On the road: in viaggio attraverso l’America

Dal Sud al Nord, quei 75mila chilometri di strade che uniscono in paese.

Rajean e Paul hanno appena comprato un quadro in una coloratissima galleria d’arte di Sarasota, una cittadina considerata la perla della Florida, nella costa sud-ovest del sempre soleggiato stato americano. «Volete che ve lo spedisca?», chiede l’artista alla coppia. «No, non ce n’è bisogno, lo portiamo in macchina. È un viaggio che facciamo due volte l’anno, tutto dritto sulla I-75». I due collezionisti, 74 anni lui, 71 lei, sono parte di quel folto gruppo di persone che in Florida chiamano “snowbirds”, intere famiglie che nei mesi più freddi si spostano dal Nord al Sud per abitare le seconde case protetti da un clima mite e temperato, per tornare al Nord poco prima dell’estate, quando il caldo diventa per loro meno accettabile.

I due abitano a Sault Ste. Marie, nell’Ontario in Canada, una località incastonata nell’area dei Grandi Laghi appena dopo il confine con gli Stati Uniti, fin dove appunto arriva la Interstate 75, che nasce a Miami come la gemella I-95, che si dirige sempre in Canada costeggiando invece tutto il fianco Est degli Stati Uniti fino ad arrivare nella provincia canadese del New Brunswick.

Le due Interstate I-75 e I-95 sono lunghe rispettivamente 2.875 km (1.786 miglia) e 3.071 km (1.908 miglia). La prima attraversa sei stati americani (Florida, Georgia, Tennessee, Kentucky, Ohio e Michigan) e ben 16 la seconda (dalla Florida al Maine).

Le autostrade americane

Secondo Google Maps ci vogliono poco meno di 22 ore per coprire la distanza tra Sarasota e Sault Ste. Marie, che diventano in genere almeno 25-26 considerando rallentamenti per il traffico o per lavori lungo la strada. «Noi, da anni, lo facciamo con un solo stop in albergo intorno a Cincinnati. Ci scambiamo alla guida ogni 4 ore e troviamo il tempo per fare un riposino mentre l’altro guida», dice Rajean. Chi non è così abituato, lo fa con due stop, massimo tre, prima di arrivare a destinazione. Viaggiare in autostrada da un capo all’altro degli Stati Uniti è una scelta fatta in massa dagli americani fin dai primi anni ’60, con il debutto del sistema autostradale varato con il National Interstate and Defense Highways Act del 1956 a firma del presidente Dwight D. Eisenhower.

Malgrado l’enorme ricorso al sistema di trasporto aereo, che ha in America oltre 5.200 aeroporti pubblici, e che contando quelli per i voli privati supera i 19mila scali, viaggiare in auto rappresenta una scelta di fondo, non tanto una questione di risparmio o di negazione per il volo o per il treno, che in molte aree non è presente. In macchina c’è posto anche per il cane, il gatto o, come nel caso di Rajean e Paul, per un dipinto, un mobile acquistato lungo la via verso Nord o verso Sud o un corredo per la figlia che si trasferisce al college. Lungo queste arterie e nei cambi di stagione è molto facile incontrare lungo la strada intere colonne dei cosiddetti RV, i Recreational Vehicle, enormi case viaggianti, con al traino autovetture per gli spostamenti brevi. Un mercato quello degli RV valutato in America oltre 26 miliardi di dollari nel 2020.

La storia delle grandi autostrade americane

Le grandi arterie di trasporto vennero concepite due decenni prima del debutto del sistema infrastrutturale siglato da Eisenhower, con il 32° Presidente Franklin Delano Roosevelt che governò gli americani attraverso la Grande Depressione e poi la Seconda Guerra Mondiale, unico ad aver retto la Casa Bianca per più di due mandati. Secondo una leggenda assai diffusa, convinto che una rete di grandi strade a pedaggio avrebbe contribuito a stimolare l’economia, FDR si fece portare una mappa degli Stati Uniti, la stese sulla sua scrivania, vi disegnò tre linee da Est a Ovest e tre linee da Nord a Sud e subito chiese al capo del Bureau of Public Roads: «Ora costruite queste strade!».

Difatti, la prima indagine formale sulla possibilità di costruire un sistema interstatale risale alla sezione 13 del Federal Highway Act del 1938. Se ne trova traccia ufficiale nel sito della Federal Highway Administration (FHWA), che fa capo al Dipartimento dei Trasporti (DOT). «Il capo del Bureau of Public Roads – riporta il documento – è incaricato di indagare e fare un rapporto sulle sue scoperte e raccomandare la fattibilità della costruzione e il costo di superstrade in numero non superiore a tre, che corrono in una direzione generale dalla parte orientale a quella occidentale degli Stati Uniti e in numero non superiore a tre, che vanno dalla parte settentrionale a quella meridionale degli Stati Uniti, compresa la fattibilità di un sistema di pedaggio su tali strade».

Da allora, il sistema delle Interstate americano si è sviluppato per oltre 75.600 km (47mila miglia) formando con le relative congiunzioni statali un reticolato che comprende 610.000 ponti, oltre 500 tunnel e annualmente registra il trasporto su strada di 11,9 miliardi di tonnellate di merci. Nella nomenclatura delle Intestate, quelle con il numero dispari (di due cifre) viaggiano da Nord a Sud, le pari uniscono l’America da Est a Ovest. Quelle con il numero finale 0 o 5 sono le più importanti.

I lavori per la I-75 sono iniziati nel 1957 e si sono protratti per quasi vent’anni con vari allungamenti rispetto al progetto originario. La I-95 è stata iniziata nel 1956 e ha visto una lunga serie di aggiustamenti al percorso iniziale dovendo servire le principali città della costa Nord-Est, come Washington D.C., Philadelphia, New York e Boston.

Proprio attorno alle grandi aree metropolitane si sono resi necessari nuovi svincoli, allargamenti di corsie, bretelle di collegamento e, soprattutto, le vie Express per il traffico veloce di lungo percorso, essenziali per saltare gli ingorghi attorno alle varie uscite locali.

Grandi aziende al servizio del sistema autostradale

Negli anni sono state chiamate a contribuire ai nuovi percorsi le imprese più esperte del settore. La Lane Construction (Gruppo Webuild) ha preso parte fin dalla sua fondazione al sistema delle interstate americano e, più recentemente, ha messo la propria firma, per quanto riguarda le due Interstate floridiane-canadesi, in Virginia con l’estensione della I-395 Express Lane nei pressi di Alexandria e la costruzione della I-495 Express Lane nella Fairfax County.

La I-95 non è la Interstate più lunga degli Stati Uniti, un record che spetta invece alla I-90 che corre orizzontalmente da Seattle (Washington) fino a Weston (Massachusetts) con 4.860 km (3.020 miglia), ma è sicuramente la più trafficata per via delle grandi città che incontra lungo il suo percorso. Si tratta di un’opera storica per il paese e infatti sono moltissime le curiosità abbinate a quest’arteria. Dal fatto che una parte del tracciato ripercorre il cammino dei rivoluzionari durante la guerra d’indipendenza del 1775-1783, alla dedica della bretella Delaware Turnpike al Presidente John F. Kennedy, otto giorni prima del suo assassinio, fino a un’altra leggenda secondo la quale nel firmare il via libera al piano delle Interstate, Eisenhower abbia pensato proprio alla I-95 come principale arteria difensiva. La legge del 1956 porta anche il nome Defense Highways perché durante la Guerra Fredda si voleva assicurare all’America una via di trasporto di truppe e armamenti in caso d’invasione da parte di una potenza straniera.