Miami: sviluppo e sicurezza contro gli uragani

La città della Florida investe per proteggersi dagli eventi atmosferici

Mentre nella memoria sono ancora vive le immagini di una Miami schiaffeggiata dall’uragano Irma, così come i video che hanno fatto il giro del mondo delle strade trasformate in corsi d’acqua, la città si sta interrogando su come mettersi al riparo dalle violente precipitazioni di fine estate e insieme modernizzare la sua rete infrastrutturale, a partire dai trasporti. L’obiettivo è duplice e il suo conseguimento necessario per sostenere il ruolo della città, non solo come grande attrattore turistico, ma anche come polo logistico e commerciale del Sud degli Stati Uniti d’America.
A questo proposito, i dati della Miami-Dade, la contea di cui Miami è capoluogo, sono confortanti: dal 2011 ad oggi il tasso di disoccupazione è passato dal 13 al 4,5%, mentre negli ultimi quattro anni sono stati creati 117mila nuovi posti di lavoro. La città conferma così la sua vitalità e i numeri del turismo sottolineano il suo ruolo di attrattore di persone e capitali su scala mondiale. Quindici milioni di turisti visitano ogni anno la contea, spendendo in media 23 miliardi di dollari e contribuendo a mantenere 130mila posti di lavoro.  
Dai locali notturni di Miami Beach, alle ville con i loro moli privati per le imbarcazioni nascoste tra la vegetazione dei canali, passando per i grattacieli del centro finanziario, la città ha tanti volti, ma un’immagine unitaria e riconoscibile in tutto il mondo. Per difenderla e soprattutto per migliorarla, le autorità cittadine hanno avviato una serie di interventi che partono dalle attività di contrasto al pericolo più imminente: la natura.  

Miami Beach assediata dal mare

Secondo quanto riportato dal sindaco della Miami-Dade County, Carlos A. Giménez, nel corso del suo discorso sullo stato della contea, tenuto il 30 gennaio, il Water and Sewer Department (WASD) ha appena completato gli stanziamenti per un piano quadriennale di interventi investendo 1,2 miliardi di dollari in nuove infrastrutture. Attualmente, i progetti conclusi sono 1.019 mentre sono 876 quelli ancora in corso.
Il pericolo legato agli eventi atmosferici è sentito in tutta la contea di Miami ma – come dimostrato anche dai danni causati dall’uragano Irma – alcune zone rischiano più di altre.
Il 20 settembre scorso, mentre tutta la città contava i danni, il sindaco di Miami Beach Philip Levine ha scritto una lettera pubblica richiamando l’importanza di investire nelle infrastrutture per fronteggiare i fenomeni atmosferici.
«Come sindaco della città – si legge nella lettera – ho visto cosa una buona amministrazione può fare per identificare e investire in soluzioni innovative al fine di contrastare i ritardi ambientali e infrastrutturali. Attraverso un’azione strategica e decisa, Miami Beach sta implementando il piano per rendere la città più resistente nei confronti dell’innalzarsi del livello del mare. Ma sia chiaro che la maggior parte delle città non possono, e non dovrebbero, affrontare da sole questa sfida. Per salvaguardare al meglio il nostro ambiente, il mercato del real estate, e un’economia fondata sul turismo, è necessario che anche i leader politici dello stato facciano la loro parte».

L’allarme del sindaco arriva dopo che l’amministrazione cittadina, nei primi mesi del 2017, aveva già stanziato 100 milioni di dollari per realizzare interventi di messa in sicurezza dal mare dell’area di Miami Beach. Gli interventi hanno previsto la protezione di alcune strade, l’istallazione di pompe di drenaggio, la manutenzione degli impianti fognari. L’investimento, per quanto consistente, non è tuttavia sufficiente. I calcoli dell’amministrazione cittadina stimano infatti che gli interventi ancora da realizzare si aggirino tra i 400 e i 500 milioni di dollari. Risorse necessarie per evitare che tutta la zona costiera di Miami non venga una volta ancora flagellata dagli eventi atmosferici.

