Unire Parigi alla Île-de-France, attraverso 200 chilometri di nuove linee metropolitane, e mettere così in collegamento ogni angolo di una regione con 12 milioni di abitanti che producono il 30% del Prodotto interno lordo francese. È questo l’obiettivo del Grand Paris Express, un progetto tanto ambizioso da essere considerato una delle opere ferroviarie più imponenti del mondo. La sua realizzazione prevede infatti un investimento complessivo di 24,7 miliardi di euro, che potranno arrivare a 28,1 se si considerano anche alcune opere accessorie. Inoltre la rivalutazione edilizia delle aree limitrofe – operata però da soggetti privati – potrebbe portare l’investimento finale a 40 miliardi di euro.
Fondi interamente pubblici, stanziati per la maggior parte dallo Stato, dalla Cassa Depositi francese, dalla Regione e dalla municipalità di Parigi, ai quali però si aggiunge anche il sostegno della Banca Europea degli Investimenti, che ha annunciato lo stanziamento di un miliardo di euro.
Un investimento che permetterà a tutti gli agglomerati urbani esterni alla grande città, comprese le banlieue, di essere collegati a Parigi attraverso una fitta rete di nuove linee metropolitane, integrando così i vari sistemi di trasporto e rivoluzionando la mobilità della capitale di Francia.
«Il Grand Paris Express – ha dichiarato recentemente Philippe Yvin della Société du Grand Paris, l’ente pubblico che sovrintende i lavori – è paragonabile alle grandi opere del XIX secolo di Haussmann e Fulgence Bienvenüe. Questo progetto mira a raddoppiare il network metropolitano della regione in almeno 15 anni, passando da 200 a 400 chilometri di linee. Il Grand Paris Express non ha rivali al mondo con l’eccezione della metro di Riyadh in Arabia Saudita e della Cina. Questo network moderno e automatizzato è la leva che permetterà alla metropolitana di Parigi di reinventare se stessa nel futuro, diventando una regione più inclusiva, ancorata ad uno sviluppo sostenibile e in linea con i nuovi stili di vita e con le nuove tecnologie».
Il progetto
Il progetto del Grand Paris Express viene presentato per la prima volta nel 2008. L’idea è quella di ampliare la già fitta rete della metropolitana cittadina, allungando alcune linee e costruendone di nuove, con l’obiettivo finale di mettere in collegamento tutta la Île-de-France, per servire un bacino extra di utenti di 6 milioni di persone.
Per farlo viene progettata l’estensione di quattro linee già esistenti (4, 11, 12, e 14) e la realizzazione di quattro nuove linee con treni interamente automatizzati (15, 16, 17 e 18). Tra le nuove linee, la 15 sarà un anello che correrà intorno a Parigi, mentre le altre metteranno in collegamento la città con le aree limitrofe. Al termine dei lavori, che secondo i programmi dovrebbero essere conclusi nel 2030, saranno 200 i nuovi chilometri di linee metropolitane e 77 le stazioni costruite per un sistema di trasporto efficientissimo, dove i treni driverless passeranno con intervalli medi di due, tre minuti ciascuno, ridotti in certi casi a 90 secondi.
I primi interventi sono partiti quest’anno con l’estensione della linea 14 nei pressi della stazione di Saint-Lazare, la seconda fermata più congestionata della metro parigina. Secondo il cronoprogramma già nel 2018 la linea 14 sarà in grado di garantire il passaggio ai nuovi treni con 8 carrozze (rispetto a quelli con 6 carrozze che transitano attualmente), aumentando così la capacità di trasporto di 40.000 passeggeri per ora. Ma è solo il punto di partenza perché, una volta terminato, il Grand Paris Express sarà in grado di trasportare 2 milioni di passeggeri al giorno.
L’impatto dell’opera
Un’opera infrastrutturale così imponente ha un impatto non solo economico, ma anche sociale. I primi riflessi visibili, legati non solo all’operatività dei treni ma anche agli ingenti investimenti, riguardano sicuramente lo sviluppo dell’economia.
