Acqua e strade per la Florida, lo Stato del Sole invoca investimenti

Dalle infrastrutture idriche alle manutenzioni stradali, lo Stato del Sole alla prova dei grandi progetti

La Florida deve molto alle sue spiagge di sabbia, per lunghi tratti finissima e bianchissima. Una striscia costiera di 825 miglia bagnata dall’Atlantico a Nord, dalle acque caraibiche a Sud, attorno a Miami, e – risalendo dalle Keys fino a Pensacola – da quelle del Golfo, che da quelle parti è semplicemente “The Gulf” e non il Golfo del Messico, come spesso viene riportato nelle carte geografiche.

La penisola, che delinea la zona più meridionale degli Stati Uniti, con una superficie di 170mila chilometri quadrati, è appena il 22° Stato americano per estensione, ma è il terzo per popolazione dopo California e Texas, ed è in rapida crescita. L’economia dello Stato del Sole (Sunshine State) dipende molto dall’acqua, che rappresenta la sua fortuna e al tempo stesso la sua minaccia. Quest’anno la stagione delle grandi piogge è cominciata con la tempesta tropicale Elsa e andrà avanti durante l’estate mettendo sotto sforzo il reticolo di infrastrutture costiere “invisibili” che protegge gli abitanti e le loro case da tempeste e uragani.

Infrastrutture idriche, il punto debole della Florida

Quasi il 61% delle spiagge floridiane, secondo le stime dell’ASCE, l’American Society of Civil Engineers, si sta erodendo. Per ridurre l’esposizione al rischio nelle aree costiere e proteggere, per esempio, le centrali elettriche adiacenti alla costa servono investimenti ma, negli ultimi 10 anni, la differenza media tra i fondi richiesti e quelli stanziati dallo Stato ha superato i 40 milioni di dollari all’anno. L’ASCE ha assegnato a questo segmento il voto D+ per il 2021, per rimarcare l’acqua come punto debole dell’intero complesso infrastrutturale della Florida, fra strade, ponti, aeroporti, che mediamente ha ottenuto una C+, appena sopra la media nazionale grazie a quel “+”.

I sistemi di contenimento della Florida catturano principalmente l’acqua piovana in eccesso e la trasportano per la pulizia o il rilascio, con tubi di drenaggio, stagni di raccolta e dispositivi di trattamento del deflusso. Vi sono alcune aree cruciali nell’ecosistema floridiano, una di queste è considerato il polmone verde degli Stati Uniti, le Everglades. Per il ripristino di questo tesoro naturale che sorge alle spalle di Miami sono stati investiti fondi statali per oltre 2,3 miliardi di dollari, cui si è aggiunto un altro miliardo di finanziamenti federali, per attivare una serie di progetti, il più importante dei quali è stato affidato al Gruppo Webuild con la sua controllata statunitense Lane Construction.

Il progetto prevede la realizzazione di un bacino nell’estuario Caloosahatchee, nella costa sudovest della Florida, dotato di una diga interrata con perimetro di 26,2 chilometri e un setto separatore dei due bacini di 4,5 chilometri. In totale i bacini si estenderanno per circa 40,5 chilometri quadrati e conterranno 210 milioni di metri cubi d’acqua. Durante i periodi di pioggia, il bacino permetterà di contenere le acque contaminate provenienti dai terreni residenziali e agricoli dell’area e, nei periodi di secca, garantirà l’apporto idrico necessario per mantenere livelli ottimali di salinità.

Una risposta all’aumento della domanda di acqua

Attualmente, secondo i dati ASCE, sono in funzione più di 3.700 impianti di trattamento delle acque reflue, che fanno della Florida il leader nazionale nell’uso dell’acqua recuperata, e 5.275 sistemi pubblici e privati di trattamento dell’acqua potabile, che riforniscono gli oltre 21 milioni di abitanti. Secondo il Dipartimento della Protezione Ambientale della Florida (FDEP), la domanda media giornaliera di acqua dolce della Florida (che include l’acqua potabile) aumenterà del 20% nei prossimi vent’anni, tanto da richiedere investimenti per 21,9 miliardi di dollari.

