Statale Jonica: il riscatto del Sud Italia parte dalle infrastrutture

Iniziano i lavori di ricostruzione della statale Jonica, un’arteria stradale strategica per il Sud Italia

È un’arteria strategica per unire il Sud Italia. La strada statale 106 Jonica, un collegamento stradale che nasce dal 1928 e che è stato negli anni ampliato fino a congiungere tra loro Reggio Calabria e Taranto.

Quella strada, che per la prima volta ha avvicinato la Calabria alla Puglia, ha festeggiato martedì un momento importante della sua storia. A Francavilla Marittima, in provincia di Cosenza, è stata posta la prima pietra del Megalotto 3 della costruzione della nuova Statale Jonica.

L’opera, che ha un valore di circa 800 milioni di euro, è stata commissionata dall’Anas e rientra in un investimento complessivo di 1,3 miliardi di euro.

A realizzarla è il Consorzio Sjrio, costituito dal Gruppo Webuild in corso di consolidamento nell’ambito di Progetto Italia, l’operazione industriale promossa da Salini Impregilo per il rafforzamento ed il rilancio del settore delle infrastrutture nel Paese.

Nuova Strada Statale 106 Jonica: una grande opera per il Sud

Sette anni di lavori (questa la durata prevista per la realizzazione dell’opera) e un impegno previsto per 1.500 persone alle quali si aggiungeranno i tantissimi dell’indotto: sono questi i primi numeri del Megalotto 3 della Strada Statale Jonica che prevede la realizzazione della tratta SS-105 che da Sibari arriva a Roseto Capo Spulico.

Una tratta lunga 38 chilometri che correrà a circa un chilometro di distanza dal tracciato storico, collegando quindi i litorali di Calabria, Basilicata e Puglia e dando vita a un hub strategico per il trasporto interregionale grazie anche alle diramazioni con l’Autostrada A3.

Un’opera necessaria per la sicurezza degli automobilisti perché offre un’alternativa alla strada esistente, caratterizzata da moltissime situazioni di rischio e attraversamenti a raso tanto da essere tristemente denominata la Strada della Morte.

La nuova SS-106 Jonica sarà totalmente diversa: un’infrastruttura moderna e complessa per via delle caratteristiche orografiche del territorio che impongono la realizzazione di 11 chilometri di gallerie a doppia canna e 6 chilometri di viadotti, ma che avrà anche un basso impatto paesaggistico. All’interno del progetto rientra infatti anche l’opera di riqualificazione paesaggistica del Parco Archeologico di Sibari, un patrimonio incredibile per una regione ricca di storia e di bellezza.

Treno proiettile - viaggio verso il sud

Le grandi opere per far ripartire il Sud

La costruzione della nuova statale Jonica non è un progetto a sé, ma rientra all’interno della rete TEN-T (Trans European Transport Network), il programma europeo di investimenti per creare una rete infrastrutturale capace di collegare in modo efficiente e moderno gli angoli più estremi del continente.

Il Gruppo Webuild, che nei suoi oltre 110 anni di storia ha realizzato 80.291 chilometri di strade e autostrade nel mondo, è impegnato su alcuni dei più significativi cantieri del Sud Italia.

Oltre alla nuova statale, sono già in corso i lavori per la costruzione della linea ferroviaria di alta velocità che collegherà le città di Napoli e Bari, di fatto unendole in un’unica grande direttrice con Milano e il Nord del Paese.

In particolare, nella Napoli-Bari il Gruppo è impegnato nella tratta Apice-Hirpinia, lunga 18 chilometri, e in quella Napoli-Cancello (15,9 chilometri).

Potenziamento ferroviario e rete ad alta velocità anche per la Sicilia dove Webuild sta costruendo la tratta Bicocca-Catenanuova della linea che collega Catania a Palermo.

In questo caso l’avvio del progetto è stato celebrato il 25 marzo scorso con la prospettiva di un’opera che darà lavoro a 1.000 persone e che – come le altre – rientra nei corridoi TEN-T selezionati dall’Unione Europea.

Le reti TEN-T per collegare l’Europa

Dall’estremo Sud italiano fino all’Austria, la Francia e oltre. I corridoi TEN-T, stradali e ferroviari, collegheranno nei prossimi anni la maggior parte degli stati membri dell’Unione favorendo lo scambio delle persone e delle merci.

I corridoi individuati dall’Unione sono nove, ma quattro di questi interessano direttamente l’Italia e sono quello che collega il Mar Baltico con l’Adriatico, quello che unisce il confine russo-finlandese con il Mediterraneo, quello che dall’Olanda arriva a Genova, e l’ultimo che dal Nord Europa raggiunge la Sicilia. L’Italia è quindi uno snodo centrale della progettazione infrastrutturale europea, non solo lungo la direttrice Nord-Sud (quella che da Milano arriva a Napoli e in futuro fino a Bari), ma anche nelle ramificazioni Est-Ovest.

«Il tema in Italia – ha spiegato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, durante la posa della prima pietra della nuova statale Jonica – non è tanto programmare nuove infrastrutture, con il rischio di attendere anni prima di poter posare la prima pietra, ma pianificarle e realizzarle in tempi rapidi, semplificando i processi e garantendo liquidità alle imprese. Tante opere sono già pronte sulla carta e le risorse economiche ci sono per farle partire subito, dagli ospedali, alla manutenzione delle strade, dalle nuove metropolitane alle nuove ferrovie».

Ancor di più in questa crisi esplosa per l’impatto sull’economia del Covid-19, le infrastrutture sono strategiche per far ripartire il Sud Italia e collegarlo in modo efficiente al resto d’Europa. L’Unione Europea lo ha già previsto inserendo nei collegamenti delle reti TEN-T opere strategiche che raggiungeranno Sicilia, Calabria e Puglia. Grandi cantieri, alcuni dei quali sono partiti, altri che attendono ancora il via libera finale, capaci di dare una nuova spinta allo sviluppo di questi territori.