Steinway Tower, a New York il grattacielo più sottile al mondo

Inaugurata a Manhattan la torre dei record alta 435 metri e larga solo 17,9 metri

Non si può soffrire di vertigini per vivere nella Triplex Park Loggia Penthouse 72, l’attico che si sviluppa su tre piani ognuno dei quali con una vista a 360 gradi su Manhattan e Central Park.

È questo l’ultimo passo verso il paradiso, la “stairway to heaven” – per citare la celebre canzone dei Led Zeppelin – del grattacielo che a detta degli architetti che l’hanno progettato  vuole riscrivere la filosofia dello skyline di New York City.

La Triplex Penthouse 72, un appartamento da 662 metri quadrati con una loggia di 129 metri quadrati e un costo sul mercato di 66 milioni di dollari, è infatti solo l’estremità più inarrivabile della Steinway Tower, il grattacielo più sottile del mondo inaugurato pochi giorni fa nella Grande Mela, a pochi passi dal verde di Central Park.

La torre prende il nome dalla celebre ditta che dall’inizio del Novecento produce e commercializza pianoforti in tutto il mondo perché, proprio al suo fianco, sorge la Steinway Hall, la sala da concerto costruita nel 1925 all’interno di quella che un tempo è stata la sede della Steinway & Sons. E così, armonioso come uno strumento musicale, l’incredibile grattacielo sfida le leggi della fisica slanciandosi in altezza per 435 metri ma con un lato di base di appena 17 metri. Un fuso conficcato nel cuore di Manhattan che, per quanto esile al limite della trasparenza, ha già lasciato la sua traccia sullo skyline di New York City.

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Lusso ed esclusività nella torre dei record

Modernità e tradizione. Un binomio spesso abusato che però ha ispirato la ricerca dello studio di architettura SHoP Architects, incaricato di progettare il grattacielo. Se la modernità è naturalmente espressa dalle caratteristiche innovative di questo edificio, la tradizione è nella sua stessa essenza, espressa soprattutto attraverso gli arredi interni. Le singole abitazioni, così come gli spazi comuni, sono tutti ispirati all’età dell’oro dei grattacieli di Manhattan, ovvero quella incredibile Art Déco che ancora oggi vive su tantissimi simboli della Grande Mela come ad esempio il Rockefeller Center. Il sogno è quello di riportare indietro le lancette del tempo alla Gilded Age, gli ultimi anni dell’Ottocento quando New York City era terreno fertile nelle mani di magnati dell’industria come Andrew Carnegie e Cornelius Vanderbilt. Per farlo lo studio SHop ha puntato più che mai sul lusso, l’unico vero abitante che nessuno riuscirà mai a sfrattare dalla Grande Mela. E così l’edificio più sottile al mondo ospita un solo appartamento per ognuno dei suoi 84 piani con prezzi che vanno dai 7,7 milioni di euro ai 66 milioni dell’attico.

«Tutti noi siamo stati in posti di lusso – ha dichiarato alla CNN William Sofield, fondatore e socio dello studio Sofield che ha curato gli interni del grattacielo – ma in questo caso ho voluto creare un’esperienza unica che potesse essere vissuta solo a New York: un edificio che non esistesse in nessun altro posto del mondo».

Steinway Tower: vertigini nel cuore di Manhattan

Il senso di vertigini che prende alla gola all’ultimo piano della Penthouse è lo stesso che si prova passeggiando all’altezza della 111 West-57th Street e sollevando appena gli occhi al cielo.

Oltre ad essere così sottile da offrire la sensazione che si possa spezzare da un momento all’altro, la Steinway Tower ha la forma di un fuso che va assottigliandosi sempre di più mentre raggiunge il cielo. L’idea – secondo quanto hanno spiegato i progettisti – era che il grattacielo dovesse man mano sparire nell’aria, senza lasciare traccia.

«Quella che abbiamo elaborato – ha spiegato Gregg Pasquarelli di Shop Architects – è una nuova e coraggiosa interpretazione dello skyline di New York, un progetto di proporzioni straordinarie e di grandezza epica».

Partendo da questo concetto, lo studio ha disegnato un edificio avveniristico anche nei materiali. I pilastri che compongono la sua struttura sono infatti di terracotta smaltata in grado di cambiare colore in base all’angolazione del sole e in questo modo di offrire, nelle varie ore del giorno, effetti di luce totalmente differenti.

Dalla crisi alla rinascita

La storia della Steinway Tower assomiglia molto alla storia di New York City, una città alla perenne ricerca di un nuovo inizio. Alle spalle della grandiosità del nuovo edificio c’è infatti una storia complessa, fatta di fallimenti, crisi, abbandoni e ripartenze. Nel 2005 la Investcorp acquistò l’edificio adiacente allo Steinway Building per 23 milioni di dollari, rivendendolo l’anno dopo alla Starwood Capital Group che avrebbe dovuto demolirlo per costruire un hotel di lusso. Nel 2008 il progetto fu però bloccato per via della crisi finanziaria che colpì gli Stati Uniti fino a quando nel 2012 la Starwood vendette la partecipazione di maggioranza del complesso. Alla fine del 2012 anche la Steinway & Sons annunciò che avrebbe venduto lo Steinway Building, l’edificio subito accanto, per 46 milioni di dollari. A quel punto una joint venture di grandi imprese immobiliari rilevò l’intero complesso e nel 2013 annunciò il progetto della Steinway Tower. La costruzione ebbe inizio nel 2014, subì una battuta d’arresto nel 2020 a causa del Covid-19, per poi ripartire arrivando alla conclusione nelle scorse settimane, quando Manhattan ha potuto salutare il suo nuovo grattacielo dei record.