A due passi dai tempi maya di Tulum, aggrappati alle scogliere a picco sul golfo del Messico e abitati da decine di pacifiche iguana, è difficile immaginare il passaggio delle rotaie di un treno ad alta velocità.
Eppure il parco immerso nella rigogliosa foresta verde, avvistato per la prima volta dai conquistatori spagnoli il 4 marzo del 1517, sarà una delle tappe del “Treno Maya”, la linea che attraverserà la penisola dello Yucatan per collegare tra loro alcuni dei siti archeologi più amati dal turismo internazionale.
I lavori per la realizzazione di una linea lunga 1.500 chilometri inizieranno nel 2019, ci vorranno sei anni per completarli e un investimento pari a 100 miliardi di pesos messicani (5,2 miliardi di dollari americani). Numeri significativi resi pubblici dal governo federale che nelle ultime settimane ha confermato quello che era stato un annuncio dato dall’allora candidato Andrés Manuel Lòpez Obrador nel corso della campagna elettorale che lo ha portato sulla poltrona di presidente.
Proprio una riunione del consiglio dei ministri, tenuta nei primi giorni di settembre, si è infatti chiusa con l’annuncio che il governo Obrador (ufficialmente in carica dal prossimo 1° dicembre) si impegnerà da subito su 35 priorità, una delle quali è la realizzazione del treno che collegherà le principali località turistiche nella penisola dello Yucatan. Ad aggiungere dettagli è stato il senatore del partito Morena (il partito del presidente), Jose Luis Pech Varguez, confermando che il progetto è già in fase di sviluppo e che la sua realizzazione è stata affidata a Fonatur, l’ente che gestisce il Fondo Nazionale del Turismo.
Dalle dichiarazioni rilasciate dal senatore alla stampa messicana emerge che la linea sarà ad alta velocità solo sulla carta, perché di fatto non supererà i 130 chilometri orari, attraversando tre stati: Quintana Roo, Campeche e Chiapas. L’idea è quella di facilitare i viaggi dei turisti in una delle regioni più apprezzate e visitate del Messico mettendo a disposizione dei viaggiatori un mezzo efficiente che colleghi da Nord a Sud la penisola, partendo da Cancun nello stato di Quintana Roo e terminando la sua corsa a Palenche in Chiapas. Nel tragitto il treno si fermerà a Tulum, Carrillo Puerto, Bacalar e Calakmul, quest’ultimo nello stato di Campeche.
Secondo quanto riportato dall’Associated Press la prima tratta (quella che prevede il collegamento tra Cancun e Tulum con fermate a Playa del Carmen e Puerto Morelos) sarà terminata nel giro di due anni, mentre il proseguimento dei lavori sarebbe ancora tutto da pianificare.
Il governo sembra però deciso a proseguire lungo questa direzione, dando seguito all’annuncio fatto da Obrador il 26 giugno scorso a Cancun, quando in piena campagna elettorale lanciò l’idea del “Treno Maya”.
A confermare il percorso della prima tratta è stato già nel luglio scorso il senatore Pech Varguez. «Sono certo che ci saranno alcuni aggiustamenti sulla rotta del treno e sarà meglio definita la posizione delle prime tre fermate. Due possono essere quella di Playa del Carmen e di Puerto Morelos, e la terza a Tulum».
Parlando invece dei finanziamenti per far partire i lavori il senatore ha aggiunto: «Il progetto prevede fondi governativi, il supporto dei privati ma anche il coinvolgimento dei proprietari delle terre dove passerà il treno che diverranno partner dell’iniziativa».
E proprio in una recente uscita pubblica, riportata dalla stampa di Quintana Roo, il presidente eletto Obrador ha dichiarato: «Abbiamo intenzione di sostenere il turismo in questa regione del paese, ma lo faremo con equilibrio. Per questo faremo in modo che i turisti che arrivano a Cancun o a Playa del Carmen, siano agevolati a esplorare il mondo maya anche nelle regioni del Sud».
Per quanto di grande fascino e attrattività, molti siti archeologici sono tuttora difficili da raggiungere a differenza delle località di mare come Cancun, dotata addirittura di un aeroporto internazionale. Da qui il bisogno del governo di sfruttare questa enorme occasione di crescita e di ricchezza favorendo i viaggi dei visitatori stranieri anche in altre regioni del paese.
In realtà, oltre a fornire una grande opportunità di sviluppo per la penisola dello Yucatan, l’idea del “Treno Maya” conferma la sensibilità del nuovo esecutivo messicano nei confronti del ruolo decisivo delle infrastrutture per lo sviluppo del paese. Il presidente eletto Obrador ha infatti ribadito in più occasioni l’intenzione di raddoppiare la spesa pubblica per le grandi opere, portando gli investimenti al 4,1% del Pil, da dividere tra infrastrutture e programmi sociali. Tutto questo abbandonando la realizzazione di opere faraoniche, come avrebbe dovuto essere il Nuevo Aeropuerto Internacional de México (140 milioni di passeggeri all’anno e un investimento di almeno 13 miliardi di dollari), e puntando su infrastrutture strategiche divise tra i vari stati del Messico.
Una strada da percorrere senza indugi per colmare almeno in parte quel gap di 544 miliardi di dollari americani che il Global Infrastructure Hub ha riconosciuto al paese. Un lungo cammino che potrebbe iniziare dalla prima fermata del “Treno Maya”.