Uragano a Miami

Miami alla prova di un trasporto più efficiente

Inquinata, trafficata, costosa. Questa è l’immagine di Miami che emerge dalle statistiche e dalle analisi sulla rete dei trasporti. Secondo l’INRIX, un centro di ricerca globale specializzato nell’analisi sul traffico, Miami è la quinta città negli Usa e la decima al mondo per congestione e ciascun residente trascorre in media ogni anno 65 ore nel traffico. E non è un caso se – come segnala la National Highway Traffic Safety Administration – la I-95 è la Interstate che registra il maggior numero di incidenti mortali negli Usa.
Il traffico congestionato ha un costo molto elevato per i cittadini che – secondo l’INRIX – raggiunge i 3,6 miliardi di dollari all’anno. Per far fronte a questo problema, sono stati avviati una serie di progetti che dovrebbero nei prossimi anni aumentare la sicurezza e ridurre i tempi dei trasporti. Il primo e forse più importante è la costruzione del Brightline, una linea ferroviaria ad alta velocità che collegherà Orlando a Miami, riducendo il tempo di percorrenza dalle attuali quattro ore a due ore e mezzo. Accanto a questo l’amministrazione ha presentato S.M.A.R.T. (Strategic Miami Area Rapid Transit), costituito da 6 corridoi ferroviari che cumulano insieme 82 miglia di tragitto collegando diverse zone della città.
Il rinnovamento nella rete di trasporto tiene poi conto anche di chi l’automobile o il mezzo pubblico non lo prende, ma preferisce muoversi a piedi o in bicicletta. Sulla scia della ormai celebre High Line di New York City, anche Miami avrà presto il suo percorso riservato per pedoni e ciclisti. Nascerà così la Underline, 10 miglia ricavate sulle vecchie ferrovie cittadine che saranno trasformate in un vero e proprio parco verde nel cuore della città.
Questa vitalità è in linea con la pianificazione strategica dello stato della Florida, al quarto posto negli Usa per valore degli stanziamenti infrastrutturali. Per l’anno in corso lo stato prevede infatti di investire 83,5 miliardi di dollari nelle infrastrutture (di cui 10,8 miliardi nei trasporti), dietro a Texas, California e New York.

Il porto, una leva per i commerci internazionali

Per una grande città sul mare come Miami il porto ha rivestito e riveste tuttora un’importanza strategica. Uno studio di PortMiami (l’Autorità che gestisce lo scalo marittimo) calcola che l’impatto economico dell’infrastruttura sull’economia cittadina è pari a 41,4 miliardi di dollari, e contribuisce a creare in modo diretto e indiretto 324.000 posti di lavoro.
Questo perché il porto riveste un ruolo decisivo che gli viene storicamente riconosciuto anche per via della vicinanza geografica con il Canale di Panama. Ed è proprio questa vicinanza, accompagnata alla realizzazione del Nuovo Canale di Panama (portata a termine da un consorzio internazionale di cui era parte Salini Impregilo), che ha convinto la PortMiami a investire 1 miliardo di dollari per adeguare lo scalo ad accogliere le post-panamax, le grandi navi che attraversano il Nuovo Canale. L’investimento ha trasformato il porto nel più grande hub logistico a sud della Virginia, collegato con un efficiente sistema di scambio intermodale (nave-treno) che permette alle merci che sbarcano a Miami di raggiungere il 70% della popolazione americana in meno di quattro giorni.
Questo risultato è stato salutato con entusiasmo anche da Carlos A. Giménez che commenta così sul sito di PortMiami: «Il completamento del Deep Dredge (l’opera di dragaggio che ha aperto il porto alle grandi navi) e dell’Intermodal On-dock Rail (il progetto di scambio logistico con la ferrovia) sono una grande pietra miliare non solo per la Miami-Dade County e per PortMiami, ma per l’intera Florida».