Londra, prove di ripartenza dopo il Covid-19

La capitale inglese punta sul trasporto sostenibile per rilanciare lo sviluppo cittadino dopo la pandemia

London is not dead. Nonostante il Covid-19 abbia svuotato gli uffici della City of London costringendo allo smart working circa 540.000 persone, la capitale inglese è oggi attraversata da una voglia condivisa di ripartenza.

La campagna vaccinale è a uno stadio avanzato, e il rischio di diffusione delle varianti, in particolare di quella indiana, è visto come una nuova sfida da superare in fretta.

Il distretto finanziario non è più quello di una volta, manca il trambusto tradizionale, le corse per arrivare in tempo alle riunioni, i fiumi di operatori che si riversano in strada durante la pausa pranzo. La città ha pagato un caro prezzo alla pandemia, che ha ucciso in poco più di un anno 15.000 londinesi. Eppure, nonostante la vita sia inevitabilmente cambiata, Londra combatte per rimanere se stessa. Frenetica, vitale, proiettata verso il futuro.

Nel gennaio scorso l’ufficio del sindaco ha redatto un report secondo il quale, anche se le grandi aziende non abbandoneranno la capitale, tuttavia saranno chiamate a ripensare spazi e modalità di lavoro per favorire il ritorno in sede delle persone.

Per riscrivere il futuro, rimettendo Londra al centro delle mappe mondiali, sarà quindi necessario ripensare il modello stesso di città, investendo anche nei trasporti che – oggi più di ieri – diventano strategici per far muovere le persone in sicurezza.

Secondo i calcoli dell’ufficio del sindaco entro il 2025 Londra assisterà a un raddoppio dei visitatori durante in weekend. La città non si ferma, e punta a cavalcare questa ripartenza.

Prima della crisi del Covid-19, il sistema dei trasporti di Londra metteva in movimento 30 milioni di persone al giorno, più di quanto facesse la rete ferroviaria e di bus su scala nazionale. L’obiettivo adesso è tornare a questi livelli. E naturalmente superarli.

La ripartenza di Londra inizia dalla mobilità sostenibile

Metro, bus, biciclette. Nella capitale inglese la macchina è meglio lasciarla a casa. Prima dell’esplosione della crisi, il 63% dei movimenti cittadini veniva coperto dai mezzi pubblici. Il calo dell’utilizzo di metro e autobus legato al rischio contagio ha naturalmente ridotto questa percentuale, che adesso deve tornare a salire.

La Trasport Strategy del sindaco di Londra, il piano di trasporti lanciato dall’amministrazione cittadina, prevede infatti che entro il 2041 ben l’80% dei londinesi si muoverà a piedi, in bicicletta o con i mezzi di trasporto pubblici, metropolitane in testa.

E proprio intorno alle metropolitane ruotano i progetti più interessanti. L’ammodernamento della Bakerloo Line e della Central Line, che permetteranno di aumentare la capacità di queste due linee storiche fino al 40%; lo sviluppo della Piccadilly Line ( 2,5 miliardi di sterline di investimento previsto), che permetterà di trasportare 13.000 persone in più ogni ora raggiungendo 20mila abitazioni oggi non servite dalle metropolitane; e in ultimo l’ampliamento della Jubilee Line, con un termine previsto al 2029 e un impatto considerevole perché la linea porterà ogni ora 14mila persone in più nel business district, l’area più produttiva dell’intera città.

London Underground

I trasporti al primo posto: grandi progetti per uscire dal Covid-19

Nel maggio del 2020, in una Londra colpita dalla pandemia, con le strade deserte e le metropolitane svuotate perfino nelle ore di punta, Trasport for London (la società pubblica che gestisce i trasporti cittadini) ha stanziato 1,6 miliardi di sterline per assicurare la regolarità del servizio nonostante il numero dei viaggiatori fosse crollato del 90%.

Un anno dopo, Londra sta uscendo dalla crisi del Covid-19, e bus così come treni delle metropolitane hanno ripreso a riempirsi. Nonostante la campagna vaccinale sia avanzatissima, i rischi delle varianti si fanno sentire in tutto il paese e in particolare nella capitale, ed è anche per questo che Transport for London insieme al Department of Transport continuano la cura “finanziaria” per sostenere i trasporti confermando fino a questo mese il pacchetto di supporto finanziario alle infrastrutture di trasporto della capitale.

Uno dei progetti considerato strategico dal paese intero è la realizzazione di una linea ad alta velocità che colleghi rapidamente le principali città del Regno Unito. Un rapporto stilato dall’High Speed Rail Group spiega infatti che proprio per la ripartenza economica post-Covid-19 diventa essenziale procedere nella pianificazione di una linea ferroviaria ad alta velocità capace di attraversare da Sud a Nord il paese intero. Un progetto che è stato già condiviso con il governo, destinato a cambiare profondamente la mobilità del Regno Unito ma anche quella di Londra, capolinea del futuro treno proiettile.

Gli investimenti necessari: dove trovare i fondi

Nella città cresciuta insieme alla sua “Tube”, trasporti significa sviluppo, investimenti, visione del futuro. Oggi più di prima. Per uscire dalla crisi del Covid-19, il Regno Unito ha deciso di puntare moltissimo sulla mobilità sostenibile, partendo naturalmente dalla sua capitale.

Il punto di partenza sono gli investimenti. Negli ultimi 50 anni circa un terzo degli investimenti britannici sui trasporti è stato assicurato dalla BEI, la Banca Europea degli Investimenti.

L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea ha però interrotto questo flusso di risorse finanziarie e oggi impone al governo di riallocare nuove risorse per modernizzare la rete di trasporto.

Come Canada e Giappone, che hanno sperimentato con successo l’efficacia della Canada Infrastructure Bank e della Developmente Bank of Japan, anche il Regno Unito punta adesso allo sviluppo e alla crescita della UK Infrastructure Investment Bank (IIB), l’istituzione finanziaria di stato chiamata proprio a sostenere gli investimenti nelle infrastrutture.

La presenza del governo, così come il ruolo crescente della IIB non basteranno però da sole per raggiungere l’obiettivo del 2050, quando il Regno Unito dovrà arrivare a tagliare fino a zero le emissioni di gas serra. I privati, che oggi rappresentano una minoranza nei finanziamenti ai grandi progetti, dovranno aumentare la loro presenza nel settore, sostenendo la costruzione di opere strategiche. Una di queste è la High Speed North, ovvero la ricostruzione delle vecchia Northern Powerhouse Rail, la ferrovia che dovrà collega le principali città al Nord dell’Inghilterra, quindi Manchester, Liverpool, Leeds, Sheffield, Hull e Newcastle-upon-Tyne.

Dalle linee metropolitane ai treni ad alta velocità, la ripartenza è iniziata. Nel nome della sostenibilità e di un nuovo modello di sviluppo. Una ripartenza che inizia da Londra.