Con l’inarrestabile aumento della popolazione residente, l’invecchiamento delle infrastrutture e gli ambienti ecologici sensibili, l’acqua rappresenta uno dei settori in cui lo Stato continuerà a investire e a richiamare fondi federali, insieme alla costruzione di strade e autostrade, con ponti e viadotti, prima che il sistema dei trasporti della Florida vada in affanno.

Everglades, Florida

Nuove strade dove correrà lo sviluppo dello Stato

Il Dipartimento dei Trasporti della Florida (FDOT) gestisce una rete autostradale di oltre 12mila miglia, pari al 10% del totale delle miglia stradali dello Stato. Si tratta di arterie strategiche dove transita più della metà del traffico e su cui negli ultimi quarant’anni il numero delle miglia percorse è aumentato del 25%. Ciò determina sempre più uno squilibrio nella domanda di strade che l’FDOT punta a risolvere con nuove costruzioni o con il rifacimento di altre più obsolete o sottodimensionate.

Infrastrutture chiave, come la “bretella” Florida’s Turnpike, usata da tre milioni di viaggiatori ogni giorno, sono in costante aggiornamento per dare accesso alle più importanti arterie di collegamento tra Miami e il resto dello Stato. Si tratta di progetti di ampliamento di snodi principali, come quello nella Orange County, a Sud di Orlando, affidato alla Lane Construction, con la costruzione di tre nuove rampe, il rinnovo di alcuni viadotti e il raddoppio a 8 corsie, con due dedicate alla Expressway, per offrire una mobilità sostenibile intorno all’area, riducendo la congestione e aumentando la sicurezza.

 

A fine maggio 2021, già tre nuove rampe sono state aperte al traffico per permettere alla Turnpike di lavorare a pieno regime, con sei mesi di anticipo rispetto ai tempi di progetto, che dovrebbe essere completato entro l’estate. Lane ha quasi 500 milioni di dollari in altri progetti autostradali attivi in ​​Florida: il progetto Poinciana Parkway Fase 2 nella contea di Osceola; il progetto Suncoast Parkway 2 nelle contee di Hernando e Citrus; e la sezione 8 di Wekiva Parkway nella contea di Seminole.

Tre di questi lavori sono stati appena premiati dalla Florida Transportation Builders’ Association (FTBA). I progetti Turnpike, Wekiva Parkway e Suncoast Parkway sono stati premiati con il Disadvantage Business Enterprise (DBE) Utilization Achievement Award, mentre il progetto Turnpike ha vinto il premio Best in Construction 2021.

Il costo di infrastrutture obsolete

Il Dipartimento dei trasporti ha in gestione 12.046 strutture catalogate come ponti, di cui circa il 15% ha almeno 50 anni. La Casa Bianca, nell’accompagnare il suo American Jobs Plan per l’ammodernamento delle infrastrutture del Paese, ha presentato anche un capitolo dedicato allo Stato del Sole, intitolato “The Need for Action in Florida”, dove considera 408 ponti e 3.564 miglia di highway in scarse condizioni. Dal 2011, secondo il documento dell’Amministrazione Biden, il tempo di viaggio pendolare (“commute time” per la versione inglese) è aumentato dell’11,6% e, in media, ogni automobilista sopporta un costo di 425 dollari l’anno per la guida in strade che hanno bisogno di essere riparate.

Nell’ultimo decennio, riferisce ancora il Need for Action, la Florida ha affrontato 22 situazioni di maltempo estremo, con danni per almeno 100 miliardi. Nel settembre 2017 al passaggio dell’uragano Irma, più di sei milioni di persone in Florida sono rimaste senza elettricità, connessioni telefoniche o internet, ripristinate dopo vari giorni di interruzione, e le strade a Miami, Naples e Jacksonville si sono trasformate in fiumi. I danni sono stati contenuti, rispetto alle previsioni, grazie alla deviazione all’ultimo momento dell’uragano e alle infrastrutture realizzate a difesa del territorio.

La crescita della Florida, con più di un milione di nuovi abitanti l’anno, invoca la necessità di continuare a investire per migliorare le infrastrutture per aumentare la resilienza dei sistemi comunali di acqua potabile, rafforzare la rete elettrica, aumentare la capacità dei sistemi di scarico delle acque piovane, rendere strade e autostrade più sicure e meno congestionate.