L’America investe 50 miliardi per ripulire l’acqua

Il Congresso Usa approva il dettaglio del piano Biden dedicato alla riqualificazione delle infrastrutture idriche

A cinquant’anni dalla prima legge federale, il Clean Water Act del 1972, gli stati americani sono chiamati di nuovo a intervenire in maniera strutturale sulla qualità e l’integrità delle loro fonti idriche. Il governo centrale ha messo a disposizione nuovi fondi per oltre 50 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per riparare, ricostruire e realizzare le infrastrutture dell’acqua potabile, delle acque reflue e quelle piovane. Si tratta del più rilevante investimento fatto in questo settore dagli Stati Uniti ed è contenuto nella legge bipartisan da mille miliardi, da poco approvata dal Congresso per ridisegnare l’assetto infrastrutturale del Paese.

L’Agenzia per la protezione ambientale (EPA), cui spetta il compito di gestire i singoli finanziamenti, sta inviando in questi giorni la lista dei progetti approvati dei vari stati. Gli interventi principali prevedono gli stanziamenti per l’acqua potabile sicura di 11,7 miliardi attraverso il Clean Water State Revolving Fund e di altri 11,7 miliardi con il Drinking Water State Revolving Fund (SRF). Altri 15 miliardi sono destinati alla sostituzione delle tubature di piombo, 9 miliardi per combattere e gestire i cosiddetti contaminanti emergenti.

«Ci sono ancora tantissime comunità – ha detto l’amministratore dell’EPA, Michael S. Regan – chiamate ad affrontare sfide importantissime legate all’approvvigionamento idrico». Attualmente, fino a 10 milioni di famiglie americane e 400.000 scuole e asili nido, secondo i dati dell’EPA, non sono serviti da acqua potabile.

Nuove infrastrutture idriche per gli stati americani

Da Est a Ovest, dalla Baia di Chesapeake, tra i territori del Maryland e della Virginia, ai Grandi Laghi del Nord, allo Stretto di Puget Sound nello Stato di Washington, l’idea di base è quella di proteggere meglio i tesori idrici nazionali e garantire che continuino a svolgere la loro funzione vitale di risorsa economica e ricreativa. La parte restante dei fondi sarà erogata dall’EPA per ripulire zone super inquinate, rivitalizzare siti degradati e aree dismesse, ammodernare impianti di gestione di rifiuti e riciclaggio inefficienti.

All’inizio di dicembre, l’EPA, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti ha annunciato che 39 nuovi progetti a livello nazionale sono stati invitati a richiedere prestiti per il Water Infrastructure Finance and Innovation Act (WIFIA). Questi progetti includono sette comunità dell’Idaho, dell’Oregon e di Washington. L’agenzia prevede che, non appena i fondi saranno disponibili, 6,7 miliardi di dollari in prestiti WIFIA aiuteranno a finanziare i progetti di infrastrutture idriche per proteggere la salute pubblica e la qualità dell’acqua in 24 stati.

Secondo l’ASCE (American Society of Civil Engineers), la rete per l’acqua potabile negli Stati Uniti è costituita da 2,2 milioni di miglia di tubi sotterranei. E l’insufficiente investimento per lunghi decenni ha comportato un invecchiamento del sistema, tale da registrare un’interruzione della rete idrica ogni due minuti e circa 6 miliardi di galloni di acqua (22 miliardi di litri) trattata che si perdono ogni giorno.

La necessità di acqua pulita si espande su larga scala, toccando anche grandi centri urbani chiamati a sostituire vecchie tubature e a dichiarare guerra al piombo. Proprio nei giorni in cui il Congresso approvava la legge sulle infrastrutture, la città di Newark, una delle più vecchie degli Stati Uniti, oggi quasi una metropoli nello stato di New Jersey e sede di uno degli aeroporti internazionali di New York, ha fatto sapere ai media di essere vicina a completare la sostituzione dell’intera rete idrica, iniziata nel 2019 sotto il peso di una class action per mancanza di controllo dei livelli di piombo.

