Raffles City Chongqing, il grattacielo orizzontale più alto del mondo

A Chongqing è in corso la costruzione di un ponte sospeso che unisce quattro grattacieli

Si chiamerà “The Crystal”, sarà poggiato sulla punta di quattro torri alte 250 metri e diventerà lo skybridge più alto al mondo. La città cinese di Chongqing lancia la sfida a Singapore e, dopo il successo mondiale dello skybridge del Marina Bay Sands (il ponte che sovrasta tre torri a 200 metri di altezza e che si trova nel piccolo stato asiatico), annuncia la realizzazione di un nuovo ponte sospeso sui grattacieli intenzionato a battere tutti i record.
Il nuovo progetto è più ambizioso del precedente perché l’infrastruttura, che sovrasterà le torri del Raffles City Chongqing (un’area interamente nuova), sarà lunga 300 metri, profonda 30 e alta 22,5. Sulla sua superficie di quasi 10mila metri quadrati saranno realizzate una piscina a balzo sul vuoto, un punto panoramico, giardini prensili, bar e ristoranti.
Parlando delle complessità legate alle caratteristiche idrogeologiche dell’area e alle ambizioni progettuali dell’opera, Lim Ming Yan, presidente e chief executive di CapitaLand (il gruppo che sta realizzando l’opera), ha dichiarato: «Per realizzare la megastruttura è stato fatto ricorso ad alcune delle più avanzate tecniche ingegneristiche e costruttive». E ha aggiunto: «Chongqing è una delle città cinesi con la crescita più sostenuta e un enorme potenziale di sviluppo negli investimenti».

Il Raffles City Chongqing

Nel punto esatto dove si incontrano due grandi fiumi cinesi (lo Yangtze e il Jialing), il gruppo CapitaLand sta realizzando uno dei più ambiziosi progetti infrastrutturali di Chongqing. È il Raffles City Chongqing e la sua costruzione è iniziata nel 2012 sul progetto dell’architetto Moshe Safdie, lo stesso che aveva progettato la Marina Bay Sands e lo Sky Habitat di Bishan. L’idea dell’architetto è quella di ispirarsi alla tradizione millenaria asiatica del trasporto sui corsi d’acqua realizzando una serie di grattacieli che, nel loro insieme, dessero l’idea di vele gonfiate dal vento.
Le nove torri sorgono in un’area di oltre nove ettari dove è previsto uno spazio enorme da destinare ad attività varie: 1.400 unità residenziali, 160.000 metri quadrati di spazi per uffici e 230mila metri quadrati per le attività commerciali. Oltre a questo, anche residence e hotel di lusso.Nell’insieme un progetto complesso e costoso, dove lo stanziamento previsto ha raggiunto i 4,9 miliardi di dollari americani. Un grande sforzo economico che già assomiglia ad un vantaggioso investimento. Attualmente il 70% delle 215 unità abitative messe in vendita sulla Jialing One Tower (uno dei nove grattacieli) è stato già venduto.

Ponte a Chongqing
Raffles City Chongqing

«Più che un semplice edificio – ha commentato Lim Ming Yan alla presentazione del progetto – Raffles City Chongqing è un punto di riferimento dei progetti di rinnovamento urbano che esprimono al meglio le aspirazioni di Chongqing di diventare una città globale. Il nostro obiettivo è dar vita a un nuovo distretto urbano che sorge sulle rive dei fiumi e possa diventare una porta d’ingresso della città capace di contribuire al suo sviluppo economico».

La scommessa di Chongqing

L’avveniristico complesso che sorge nell’incontro dei fiumi Yangtze e Jialing è un messaggio alla Cina intera, e forse al mondo, lanciato da una città che ha tutte le carte in regola per diventare uno dei centri urbani più moderni e produttivi sul panorama internazionale.
Chongqing è ormai una delle più importanti città cinesi, le dimensioni hanno raggiunto quelle dell’Austria e il suo Pil è cresciuto lo scorso anno del 9,3%, superando in modo significativo la media nazionale del 6,9%.
Una crescita economica che si accompagna con una politica di massicci investimenti nelle infrastrutture cittadine. La scorsa settimana la municipalità di Chongqing ha annunciato per l’anno in corso un investimento di 14,2 miliardi di dollari nelle infrastrutture di trasporto. Come dichiarato dall’agenzia di stato Xinhua, gli investimenti saranno destinati principalmente sulla rete stradale, su quella ferroviaria e sull’aviazione civile.
Un annuncio che si inserisce nel piano di sviluppo infrastrutturale lanciato nel dicembre scorso dal ministero dei Trasporti cinese, che prevede la costruzione nel Paese di 5.000 chilometri di nuove autostrade e il rinnovamento di 216mila chilometri di strade. L’ennesima conferma che il cantiere Cina è ancora in grande fermento.