Viaggio on the road sulla Highway 50

Da Ovest a Est, quasi 5mila chilometri coast to coast: il viaggio su una grande infrastruttura americana

L’espressione “coast to coast” non avrebbe senso se non ci fosse lei. Dall’Atlantico al Pacifico, da Ocean City nel Maryland a West Sacramento in California, dal mare alla montagna, dal deserto alle praterie verdi, mondi lontani uniti da una lingua di cemento lunga 4.800 chilometri. È la Route 50, conosciuta come “the loneliest road in America” (la strada più isolata d’America), dopo che “Life” magazine le diede questo soprannome nel luglio del 1986, e ormai considerata la spina dorsale degli Stati Uniti, un vero capolavoro tra le opere pubbliche dello US Highway System, la rete autostradale che collega gli Usa.

Percorrere la Route 50 equivale a viaggiare nella storia del paese, attraversando confini fisici e culturali, e osservando le tante e diverse manifestazioni sociali di un paese che alterna i suoi panorami dalle città congestionate ai deserti senza vita.

Highway 50: in viaggio attraverso “the loneliest road in America”

Il nostro viaggio coast to coast inizia da Ovest: San Francisco. Puntando verso Est ci lasciamo alle spalle il Golden Gate in direzione Sacramento e via nel mezzo della Sierra Nevada. La tratta di autostrada che attraversa il Nevada è sicuramente la più incontaminata dell’intero percorso. Superato il suggestivo lago Tahoe, si viaggia attraverso chilometri e chilometri di nulla, dove lo sguardo si perde solo tra montagne, deserti e spicchi di cielo azzurro. È in questo tratto che la US 50 diventa per tutti “the loneliest road in America”, una strada deserta dove – nel tratto di 461 chilometri tra le città di Ely e Fernley – ci sono appena due distributori di benzina. Il protagonista è il deserto, che prosegue anche nello stato dello Utah, dove la strada attraversa il parco nazionale del Colorado.

Andando oltre, la lingua d’asfalto taglia in due le Rocky Mountains, considerate la catena montuosa che divide gli Usa; da lì accompagna per un tratto il percorso del fiume Arkansan per poi seguire la storica ferrovia di Santa Fe. Inizia in questo punto l’attraversamento delle Great Plains, le grandi pianure americane, infinite e desolate, punteggiate solo di tanto in tanto da piccole città.

Il viaggio prosegue attraverso il Missouri, da Kansas City a St. Louis, superando il fiume Mississippi, uno dei più grandi del continente, e si perde di nuovo nelle piantagioni agricole dell’Illinois, Indiana e Ohio.

Chilometri su chilometri, il continente americano davanti e alle spalle, per arrivare fino a Washington D.C., la capitale, oltrepassarla e raggiungere finalmente il Maryland, la sponda opposta dell’oceano, con lo sguardo puntato verso l’Europa e non più verso l’Asia e la East Coast che si racconta come un mondo lontano dalla West Coast.

Un salto sul trampolino di un’infrastruttura unica al mondo, un’autostrada che è divenuta il simbolo della voglia di scoprire e di viaggiare tipica di questo continente.

Heber Valley, Usa
Heber Valley, Usa

Storia e costruzione della Highway 50

Le origini della strada più solitaria d’America risalgono ancor prima della costruzione dell’Interstate Highway System voluto, nel Secondo Dopoguerra, dal presidente Eisenhower. La US 50 fu infatti progettata nel 1925 e i lavori di costruzione iniziarono nel 1926. La complessità e la lunghezza del tracciato imposero la parcellizzazione dei cantieri. Alcuni stati come Sacramento e la California si mossero per primi, portando a termine i lavori e anzi estendendoli, come avvenne nel 1930 quando il tracciato fu ampliato fino a San Francisco. In altri casi ci volle più tempo e le lavorazioni proseguirono per decenni, fino agli anni Cinquanta. Ad esempio, fino al 1949 in Maryland l’autostrada si interrompeva una volta raggiunta la Chesapeake Bay, le macchine venivano caricate sui traghetti e riprendevano il tragitto sulla sponda opposta. La costruzione del Chesapeake Bay Bridge, nel 1952, unì le due parti divise dalla baia e permise di aggiungere un altro tratto di strada all’incredibile viaggio sulla US 50.

I record della Highway 50

La grandezza della US 50 è proprio nella capacità visionaria dei suoi progettisti di unire insieme tratte differenti di strade statali, trasformandole così in un’unica grande direttrice che tagliasse da Est a Ovest il paese.

Tutto questo ha reso l’opera un magnete per i record, che dalla sua lunghezza, al numero di stati che attraversa (12), alle caratteristiche dei luoghi che costeggia, sono ormai parte della sua storia. Percorrere l’infinito tragitto significa superare 17 passi di montagna (con il più alto a 2.100 metri di altitudine), ma anche passare dalla solitudine al congestionamento. A Carson City, la media di traffico giornaliera è di 52.000 veicoli, contro gli appena 530 che viaggiano nei pressi della località di Duckwater.

A parte la sua incredibile utilità infrastrutturale, quest’opera è divenuta negli anni un simbolo assoluto per gli Stati Uniti e un attrattore di turismo. Una fama che nasce proprio a seguito dell’articolo del 1986 pubblicato dalla rivista “Life” che ribattezzò il tratto del Nevada come il più solitario del paese. Quel giudizio, che per l’estensore dell’articolo aveva una connotazione negativa, è stato invece trasformato dalle autorità del Nevada in una trovata di marketing. Il Nevada Department of Transportation inserì quella definizione su tutti i cartelli stradali della Highway 50 e la Nevada Commission on Tourism realizzò addirittura una “guida di sopravvivenza” che i viaggiatori dovevano riempire con il timbro di ogni località che riuscivano a visitare.

Da quel momento l’autostrada nata per collegare le sponde opposte del continente divenne espressione di quel sogno americano sintetizzato alla perfezione nel viaggio coast to coast e on the road, il salto da un oceano all’altro alimentato solo dalla voglia di scoperta.