Da aziende a musei: tutte le aziende che condividono il proprio patrimonio culturale

Storia, identità e visioni aziendali diventano beni culturali: scopri gli esempi più virtuosi di cultura d’impresa, dal museo della BMW al progetto Evolutio di Webuild, che comprende una mostra al Museo dell’Ara Pacis e un Museo Digitale.

La cultura d’impresa non è un concetto astratto, ma un patrimonio culturale vivo, fatto di memorie, archivi, spazi e iniziative che raccontano la storia delle aziende e, con essa, quella di interi Paesi.

Musei, mostre, eventi e progetti culturali nascono da un’idea: l’impresa non è solo produzione, ma anche creatività, innovazione, responsabilità. È questa la chiave per leggere una tendenza che, da oltre un secolo, accompagna le trasformazioni sociali ed economiche.

Imprese e patrimonio culturale: da inizio Novecento agli anni Novanta

La cultura d’impresa come fenomeno organizzato prende forma a inizio Novecento, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, quando le aziende comprendono che non basta produrre, ma occorre comunicare un’identità. La Ford Motor Company di Henry Ford, con i suoi musei dedicati alla storia della mobilità, fu tra le prime a codificare un racconto di sé.

In Italia il fenomeno si radica più tardi, ma con risultati significativi: dalla Fondazione Pirelli, custode di archivi storici e promotrice di mostre, alla Olivetti di Ivrea, pioniera di un modello in cui design, cultura e impresa si intrecciano. Olivetti non produceva solo macchine da scrivere: organizzava esposizioni, sosteneva architetti e artisti, pensava la fabbrica come luogo di comunità.

Negli anni Ottanta e Novanta, con la globalizzazione e la diffusione dei grandi brand, la cultura d’impresa diventa uno strumento strategico per consolidare l’immagine pubblica. Nascono musei aziendali che diventano vere attrazioni turistiche, come la Casa Martini a Pessione, il Museo Ferrari a Maranello, il Museo Lavazza a Torino.

Spazi dove la memoria industriale si fonde con i beni culturali e la valorizzazione territoriale, offrendo ai visitatori un’esperienza che è insieme storica, emotiva e identitaria.

Dall’Italia al mondo: i grandi esempi globali (come il BMW Museum e il BMW Welt)

Dal Giappone agli Stati Uniti, dalla Francia alla Germania, ripercorrere la storia della cultura d’impresa significa immergersi in esperienze uniche, che ancora oggi segnano l’immagine di marchi divenuti icone.

In Giappone, a Yokohama, un museo celebra la storia di Momofuku Anto, fondatore di Nissin, che nel 1958 inventò i noodles istantanei e nel 1971 lanciò i celebri Cup Noodles. Quella storia è oggi raccontata all’interno del Cup Noodles Museum, dove i noodles istantanei vengono raccontati come strumento di nutrizione globale: dalla corsa allo spazio (furono scelti dagli astronauti della NASA come cibo per le missioni), fino alle emergenze umanitarie, dove si sono rivelati un pasto rapido e accessibile.

Così come il cibo, anche le automobili sono divenute oggetto di musei iconici e strumento di promozione della cultura d’impresa. A Monaco, in Germania, il BMW Welt unisce esposizione, architettura d’avanguardia e narrazione del celebre marchio automobilistico. Aperto nel 2007 accanto allo storico BMW Museum (1973), il BMW Welt è un complesso architettonico avveniristico che ospita esposizioni permanenti, prototipi, concept car e moto, ma anche eventi culturali, concerti e mostre temporanee.

Con oltre 3 milioni di visitatori l’anno, il museo BMW Welt è diventato uno dei luoghi più frequentati della Germania, simbolo di come un’azienda possa trasformare il proprio brand in patrimonio culturale.

Negli Stati Uniti, la Coca-Cola Company ha trasformato il suo archivio e il suo brand in un percorso museale che attrae milioni di visitatori ogni anno ad Atlanta. Inaugurato nel 1990, completamente rinnovato nel 2007, il World of Coca-Cola è il museo esperienziale che racconta la storia della bibita più famosa del pianeta.

Qui il brand si fa spettacolo: i visitatori possono esplorare archivi storici, collezioni pubblicitarie, installazioni immersive e soprattutto la celebre “Vault”, la stanza blindata che custodirebbe la formula segreta della bevanda. Non manca la sala degustazione con oltre 100 bibite prodotte nel mondo. Più che un museo, è una macchina di storytelling che unisce memoria, emozioni e marketing, trasformando la cultura d’impresa in attrazione turistica.

Evolutio: la storia delle infrastrutture tra memoria e futuro

Raccontare la Coca-Cola non è come raccontare un ponte o una diga. Ma anche le infrastrutture diventano oggetto di racconto emozionale e culturale. In Italia il Gruppo Webuild ha lanciato un’iniziativa culturale che punta a narrare l’impatto delle infrastrutture sulla vita delle persone. Un nuovo punto di vista per far vedere le infrastrutture con una diversa prospettiva, raccontando come ponti, dighe, metropolitane e treni veloci abbiano cambiato il quotidiano degli italiani partecipando a quello sviluppo che ha permesso al Paese di diventare una delle prime potenze industriali al mondo.

È questo il senso di Evolutio, il progetto culturale lanciato da Webuild e costituito da una Mostra e un Museo Digitale permanente.

La Mostra (“Evolutio – Building the future for the last 120 years”) si tiene al Museo dell’Ara Pacis di Roma dall’8 ottobre fino al 9 novembre, e accompagna i visitatori attraverso le grandi trasformazioni dell’Italia del Novecento: dalle dighe alle autostrade, dalle metropolitane all’alta velocità ferroviaria, fino al Ponte sullo Stretto di Messina.

Il percorso espositivo presso l’Ara Pacis Augustae si articola in sei sale tematiche che conducono le persone in un viaggio lungo oltre un secolo, dagli anni Trenta del Novecento fino ai giorni nostri. Ogni sala del noto museo di Roma è un frammento di storia in cui il progresso tecnico si intreccia con la vita delle persone.

Il Museo Digitale “Evolutio – Infrastructure for human development” (www.evolutio.museum) è invece il primo museo digitale nativo dedicato alle grandi opere infrastrutturali. Rende questo patrimonio accessibile a tutti, con un archivio interattivo che raccoglie il patrimonio multimediale inedito del Gruppo Webuild: circa 1,5 milioni di documenti digitalizzati, tra foto e video.

Un museo virtuale, all’interno del quale si possono ammirare oltre 12mila foto e una vasta selezione di documentari e pellicole d’epoca, oltre ad accedere all’Area Edutainment, con video 3D e grafiche interattive che permettono di conoscere da vicino il mondo delle grandi infrastrutture.

Evolutio non è quindi solo un’iniziativa di comunicazione, ma una dichiarazione di identità attraverso la quale Webuild, che in oltre 120 anni ha realizzato più di 3.700 opere in 50 Paesi, sceglie di condividere con il pubblico un’eredità fatta di cantieri, ingegno e progresso.

La cultura d’impresa diventa così parte integrante della sua missione: costruire infrastrutture non solo materiali, ma anche culturali, capaci di rafforzare la consapevolezza del ruolo che le grandi opere hanno avuto e avranno nello sviluppo dell’Italia e del mondo.