Il Sud cantiere aperto. Aperto alle opportunità. Aperto al lavoro. Un’occasione per milioni di giovani che nasce proprio dalle grandi infrastrutture. Far ripartire il Sud Italia, oggi, significa rimettere in moto le opere che ne favoriscono la modernizzazione. A partire dalla mobilità sostenibile.
Secondo il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile 34,6 miliardi di euro del PNRR saranno destinati al potenziamento della mobilità e dei cantieri delle opere infrastrutturali nel Sud Italia. Tra i progetti che verranno finanziati ci sono 11,2 miliardi di euro per l’Alta Velocità/Alta Capacità della tratta Salerno-Reggio Calabria, 1,4 miliardi per la Palermo-Messina-Catania, 1,4 miliardi per l’alta velocità Napoli-Bari, oltre al rinnovo dei treni Intercity che viaggiano al Sud e all’implementazione della mobilità sostenibile nelle isole minori.
L’impatto in termini di ricchezza e di lavoro sarà significativo. Tra il 2024 e il 2026, il PIL nazionale dovrebbe guadagnare grazie al PNRR il 3,1% oltre allo scenario base. Il Mezzogiorno contribuirà a questa crescita per l’1%, molto di più rispetto all’incidenza media del Sud Italia sulla crescita economica nazionale.
Inoltre si prevede che l’occupazione giovanile e anche femminile proprio al Sud crescerà più che al Centro-Nord. Per l’occupazione femminile, tra il 2021 e il 2026, il tasso di crescita dovrebbe raggiungere un + 5,5%, mentre per quanto riguarda quella dei giovani ci si aspetta un + 4,9% (rispetto a una media nazionale di +3,3%). Il PNRR proverà quindi a colmare quel gap lavorativo creato dalle crisi precedenti a svantaggio delle generazioni più giovani.
In un’intervista rilasciata al quotidiano di Napoli, “Il Mattino”, il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria ha detto: «Il rischio di veder crescere a dismisura il già enorme debito pubblico nazionale e di non riuscire a ripagarlo negli anni è la vera preoccupazione della nostra generazione di giovani imprenditori, cioè di quanti hanno deciso di investire non solo le loro risorse ma anche le loro speranze in questo sistema Paese».
Dare opportunità di lavoro ai giovani è quindi il primo punto per far ripartire il Mezzogiorno d’Italia, favorendo allo stesso tempo la costruzione di opere moderne, in grado di traghettare il Sud verso il futuro.
Webuild al Sud
Il Gruppo Webuild è presente al Sud Italia dagli anni Trenta del secolo scorso e da allora ha portato a compimento 280 grandi opere.
Oggi sono dieci i cantieri aperti e altri tre stanno per diventare operativi. Cantieri che danno lavoro a oltre 2mila persone, tra impiegati diretti e indiretti, alle quali va aggiunto un indotto di 1.700 fornitori per 950 milioni di euro di contratti complessivi.
Le opere al Sud creano quindi lavoro e benessere. Opere come l’alta velocità Napoli-Bari o l’alta capacità Palermo-Catania rappresentano occasioni di sviluppo, avvicinano le persone, creano posti di lavoro. Ed è qui che giocano il loro ruolo i giovani, protagonisti di una rinascita nazionale che può iniziare proprio dalle infrastrutture.
Giovani e Sud nei cantieri Webuild
Le grandi opere possono aiutare il Sud. Aiutarlo a imboccare una strada solida di sviluppo e insieme aiutarlo a creare lavoro. Webuild è storicamente impegnato al Sud, con opere uniche come l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria realizzate nel passato, e grandi progetti come il Ponte sullo Stretto che potrebbero cambiarne il futuro.
«Il Sud Italia – ha commentato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild – ci sta molto a cuore, è un’area con una forte carenza di lavoro, di infrastrutture, di visione, un’area che ha bisogno immediatamente di un piano di crescita. Vogliamo metterci a disposizione di queste regioni e realizzare anche qui opere in modo onesto e trasparente, perché i ragazzi e le famiglie possano avere un futuro».
Il futuro dei ragazzi vive anche nelle opere attualmente in costruzione, come il prolungamento dell’alta velocità Napoli-Bari, la nuova Statale Jonica, l’alta capacità ferroviaria che collegherà Palermo a Catania. È su queste opere così come su quelle previste dal Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza che servirà l’apporto dei giovani del Sud.
«Per questo – ha proseguito Salini – lanciamo un programma per 100 giovani ingegneri del Sud che vogliamo impiegare con noi nel mondo ma anche e soprattutto proprio qui nel Sud perché contribuiscano allo sviluppo della loro regione».
Proprio la ricerca dei giovani talenti rappresenta una delle principali strategie di sviluppo del Gruppo. Attualmente il 43% dei dipendenti di Webuild ha meno di 35 anni, mentre 38 anni è l’età media dei dipendenti del Gruppo. Per loro, Webuild ha previsto percorsi di formazione e inclusione affinché si integrino nel minor tempo possibile con le complesse dinamiche dei cantieri.
E sempre per favorire l’ingresso dei giovani, il Gruppo ha sviluppato programmi di collaborazione con diversi atenei in Italia, come il Politecnico di Milano e l’Università di Genova.
Università e lavoro camminano così di pari passo per creare una nuova classe dirigente capace di ricostruire l’Italia.