Seoul, la megacity del futuro

Nella megacity coreana attenzione alla mobilità e alla qualità della vita
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«Seoul is the soul of Asia» amano ripetere gli abitanti della capitale sudcoreana. E l’anima di questa città con 10 milioni di abitanti, che salgono a 25 milioni includendo l’area metropolitana, è tutta nella rapidità con cui corre verso il futuro – un futuro denso di tecnologia e infrastrutture all’avanguardia – mentre, nello stesso tempo, va scalando le classifiche internazionali di qualità della vita.

Business, tecnologia e infrastrutture di trasporto sono i tre pilastri su cui Seoul ha storicamente costruito il suo successo. Più recente è l’attenzione allo sviluppo sostenibile, resa necessaria da una crescita che aveva portato la città a essere fra le più inquinate al mondo. Così, quella che ancora venti anni fa era solo una caotica megalopoli del continente asiatico, si è trasformata in una “smart” megacity ricca e potente.

Seoul: una megacity con un'alta qualità di vita

Nel 2016 Seoul si è classificata settima al mondo per qualità della vita, secondo l’Arcadis Sustainable Cities Index. Con un prodotto interno lordo complessivo di 903 milioni di dollari (dati al 2015 riportati dalla società di consulenza Oxford Economics), pari al 67% dell’intero PIL nazionale, la capitale sudcoreana è la quarta megacity a livello mondiale per PIL, secondo la Brookings Institution. Non solo.

Secondo il Global Power City Index 2017, elaborato dal Mori Memorial Foundation’s Institute for Urban Strategies tenendo conto di sei parametri (economia, ricerca, cultura, vivibilità, ambiente e accessibilità), Seoul è la sesta città più potente del pianeta, battendo una megacity del rango di Hong Kong.

Samsung e LG, due colossi mondiali della tecnologia, hanno la loro culla proprio a Seoul. Le iniziative che legano sviluppo urbano e business non si contano. La Digital Media City, un complesso di oltre mezzo milione di metri quadrati per le tecnologie digitali, edificato nel 2002, ha attratto le società all’avanguardia nel mondo dell’high tech. Il fatto che nel 2015 Google abbia aperto il suo primo campus asiatico per start up nel famoso distretto di Gangnam conferma la vitalità di Seoul. Non può certo sorprendere che la città passi anche per essere una delle capitali mondiali della banda larga, e occupi stabilmente i primi posti dell’Ict Development Index delle Nazioni Unite.

Mobilità sostenibile a Seoul

La proiezione della città nell’innovazione tecnologica e digitale non deve però far dimenticare una cosa: tutto questo non sarebbe possibile se la città non avesse un sistema di trasporto urbano di massa d’avanguardia.

La metropolitana è il fulcro della mobilità di Seoul: nella sua rete viaggiano quasi 7 milioni di passeggeri al giorno. Nove linee su 327 chilometri, gestite da quattro distinti operatori – cui si aggiungono metro leggere, ferrovie suburbane e people mover – creano un sistema integrato senza soluzione di continuità. Il sistema è poi connesso con un’estesa flotta di bus (120.000 unità) che entro il 2020 sarà composta esclusivamente da mezzi a trazione elettrica.

Efficienza, affidabilità, accessibilità, economicità e un certo grado di intrattenimento assicurato dai mega schermi posti nelle stazioni e persino lungo le scale mobili, sono i pilastri del trasporto metropolitano di Seoul. La tecnologia è stata poi incorporata nelle infrastrutture: dal 2010 è attiva la ricezione del mobile su treni e banchine della metro.

Starfield Library, Seoul

La stessa amministrazione cittadina, all’interno del Rapporto “Seoul Metropolitan Rapid Transit to the World”, dichiara che «la metropolitana di Seoul ha portato all’incredibile sviluppo della città» ed è «una forza trainante dietro il notevole sviluppo della Corea». Per stimolare l’uso del trasporto pubblico, riducendo il ricorso all’auto privata, sono stati previsti forti incentivi economici. Di recente è stato introdotto il trasporto gratuito su bus e metro nei giorni di maggior inquinamento dell’aria.

Le infrastrutture di trasporto sono del resto il punto di forza della città. A marzo scorso, l’avveniristico scalo internazionale di Incheon, un «aeroporto da cui non vorresti mai andartene» secondo la Cnn, è stato designato dall’Airports Council International al primo posto tra i grandi aeroporti dell’Asia Pacifico.

Tutto è dunque perfettamente in linea con la ‘ppalli-ppalli’ culture (letteralmente: sbrigati, muoviti!), quella cultura dell’impazienza che secondo gli osservatori stranieri è un tratto tipico della mentalità sudcoreana. Questo non deve tuttavia far pensare che gli abitanti non amino lo svago e il tempo libero, come dimostra la vivace vita culturale della città e gli investimenti pubblici per migliorare la vivibilità e la qualità della vita.

Sostenibilità a Seoul

In questo senso, uno dei progetti storicamente più significativi è stato il recupero del torrente Cheonggyecheon, nel distretto di Jongno, attraverso la rimozione di una precedente strada veloce sopraelevata. Inizialmente criticato per il suo costo (900 milioni di dollari nel 2003), a partire dall’inaugurazione, avvenuta solo due anni dopo, il progetto ha subito raccolto un grande successo presso il pubblico. Le sponde del torrente, che corre per oltre 10 chilometri, sono rapidamente diventante un luogo molto amato dalla città. Inoltre, l’operazione ha innescato altri cambiamenti, quali la costruzione di una linea di bus rapid transit da 14,5 chilometri, che sta contribuendo a ridurre l’uso dell’auto negli spostamenti urbani.

Lo stesso spirito ha portato alla costruzione del Seoullo 7017, un giardino pensile lungo circa un chilometro, recentemente inaugurato e progettato dall’architetto olandese Winy Maas dello studio MVRDV. Lo “sky garden di Seoul” è stato ottenuto attraverso il recupero di una strada sopraelevata e abbandonata nel bel mezzo della città, spendendo solo 50 milioni di dollari.

A completare il quadro, non va dimenticato lo sforzo del governo metropolitano per trasformare la metropoli in una “sharing city”. “Sharing City Seoul” è infatti il programma lanciato nel 2012 per risolvere i problemi urbani attraverso la filosofia dello sharing. L’iniziativa prevede un pacchetto di misure di innovazione sociale progettate per creare nuove opportunità economiche, ripristinare relazioni affidabili e per ridurre lo spreco di risorse. Recupero degli edifici abbandonati, affitto di abiti per i colloqui di lavoro ai disoccupati, donazione di vestiti per bambini alle scuole, trasporti alternativi e formazione imprenditoriale.

L’esperienza di Seoul mostra che progetti sostenibili e sviluppo economico non si escludono a vicenda, nemmeno in una megalopoli asiatica. E danno un’ulteriore conferma che lo sviluppo sostenibile può produrre benefici non solo nel lungo termine ma anche in tempi più brevi.