Tipi di ponte: una panoramica su una delle infrastrutture più importanti nella storia dell’uomo

Un’infrastruttura utilizzata per superare un ostacolo, sia esso artificiale o naturale, così da assicurare continuità a una via di comunicazione. Questa è una definizione generale di un ponte, un’opera da sempre fondamentale per la società umana: basti pensare al fatto che tutte le più grandi civiltà del passato sono nate proprio in corrispondenza di fiumi, dal Nilo all’Eufrate, per arrivare fino al Tevere. E si pensi che tra i più antichi ponti del mondo utilizzati ancora oggi c’è proprio il ponte Milvio, a Roma, sul Tevere. Ma di certo prima di lui ne furono realizzati tantissimi altri, in legno ancora prima che in pietra. E di sicuro un primo modo per distinguere i tipi di ponti è proprio questo, in base al materiale usato: legno, pietre, mattoni, cemento, acciaio o materiali compositi. Un’altra possibile classificazione dei ponti si potrebbe inoltre fare a partire dal loro utilizzo: si hanno infatti i ponti stradali, per gli autoveicoli; i ponti pedonali, per i pedoni; i ponti ferroviari, per i treni; e infine i ponti canale, per il puro sostegno di tubature.

Vediamo ora i differenti tipi di ponte in base all’ostacolo superato e, subito dopo, in base alla tipologia di struttura.

I differenti tipi di ponti in base all’ostacolo superato

 I ponti possono essere realizzati per superare i più diversi ostacoli: in base al motivo della realizzazione, queste strutture cambiano in realtà nome.

Il ponte: il ponte è propriamente una struttura realizzata per superare un corso d’acqua, sia esso un fiume oppure un torrente.

Il viadotto: a differenza del semplice ponte, il viadotto viene costruito per superare ostacoli morfologici di diverso tipo, come possono essere delle strette vallate oppure delle gole.

Sovrappassaggio e cavalcavia: qui l’ostacolo da superare non è naturale, bensì artificiale; più nello specifico, se il ponte serve per superare una strada si parla di cavalcavia.

Sopraelevate: possono essere strade o ferrovie, le quali vengono elevate per superare porzioni di area urbana.

Le tipologie di ponti in base alla struttura

Vediamo ora le diverse tipologie di ponti in base alla struttura, o meglio, al loro schema statico.

Ponti a travata

È la forma attualmente più diffusa di ponte. Qui si hanno delle travi appoggiate orizzontalmente su dei piloni verticali. Esistono peraltro diverse tipologie di ponti a trave, come quelli a travata appoggiata o a travata continua; in quest’ultimo caso è possibile realizzare delle campate di luce maggiore, sapendo che la trave che appoggia su più piloni può contare automaticamente su un contrappeso. Un esempio famoso di ponte a travata è l’Europa Brücke, tra il Brennero e Innsbruck: costruito nel 1963, con le sue 6 campate presenta una luce massima di 198 metri, nonché la pila più alta di ben 146,5 metri.

Ponti ad arco

Non si parla più di pile quanto di archi. Sfruttando il meccanismo della compressione dei materiali da costruzione, permette di raggiungere grandi risultati senza l’utilizzo di materiali speciali, e per questo lo schema statico ad arco è stato diffusissimo nell’antichità. Questo ponte viene costruito usato una centina per la messa in opera di conci a secco o con malta, fino al posizionamento dell’ultimo concio, la pietra. Esistono ponti ad arco a tutto sesto, come quelli romani, o i più efficienti ponti ad arco ribassato, come il Ponte di Rialto a Venezia. Va peraltro detto che in epoca moderna sono stati costruiti ponti ad arco metallici oppure in cemento armato.

Ponti a telaio

I ponti a telaio sono delle strutture del tutto peculiari, che vanno a sfruttare di volta in volta caratteristiche tipiche dei ponti a travate e dei ponti ad arco. Si tratta di opere che si prestano in modo particolare alla prefabbricazione.

Ponti strallati

A rendere immediatamente riconoscibile questa particolare tipologia di ponte è la presenza degli stralli, ovvero di cavi inclinati che hanno il compito di sorreggere e di dare stabilità al ponte. Alternativa molto diffusa ai ponti sospesi – di cui si parlerà nel prossimo paragrafo – i ponti strallati permettono di coprire importanti distanze. Tutto è basato per l’appunto sugli stralli, cavi inclinati che vengono ancorati a un’estremità del pilone per sorreggere direttamente la trave. I primi esempi di ponti strallati risalgono al XVII secolo, anche se va detto che la popolarità e la diffusione di questo schema sono aumentate in modo particolare negli ultimi decenni. Degli esempi di ponti strallati sono i Ponti di Calatrava a Reggio Emilia sull’Autostrada A1 o, allargando lo sguardo, il Ponte di Vladivostok, che a partire dal 2012 detiene il record mondiale per luce libera tra i ponti strallati, con la sua campata centrale di 1.104 metri.

Ponti sospesi

Anche nei ponti sospesi si hanno dei cavi, sorretti generalmente da torri posizionate alle due estremità del ponte, oppure da pile. Qui però il concetto è decisamente diverso rispetto ai ponti strallati: è possibile intendere il ponte sospeso come un ponte ad arco capovolto. Tutto viene tenuto insieme da importanti cavi d’acciaio paralleli che sostengono l’impalcato inferiore, mediante dei tiranti verticali a loro volta in acciaio. Il tipico ponte sospeso presenta tre luci: una estesa e centrale, e due laterali; a livello delle luci laterali, le funi possono essere ancorate agli estremi della travata o direttamente al suolo, con il posizionamento di apposite opere. In passato il ponte sospeso era concepito solamente con via di collegamento pedonale, mentre oggi è tra le alternative più quotate per il passaggio stradale e ferroviario di grandi luci.

Ponti mobili

In realtà i ponti mobili si distinguono non tanto per lo schema statico, quanto invece per la presenza di una parte per l’appunto mobile, la quale viene messa in opera per permettere la navigazione nel corso d’acqua sottostante. Esistono le più diverse tipologie di ponte mobile. Gli esempi più basici sono i ponti smontabili, utilizzati durante le emergenze dal genio civile oppure dagli eserciti; ci sono poi i ponti basculanti, ovvero attraversamenti dotati di una campata ribaltabile grazie a una cerniera e a un contrappeso; i ponti levatoi, che sollevano una campata per mezzo di cavi; nonché infine i ponti sollevabili e i ponti girevoli.