Trump: le infrastrutture una priorità per l’America

Nel discorso sullo Stato dell’Unione il Presidente ha definito gli investimenti una necessità

Una necessità per la più grande economia del mondo: così il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito gli investimenti nelle infrastrutture del Paese rinnovando il suo appello al Congresso affinché approvi una legge che stanzi finalmente i fondi necessari. Nel suo richiamo, lanciato durante il discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato dal Presidente il 5 febbraio scorso, Trump ha chiesto ai membri delle Camere di superare le differenze politiche e trovare un accordo per riammodernare strade, ponti e altre infrastrutture cruciali per la crescita.
Fin da quando il governo ha proposto un piano di investimenti da 1,5 trilioni, il Congresso non ha compiuto grandi passi in avanti nella stesura di una legge che arginasse le divisioni tra i Repubblicani, che controllano il Senato, e i Democratici, che invece detengono la maggioranza alla Camera.
«So che il Congresso è desideroso di approvare un grande piano per le infrastrutture – ha dichiarato il Presidente – e io sono desideroso di lavorare con tutti voi per lanciare un nuovo e importante investimento infrastrutturale, che preveda anche fondi per sostenere le industrie strategiche del futuro». «Questa non è un’opzione – ha aggiunto il Presidente – ma una necessità. Entrambi i partiti dovrebbero infatti essere in grado di trovare un punto d’incontro finalizzato ad una grande ricostruzione delle fatiscenti infrastrutture americane».
A questo proposito, lo stesso Trump lanciò qualche mese fa l’idea di utilizzare 200 miliardi di dollari di fondi federali per sostenere progetti innovativi di sviluppo infrastrutturale, incoraggiando stati e amministrazioni locali a trovare le loro strade per autofinanziarsi, a tagliare le lungaggini burocratiche e a supportare la formazione di lavoratori nel settore delle costruzioni.
Rispondendo al nuovo appello lanciato da Trump al Congresso, il rappresentante democratico, Peter DeFazio, presidente del Comitato per i Trasporti e le Infrastrutture, ha ribadito l’urgenza degli interventi.
«Lavorerò per trovare un accordo bipartisan – ha dichiarato – ma non posso farlo da solo. Per ottenere il successo è necessario un impegno più ampio e congiunto della Casa Bianca, di tutti gli stakeholder, e del Congresso intero. Perché l’arretratezza delle nostre strade, ponti, reti ferroviarie e aeroporti impatta in modo determinante su tutto il paese. Per i prossimi dieci anni, il nostro gap tra gli investimenti previsti nel settore dei trasporti di superficie e quelli necessari per rispondere ai bisogni dei cittadini vale 1 trilione di dollari».

Investimenti: è ora di uno sforzo bipartisan

L’American Society of Civil Engineers (ASCE), che pubblica un report sullo stato delle infrastrutture americane, ha segnalato al Congresso una serie di priorità, tra le quali una maggiore dotazione finanziaria per l’Highway Trust Fund.
Il fondo, che finanzia la manutenzione e la costruzione di strade e autostrade, rischia di impoverirsi perché la sua fonte maggiore di entrate è la tassa federale sul carburante che non viene rivista al rialzo dal 1993.
«Sono anni che investiamo troppo poco nelle infrastrutture – commenta in un comunicato stampa il presidente dell’ASCE, Robin Kemper – e il conto adesso è altissimo. La mancata modernizzazione delle nostre infrastrutture rende difficile la vita delle famiglie e rallenta lo sviluppo economico. Ponti malmessi, autostrade congestionate dal traffico, sistemi ferroviari obsoleti, una rete elettrica inaffidabile e condutture idriche che perdono costano in media a ogni famiglia americana 3.400 dollari all’anno – 9 dollari al giorno».
E non stupisce che l’ultimo rapporto dell’ASCE assegni in media un voto D+ (su una scala che va da A, il voto migliore a F, il peggiore) nelle 16 categorie in cui sono divise le infrastrutture americane.

Santa Monica 100 freeway

L’appello della U.S. Chamber of Commerce

Il tema è molto dibattuto e nel tentativo di sensibilizzare il Congresso affinché trovi una soluzione condivisa, è recentemente intervenuta anche la U.S. Chamber of Commerce, organizzando un summit dedicato alle infrastrutture che si è tenuto proprio nel giorno del discorso alla Nazione del Presidente.
«Prima di costruire ponti fisici dobbiamo costruire ponti ideali che permettano di superare le distanze politiche – ha dichiarato il Presidente della U.S. Chamber of Commerce, Thomas Donohue. – Arrivare a un pacchetto di interventi approvato in modo bipartisan darebbe un segnale importante per ripristinare la fiducia pubblica, la fiducia delle imprese, dimostrando anche la buona volontà della politica».
Nel suo intervento Donohue ha citato quattro obiettivi da perseguire: la ricerca di fondi per manutenere ponti, strade, sistemi di trasporti; l’adozione di soluzioni innovative di finanziamento per pagare i costi dei progetti infrastrutturali più strategici per il paese; una riduzione degli impedimenti burocratici che rallentano l’approvazione dei progetti; e una formazione della forza lavoro a livelli tecnici sempre più elevati.
Come l’ASCE, anche la U.S. Chamber of Commerce è stata molto dura rispetto al rischio che si corre rimanendo con le mani in mano. «Entro il 2025 – ha detto il Presidente – questo ritardo costerà alla nostra economia 7 trilioni di dollari. E non c’è bisogno di essere un ingegnere per capire che le nostre infrastrutture stanno cadendo a pezzi. Per rendersene conto è sufficiente uscire di casa. Le prove sono ovunque, e coinvolgono tutti».