Il ponte sospeso più lungo dell’America Latina è nell’area più sismica del Cile

Il Ponte di Chacao, una nuova meraviglia infrastrutturale, è un ponte sospeso antisismico che sorgerà a pochi chilometri dall’epicentro del terremoto più forte del mondo, il terremoto di Valdivia.

Nei prossimi anni il Canale di Chacao in Cile – a circa 48 km dalla capitale di Los Lagos, Puerto Montt – sarà attraversato dal ponte sospeso più lungo dell’America Latina.

Un’infrastruttura strategica e rivoluzionaria perché, grazie ai suoi 2.754 metri di lunghezza complessiva e alle campate principali di 1.155  e 1.055 metri, collegherà l’isola di Chiloé al continente, riducendo i tempi di attraversamento dagli attuali 30 – 45 minuti circa in traghetto ad appena tre minuti in auto.

Un progetto che viene da lontano, concepito per la prima volta negli anni ’60 del secolo scorso, ripreso negli anni 2000, poi abbandonato e infine rilanciato nel 2012.

Il cantiere è partito nel 2018 e le previsioni parlano di un’apertura dell’opera nel 2028. Un tempo necessario per portare a termine quella che è considerata un’avanguardia ingegneristica, un ponte sospeso altamente sicuro, antisismico, in grado di sopportare correnti marine intense e venti costanti oltre i 200 km/h.

Ponte di Chacao: eccellenza infrastrutturale per una struttura altamente antisismica

I numeri del Ponte di Chacao raccontano molto delle sue eccellenze ingegneristiche. La struttura del ponte sospeso si compone di un impalcato in acciaio largo 23,8 metri e di tre piloni in calcestruzzo armato: due laterali (uno a nord alto 199 metri e uno a sud alto 157 metri) e uno centrale alto circa 175 metri e posizionato su Roca Remolinos, un banco subacqueo roccioso che si trova proprio nel mezzo del canale.

A garantire la tenuta dei piloni sono le fondazioni che scendono fino a 58 metri sotto il livello del mare, mentre la continuità strutturale è generata dalle campate sospese, dove corrono due carreggiate con due corsie ciascuna.

Ma forse la caratteristica più significativa è proprio la capacità antisismica del ponte. L’opera si trova ad appena 80 km dalla faglia responsabile del terremoto del Valdivia del 1960, il sisma più forte mai registrato nella storia, e non troppo lontano dalla faglia di Ancud che nel 2010 produsse un altro evento sismico devastante.

Proprio questa iperattività sismica ha imposto standard di progetto eccezionali, a partire dalle caratteristiche dei piloni. Il pilone centrale adotta una forma ad “A”, progettata proprio per garantire elevata duttilità e capacità dissipativa durante le forti scosse.

Anche l’impalcato in acciaio è realizzato in modo da assicurare la massima flessibilità, mentre i piloni laterali riducono la resistenza aerodinamica e migliorano la resistenza sismica e dinamica.

Del resto, la capacità di resistere ai terremoti anche di grande intensità è da anni una caratteristica di questi grandi ponti sospesi. Come quelli realizzati dal Gruppo Webuild sul Bosforo, O l’Akashi Bridge in Giappone che ha superato indenne il terremoto di Kobe del 1995 di magnitudo 7,3.

Sono esempi di come le innovazioni scientifiche nel settore delle costruzioni antisismiche abbiano reso queste infrastrutture capaci di resistere a scosse di terremoto devastanti, così come a venti violenti che sfiorano i 300 km/h. Sono opere che hanno vinto la sfida con la natura assicurando un servizio prezioso alle comunità e alle economie locali.

Il ponte sospeso più lungo dell’America Latina rilancerà un’intera regione

Il grande impegno sul fronte delle innovazioni infrastrutturali del futuro Ponte di Chacao risponde all’obiettivo di dar vita a un’opera capace di cambiare profondamente il trasporto in una regione altamente popolata.

Una volta operativa, la nuova infrastruttura permetterà infatti di collegare senza interruzioni la principale autostrada del Cile – la Ruta 5 – da Arica, città portuale nel nord del paese, alla città di Quellón, anch’essa con un porto, situata nel sud della provincia di Chiloé.  Insomma, una nuova spinta alla mobilità nel Sud del Cile.

Oggi l’isola di Chiloé, la seconda più grande del paese dopo Tierra del Fuego, è collegata alla terraferma esclusivamente tramite un sistema di traghetti che operano lungo il Canale di Chacao.

Questi collegamenti, pur garantendo il traffico di circa 1,5 milioni di veicoli l’anno e il trasporto merci, sono soggetti a condizioni meteo-marine con interruzioni frequenti in caso di forti venti, correnti o nebbie.

L’entrata in funzione del Ponte di Chancao avrà un impatto diretto sulla competitività economica e logistica dell’isola, riducendo i tempi di viaggio, aumentando l’attrattività turistica, e favorendo l’integrazione dei mercati.

Secondo stime del governo cileno, già entro il primo anno di esercizio il traffico veicolare potrebbe raddoppiare rispetto ai valori attuali, arrivando a circa 3 milioni di veicoli all’anno. In prospettiva, il Ponte di Chacao non sarà soltanto un prodigio di ingegneria in zona sismica estrema, ma anche un potente catalizzatore di sviluppo per il Sud del Cile, contribuendo a ridurre le disparità infrastrutturali e a integrare pienamente l’isola di Chiloé nel sistema produttivo e trasportistico del paese.