Trasporti: ecco le 10 metropoli campioni nella mobilità sostenibile

Da Berlino a Milano, da New York City a Parigi, le città più all’avanguardia nel settore dei trasporti

Il futuro della mobilità si gioca soprattutto nelle grandi metropoli. Il modo con cui le megacity ripenseranno il sistema dei trasporti in chiave sostenibile sarà decisivo per tutelare la qualità della vita delle persone anche in presenza di grandi agglomerati urbani.

E alcune grandi città hanno già avviato progetti e percorsi di trasformazione che le stanno conducendo sulla strada della sostenibilità e della vivibilità.

Da Berlino a New York City, da Milano a Parigi, da Auckland a Londra, queste metropoli hanno tutte adottato la stessa ricetta: investire nel trasporto su ferro, e quindi sulla rete metropolitana cittadina, puntare sulla intermodalità intrecciando i percorsi tradizionali con quelli progettati per i mezzi non inquinanti (partendo dalle bici e dagli monopattini elettrici), sostenere un cambiamento culturale che porti i cittadini a lasciare a casa la propria automobile e a muoversi usando i mezzi pubblici.

Il City Mobility Index (un termometro delle best practice in tema di trasformazione urbana) è stato realizzato dalla società di consulenza Kantar e inserito nello studio “Mobility Futures. How mobility will be shaped by the world’s great cities”. L’analisi giunge al calcolo di un indice dal quale viene estrapolata la classifica delle dieci metropoli più avanzate in termini di mobilità sostenibile.

Sono dieci metropoli, divise tra America, Europa e Asia, che in questi anni hanno avuto il coraggio di investire su progetti infrastrutturali di portata strategica e di progettare piani di sviluppo di lungo termine e già oggi cominciano a raccogliere i risultati di questo impegno in termini di sviluppo e qualità della vita.

Berlino, la capitale della mobilità urbana sostenibile

Berlino presidia la prima linea della mobilità del futuro: sostenibile, intermodale, efficiente, moderna. Dalle linee metropolitane driverless alle bici elettriche gli strumenti con cui interpretare questa nuova filosofia del trasporto urbano sono diversi, ma escludono sempre l’automobile. Così proprio la capitale tedesca, grazie al ricorso alle nuove tecnologie che offrono ai cittadini un accesso rapido ai dati e alle informazioni sui trasporti più efficienti, ha valorizzato la propria rete di trasporto favorendo la sostenibilità.

Sulla strada di Berlino, ad occupare il podio delle metropoli più moderne in chiave di mobilità, l’Indice inserisce Auckland e Mosca, due città che proprio negli ultimi anni hanno vissuto una profonda trasformazione guidata dal lancio di grandi progetti infrastrutturali. Dopo Mosca, il quarto posto è occupato da New York City, seguita da Monaco, Milano, Montreal, Varsavia, Londra e Parigi.

Berlino

Milano, Parigi e Londra: le nuove metropolitane per rilanciare le città

Tre delle prime dieci posizioni del City Mobility Index sono occupate da tre metropoli europee che hanno lanciato ambiziosi progetti infrastrutturali basati sulla costruzione di nuove linee metropolitane che abbiano un impatto strategico sullo sviluppo futuro del tessuto urbano.

Milano, sesta città al mondo in tema di mobilità urbana sostenibile, sta portando avanti la costruzione della M4, la quarta linea metropolitana cittadina che collegherà l’aeroporto di Linate al centro cittadino in circa 15 minuti.

L’opera, realizzata dal gruppo Webuild, aprirà un tracciato lungo 15 chilometri con 21 stazioni che in soli 30 minuti attraverserà l’intera città da Est (l’aeroporto di Linate) a Ovest (la stazione di San Cristoforo). Per capire la portata di questo progetto in termini di riduzione del congestionamento cittadino, una volta inaugurati i nuovi treni – che nelle ore di punta passeranno ogni 90 secondi – saranno in grado di trasportare 86 milioni di persone in un anno.

Come e ancor più di Milano, anche Parigi ha lanciato un ambizioso progetto di mobilità urbana sostenibile con la costruzione del Grand Paris Express. Per l’investimento previsto e la grandezza dell’opera (circa 200 chilometri di linee sotterranee, 68 stazioni e oltre 35 miliardi di euro di costo complessivo) il Grand Paris Express è considerato l’esperimento di mobilità sostenibile più importante d’Europa, sul quale è impegnato anche il gruppo Webuild con la realizzazione di due linee: l’estensione della linea 14 fino all’aeroporto di Orly e il lotto 2 della linea 16 che servirà la zona Nord e Est della città metropolitana.

Un grande progetto, che riporta alcune somiglianze con il Crossrail di Londra, una nuova linea (anche chiamata Elizabeth Line) che avrà 40 stazioni e che servirà 1,5 milioni di persone che – prima della sua realizzazione – erano tagliate fuori dalla rete di trasporto pubblico cittadino, arrivando a trasportare 200 milioni di persone all’anno.

Questo è il senso della mobilità sostenibile messa al servizio dello sviluppo urbano, uno sviluppo che deve partire anche dal cambio di un paradigma culturale: lasciare a casa l’automobile privata e prendere un mezzo pubblico.

Automobili addio

Una rete di trasporto pubblico efficiente è sicuramente il primo passo per innescare un cammino virtuoso nel processo di trasformazione delle grandi metropoli. Ma le grandi opere così come i progetti green basati sugli incentivi all’utilizzo di biciclette o monopattini elettrici non bastano da soli. Accanto alle nuove opportunità di trasporto è necessario innescare un cambiamento culturale che incida sulle abitudini di vita dei cittadini.

Attualmente infatti il 39% di chi lavora nelle grandi città raggiunge il suo ufficio guidando la propria auto in assoluta solitudine. Anche la condivisione dell’automobile tra colleghi, che ridurrebbe traffico e inquinamento, è una pratica molto rara. Cambiare queste abitudini, partendo proprio dall’abbandono della propria auto a favore dei mezzi pubblici è quindi un punto di partenza importante, ma anche un nuovo stile di vita che molti cittadini considerano un sogno.

Secondo lo studio, realizzato analizzando i trend di mobilità in 31 delle più grandi città del mondo e intervistando oltre 20.000 persone, cambiare il modo di muoversi in città e di andare a lavoro è il sogno della maggior parte dei cittadini. Entro il 2030 l’utilizzo di metodi alternativi di trasporto all’automobile privata dovrebbe crescere del 25% rispetto ad oggi. E infatti già oggi il 37% di chi prende l’automobile per raggiungere il proprio posto di lavoro ne farebbe volentieri a meno.

Ma abbandonare l’auto, e quindi contribuire alla riduzione del traffico e dell’inquinamento atmosferico, è un processo realizzabile solo offrendo ai cittadini soluzioni alternative. È questo il senso e la missione delle nuove infrastrutture di trasporto, strumenti essenziali per calare i principi della mobilità urbana sostenibile anche nelle megacity del futuro.