrastrutturali.

«La nostra infrastruttura all’avanguardia e il fiorente clima aziendale hanno mantenuto il Texas ai vertici statali della prosperità economica. Mentre la nostra economia si riprenderà dalla recessione del Covid, continueremo a rafforzare la nostra infrastruttura, creando più posti di lavoro e promuovendo un ambiente economico più prospero per tutti i texani», ha detto il governatore nella nota a commento del premio.

E il Texas si presenta all’appuntamento con il cambio presidenziale con in tasca uno dei progetti più importanti degli ultimi decenni negli Stati Uniti, il treno super veloce Dallas-Houston, alla cui realizzazione parteciperà anche il Gruppo Webuild.

Dal Minnesota, dove il governatore Tim Walz ha firmato un pacchetto di lavori pubblici per 1,9 miliardi per contrastare gli effetti della pandemia, al Colorado, al Missouri, alla Lousiana, gli uffici dei governatori stanno lavorando alle liste di progetti da finanziare.

Un lavoro che era rimasto sui tavoli fino a poco prima delle elezioni e che ora ha ripreso impulso con l’avvicinarsi del 20 gennaio e con la necessità di far ripartire l’economia.   Per riaccendere il motore, è opinione condivisa stato per stato, occorre puntare soprattutto sulle costruzioni.