L’acqua potabile, un patrimonio da proteggere

Secondo le stime ASCE, negli Stati Uniti si consumano 150 miliardi di litri d’acqua al giorno per sostenere la vita quotidiana nelle case, nelle fabbriche e negli uffici. Circa l’80% dell’acqua potabile negli Stati Uniti proviene da acque superficiali come fiumi, laghi, bacini idrici e oceani, mentre il restante 20% da falde acquifere. In totale, ci sono circa 155.000 sistemi pubblici attivi di acqua potabile in tutto il paese.

In California, dove si fa risalire al Porter-Colgne Water Quality Act del 1969 un modello per la regolamentazione americana sulla tutela dei bacini idrici, sono stati fatti notevoli interventi negli ultimi decenni per migliorare la salute dei corsi d’acqua più inquinati e bonificare le acque reflue nella baia di San Francisco e numerosi altri progetti di restauro sono tuttora in corso o in via di lancio.

Tuttavia, secondo uno studio del Los Angeles Times, la metropoli californiana potrebbe non raggiungere gli obiettivi stabiliti per la qualità dell’acqua fino al 2082, 60 anni di ritardo sul programma. Secondo lo studio, che si basa su dati dello State Water Board, il 93% dei laghi e delle zone costiere dello stato è compromesso dal punto di vista della qualità dell’acqua, così come il 99% delle aree umide, con conseguenze restrittive nell’utilizzo di spiagge e minacce per i pesci e la fauna selvatica.

A complicare il quadro o a ritardare la corsa degli stati ad utilizzare i nuovi fondi federali è ancora la crisi pandemica e, in particolare, la difficoltà delle organizzazioni pubbliche e privati di mettere in campo le adeguate risorse umane.

I progetti dei singoli stati e il ruolo di Webuild

Via via gli stati potranno attivare i progetti finora in stand-by e mettere in moto la procedura per gli accordi con i contractor, una scelta su cui farà premio l’esperienza e l’efficienza in realizzazioni nel comparto acqua. Costruttori, come Webuild, che vanta da oltre un quinquennio la leadership in questo settore, sono chiamati a giocare un ruolo decisivo nella sfida lanciata dal governo federale.

Webuild, con la controllata Lane Construction, è già attiva sul territorio americano nella realizzazione di infrastrutture per il recupero ambientale, la gestione delle acque reflue urbane, il miglioramento di strutture esistenti al fine di renderle resilienti ai sempre più frequenti fenomeni atmosferici estremi, la protezione da allagamenti e la prevenzione dell’inquinamento dei corpi idrici recettori. Fra le più rilevanti opere d’ingegneria realizzate vi è il tunnel idraulico al centro lago Mead concepito per dissetare Las Vegas e riportare a un livello accettabile il corso del fiume Colorado.

Come altre città americane, spesso costruite secondo uno stesso modello, Washington D.C. ha risentito di un sistema fognario datato e a rischio di intasamento a seguito delle frequenti piogge che, unendosi alle acque non trattate, hanno determinato un mix tossico per la capitale. Nell’ambito del Clean Rivers Project, che si concluderà nel 2025, Webuild ha costruito un avveniristico tunnel idraulico sotto il fiume Anacostia, affluente del Potomac, che in quel tratto permette di convogliare in maniera separata le acque reflue da quelle piovane, disinquinando la città.

Così, le realizzazioni e i lavori in corso di Webuild e Lane segnano i vari angoli del Paese, dal Dugway Storage Tunnel in Ohio per ridurre gli scarichi di liquami nell’ambiente e lo stoccaggio di acque trattate, al Kuwahee Water Treatment Plant per regolare i flussi delle fognature sanitarie nel fiume Tennessee, allo Ship Canal Water Quality Project per gestire le acque reflue e piovane di Seattle, al Three Rivers Protection & Overflow Reduction Tunnel per risanare i fiumi e la città di Fort Wayne nell’Indiana, al West Side CSO Tunnel Project per migliorare l’acqua utilizzata dalla popolazione di Portland in Oregon, fino al progetto C43 Caloosahatchee nel sud della Florida per risanare i flussi d’acqua naturali causati dallo sviluppo residenziale e agricolo dell’area attorno a quell’ecosistema unico al mondo, noto con il nome Everglades.