All’interno di un documento pubblicato il 10 maggio scorso con il titolo “Du projet à la réalité : le métro du Grand Paris et ses impacts”, la Société du Grand Paris (l’ente pubblico che coordina i lavori) prevede che l’opera genererà nel lungo periodo per la regione un surplus del Prodotto interno lordo pari a 100 miliardi di euro, con una media di 4 miliardi di euro all’anno.
I primi ad avvertirne i benefici saranno sicuramente i lavoratori, diretti e indiretti. Da oggi al 2025 è infatti previsto l’impegno annuale di 15.000 lavoratori diretti, mentre i posti di lavoro che saranno creati per tutto l’indotto raggiungeranno – secondo le stime della Société du Grand Paris – le 115.000 unità.
Ma l’aumento del Pil, così come le statistiche sull’occupazione, sono funzionali all’ultima e forse più importante missione del Grand Paris Express: unire la regione favorendone così lo sviluppo sociale e accelerando la fuga dall’emarginazione dei più svantaggiati. La nuova rete metropolitana raggiungerà infatti una superficie urbana di 140 chilometri quadrati (una volta e mezzo quella di Parigi), all’interno dei quali sono presenti aree attualmente isolate o raggiunte da sistemi di trasporto scomodi e obsoleti. E questo permetterà anche alle persone che non possono permettersi un’abitazione nel centro di Parigi di acquistare casa in zone più periferiche ma comunque ben collegate.
Il caso più significativo è forse quello del Seine-Sant-Denis, attualmente il più povero dei 96 Dipartimenti francesi, con un’elevatissima percentuale di cittadini stranieri, che sarà raggiunto per la prima volta da un efficiente sistema metropolitano. Nella città di Saint-Denis sarà realizzata la più grande delle nuove stazioni progettate (dove si prevede che transiteranno 250.000 passeggeri al giorno), mentre i residenti di Clichy-sous-Bois, la banlieue da cui partirono i disordini del 2005, potranno finalmente raggiungere il centro di Parigi in soli 45 minuti.
Tutto questo risponde all’obiettivo finale dell’integrazione e rimane fedele alla filosofia che ispirò la costruzione della prima linea metropolitana di Parigi, inaugurata nel 1900 in occasione della Esposizione Universale. Analizzando il suo impatto sulla città, nel 1904 lo scrittore Jules Romains descrisse il nuovo sistema di trasporto come «un cemento fluido capace di fondere gli uomini».
La riduzione del traffico e la tutela dell’ambiente
La tutela ambientale e la riduzione del congestionamento sono sicuramente due delle motivazioni che hanno spinto le autorità francesi, a partire dall’attuale Presidente della Repubblica François Hollande, a sostenere con forza il progetto.
La sola estensione della linea 14, che dovrebbe essere terminata nel 2019, garantirà una riduzione del traffico passeggeri pari al 25% sulla linea 13, attualmente una delle più saturate nell’ora di punta. In tutto, rispetto ai 550.000 passeggeri attualmente trasportati ogni giorno dalla 14, altri 150.000 la prenderanno per raggiungere le nuove fermate.
Inoltre, le nuove linee realizzate contribuiranno ad una netta riduzione del traffico di superficie con effetti evidenti sull’inquinamento. A questo proposito il Dossier della Société du Grand Paris indica che da oggi al 2050 la riduzione di CO2 rilasciata nell’atmosfera sarà pari a 27,6 milioni di tonnellate, oltre a una contrazione del 20% nel congestionamento sotterraneo della metropolitana di Parigi. Il tutto per contribuire, con un nuovo e decisivo tassello, alla nascita della Grande Parigi, un agglomerato urbano che supera i confini della città ma lo fa seguendo una progettualità e offrendo ai suoi cittadini strumenti per crescere economicamente e vivere meglio.