Dal Golden Gate al Ponte sullo Stretto di Messina, i segreti delle meraviglie dell’ingegneria

Più leggere e aerodinamiche: ecco le megainfrastrutture sospese nel vuoto

Nella più che millenaria storia dei ponti, uno dei punti di svolta dell’ingegneria è stato raggiunto con la costruzione dei ponti sospesi. Dal Golden Gate Bridge di San Francisco fino al Ponte sullo Stretto di Messina in Italia, che batterà il record del ponte sospeso più lungo del mondo, queste infrastrutture hanno caratteristiche uniche il cui perfezionamento è andato avanti di pari passo alla scienza ingegneristica arrivando a raggiungere risultati fino a pochi anni fa inimmaginabili.

Il giro di boa tra la concezione arcaica e quella moderna avviene negli anni Trenta del secolo scorso quando negli Stati Uniti viene costruito il George Washington Bridge, il primo dei ponti di concezione moderna che supera i 1.000 metri di luce, ovvero la distanza tra le due torri.

Dopo il Washington Bridge nuovi record vengono messi a segno ancora negli Stati Uniti, con la costruzione del Golden Gate a San Francisco e del Verrazzano Bridge a New York City. I loro sono tutti impalcati cosiddetti reticolari e appartengono alla prima generazione dei ponti moderni che culmina nel 1998 con la costruzione dell’Akashi Bridge, ancora oggi il secondo ponte sospeso più lungo al mondo con la campata principale che raggiunge i 1.991 metri.

Quel profilo alare per la seconda generazione dei ponti sospesi

Già negli anni ’60 del secolo scorso, mentre negli Stati Uniti veniva completato il ponte di Verrazzano, gli ingegneri cominciano a studiare nuove caratteristiche per gli enormi impalcati dei ponti sospesi. L’intenzione è quella di creare dei manufatti che siano in grado di resistere anche ai venti più violenti, quelli che raggiungono i 300 km/h. Per farlo, i progettisti cominciano a disegnare impalcati dal profilo alare, quindi non più reticolari come ad esempio nel caso del Golden Gate, ma affusolati, ovvero in grado di far “scivolare via” il vento. Il primo al mondo di questa generazione di ponti è il Severn Bridge, un ponte sospeso autostradale che collega l’Inghilterra al Galles. L’infrastruttura è lunga nel complesso 1.600 metri (la campata centrale raggiunge i 988 metri) e viene inaugurata l’8 settembre del 1966 dalla Regina Elisabetta II.

L’innovazione del Severn Bridge ritorna pochi anni dopo con la costruzione del Primo Ponte sul Bosforo, ma anche dell’Humber Bridge in Inghilterra e del Great Belt Bridge, un enorme ponte costruito in Danimarca con una campata centrale lunga 1.624 metri che lo rende ancora oggi il ponte sospeso con la campata principale più lunga d’Europa.

La terza generazione e il futuro scritto dal Ponte sullo Stretto di Messina

La storia della terza generazione dei ponti sospesi deve ancora essere scritta fino in fondo. Le origini parlano di una storia recente che inizia con due tappe, la prima in Cina con lo Yi Sun-sin Bridge, un ponte lungo in tutto 2.260 metri e con una campata centrale di 1.545 metri; la seconda in Turchia dove nel 2022 è stato inaugurato il ponte dei Dardanelli, il ponte sospeso più lungo al mondo con una campagna centrale che raggiunge i 2.023 metri. Caratteristica di questi ponti di terza generazione sono gli impalcati aerodinamici. Oltre al profilo alare dei ponti di seconda generazione, queste nuove megastrutture sono dotate di impalcati totalmente aerodinamici che presentano anche dei fori studiati proprio per far passare attraverso il vento. Un’innovazione che raggiungerà la sua espressione massima con il Ponte sullo Stretto di Messina, per la cui costruzione è stato elaborato un modello unico di impalcato, il “Messina Type Deck”. Oltre al profilo alare, che richiama la carlinga di un aereo da guerra, la sagoma del ponte sullo Stretto è stata a lungo studiata nella galleria del vento e presenterà delle aperture che permetteranno di far correre il vento minimizzandone l’impatto. Per capire cosa comporta questo genere di innovazione è sufficiente pensare che l’impalcato dell’Akashi Bridge flette lateralmente sotto le pressioni del vento di 30 metri, mentre il Ponte sullo Stretto fletterà lateralmente sotto carico di appena 10, 11 metri. Un risultato davvero unico per un ponte con una campata centrale lunga 3.300 metri.

Brăila, il ponte della Romania entra nei top 3 europei

Le stesse innovazioni ingegneristiche previste per il Ponte sullo Stretto sono state applicate anche nella costruzione di un altro ponte che sovrasta il Danubio in Romania. Il Ponte di Brăila è stato realizzato dal Gruppo Webuild e sarà inaugurato nelle prossime settimane. Una volta inaugurato, il ponte occuperà il terzo posto nel continente per lunghezza della campata (1.120 metri, dietro ai 1.210 metri del Ponte di Höga in Svezia e ai 1.624 metri del Great Belt Bridge della Danimarca).

Pur essendo più piccolo del Ponte di Messina, Br ă ila presenta le sue stesse innovazioni ingegneristiche e si inserisce tra i ponti sospesi di terza generazione, eccellenze mondiali che stanno riscrivendo la storia dell’ingegneria.