Alta velocità Napoli-Bari: al via lo scavo in atmosfera iperbarica

Gli scavi saranno effettuati immettendo aria compressa per mantenere l’acqua di falda fuori dalle aree di lavoro

Usare l’aria compressa per scacciare l’acqua, raggiungendo quel livello di pressione idrostatica che permette di effettuare le operazioni di scavo in condizioni asciutte, senza i rischi associati all’uso delle miscele cementizie evitando che entrino in contatto con il terreno e la falda acquifera.

È lo scavo iperbarico, una tecnica innovativa, sicura e sostenibile che viene adesso utilizzata anche in Italia sui cantieri dove si costruisce l’alta velocità ferroviaria che collegherà Napoli a Bari e che rappresenta una delle poche applicazioni per questa tipologia di lavori anche a livello europeo.

Ci troviamo sul lotto Napoli-Cancello, una delle tratte che il Gruppo Webuild sta realizzando su commissione di Rete Ferroviaria Italiana – RFI società capofila del Polo infrastrutture del Gruppo FS. Qui operai e tecnici specializzati sono al lavoro per la costruzione della galleria artificiale di Casalnuovo che si sviluppa parzialmente sottofalda. Questo significa che, proprio dove viene scavata la galleria, la presenza dell’acqua è costante. Da qui l’idea di utilizzare la tecnica dello scavo iperbarico che prevede appunto il ricorso all’aria compressa per allontanare l’acqua dalle zone interessate.

Una tecnica complessa e sostenibile, che richiede elevate competenze e una formazione specializzata da parte degli operai che hanno scelto di dare il loro contributo a questo progetto.

Gli operai che sfidano la pressione

Per svuotare dall’acqua di falda la galleria di Casalnuovo la pressione oscillerà tra le 0,3 e circa 1,2 atmosfere (l’equivalente di quella che si prova sott’acqua tra i 3 e i 12 metri di profondità). Questo significa che gli operai, prima di poter entrare nell’area delle lavorazioni, dovranno adattarsi gradualmente a questa differenza in un’apposita camera di compensazione. All’interno della camera avviene la fase graduale di compressione che dura in media 20 minuti. Tutte le attività si svolgono naturalmente seguendo specifici protocolli tecnici e sanitari che consentono di garantire la massima sicurezza e la salute degli operai in tutte le fasi di lavoro. Nel cantiere, ad esempio, sono presenti dotazioni impiantistiche indispensabili per la pressurizzazione e per regolare i livelli di sovrappressione, gestendo gli ingressi degli operai e assicurando la massima sicurezza. Un sistema collaudato che sarà in funzione notte e giorno perché i lavoratori selezionati per questo progetto saranno impegnati in turni da 7 ore per coprire l’intero arco delle 24 ore, 7 giorni su 7. Lungo quei 650 metri dove sarà applicata la tecnica dello scavo in atmosfera iperbarica il cantiere non si fermerà mai fino al completamento della galleria.

Una tecnica innovativa e sostenibile

Il concetto alla base della tecnica applicata sulla Napoli-Bari è semplice: usare l’aria compressa per ricacciare indietro l’acqua. Più complessa è invece la sua realizzazione, perché per assicurare una pressione costante è di fatto necessario isolare l’intera area interessata dallo scavo.

Rispetto ai 3.300 metri complessivi di lunghezza che misurerà la Galleria di Casalnuovo, la tratta interessata dalla falda è lunga 650 metri che saranno suddivisi in compartimenti stagni, necessari per limitare le perdite di pressurizzazione e le infiltrazioni d’acqua di falda durante lo scavo.

Per creare questi compartimenti e isolarli l’uno dall’altro vengono realizzati dei diaframmi provvisori (veri e propri muri) abbattuti poi in successione con l’avanzamento degli scavi.

In sostanza, per ogni compartimento verranno ripetute tutte le attività ovvero il rivestimento, l’impermeabilizzazione e l’istallazione della camera di compensazione. Ultimato lo scavo in un compartimento, si procede con il successivo. Anche il materiale di risulta degli scavi viene conferito attraverso nastri trasportatori all’interno di due Ground Lock, ovvero due locali anch’essi a tenuta stagna e in condizioni iperbariche. Quando il locale di stoccaggio è pieno, il nastro viene retratto, la finestra lato galleria viene chiusa ermeticamente e a quel punto viene aperto il portone per consentire l’ingresso dei mezzi per lo svuotamento del materiale.

Quell’eccellenza nel grande cantiere che porterà l’alta velocità in Puglia

La galleria di Castelnuovo, con tutto il suo bagaglio, è solo una piccola parte di una grande opera ma racconta alla perfezione il senso di un progetto ambizioso perché innovativo, sicuro, sostenibile e anche profondamente rivoluzionario per il territorio che interessa.

Il lotto Napoli-Cancello rientra infatti in uno dei 4 lotti della AV/AC Napoli-Bari che il Gruppo Webuild sta realizzando (Napoli-Cancello, Napoli-Hirpinia, Hirpinia-Orsara, Orsara-Bovino).

Nel complesso si tratta di 74 chilometri di linea ad alta velocità/alta capacità, 10 viadotti e 6 tra nuove stazioni e fermate e 6 gallerie per la cui realizzazione è previsto l’impiego di 8 grandi talpe meccaniche.

Per portare a termine i lavori sui 4 lotti Webuild impiega ad oggi oltre 1.700 persone, mentre la filiera produttiva da inizio lavori vede il coinvolgimento di circa 1.500 società.

Una grande opera strategica per l’intero Sud Italia. La linea AV/AC Napoli-Bari consentirà infatti a regime ai treni di viaggiare a una velocità massima consentita di 250 km/h, riducendo significativamente le distanze tra la Puglia, la Campania, il Lazio e il resto del centro-nord Italia, ma anche di collegare il Paese sul versante Est/Ovest. In totale, la futura linea dell’alta velocità tra Napoli e Bari avrà una lunghezza di 145 km, con 9 gallerie (tra cui la Galleria Hirpinia, lunga circa 27 km, che si contenderà con la galleria Valico a Genova il primato di galleria più lunga d’Italia), 25 viadotti e 16 tra nuove stazioni e fermate. Al termine dei lavori il collegamento Napoli – Bari sarà percorso in 2 ore, contro le circa 4 attuali, mentre quello fra Roma e Bari in 3 ore. L’opera favorirà altresì l’interconnessione dell’infrastruttura ferroviaria del Sud con il Core Corridor “Scandinavia – Mediterraneo”, con un conseguente miglioramento dell’integrazione della tratta ferroviaria con le strutture dedicate all’intermodalità e alla logistica e, quindi, una maggiore connessione per il traffico merci tra il Mezzogiorno e il Nord Europa